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PREGHIERA

41. Servire te

Rabindranath Tagore

Lascerò tutti gli onori,
ma non l'onore di servire te.
Chiamerò tutti il giorno in cui potrò trovare
un granello della polvere dei tuoi piedi.

Non potrò nascondere
le parole della tua chiamata.
In tutte le parole, in tutte le azioni
proclamerò la tua adorazione.
Lascerò tutti gli onori,
ma non l'onore di servire te.

Gli onori che ho ricevuto nel lavoro
se ne andranno tutti lontano.
Solo il tuo onore, ad una voce,
risuonerà nel mio corpo, nel mio spirito.

Quando me ne starò,
distratto alla finestra del mondo,
anche il viandante della strada
vedrà nel mio volto la tua parola.

Lascerò tutti gli onori,
ma non l'onore di servire te.

testimonianzarapporto con Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 02/06/2002

RACCONTO

42. Tutto dipende da quel mattino di Pasqua

Si racconta di uno scienziato tedesco che, cercando un posto tranquillo dove sistemarsi, aveva finito per scegliere un'abitazione che stava nelle immediate vicinanze di un monastero di clausura.

Non aveva la fede, ma quell'ambiente presentava il vantaggio di essere ideale quanto a quiete per le sue ricerche.

"Qui almeno troverò il silenzio di cui ho bisogno per i miei studi e i miei esperimenti", pensava.
Le sue previsioni si rivelarono esatte solo parzialmente.

Di fatto, gran parte della giornata la sua casa era come avvolta dal silenzio, rotto soltanto dal suono di una campanella. Ma poi venivano le ore di ricreazione delle monache. Allora non c'era verso di difendersi da quell'allegria scoppiettante; l'esplosione delle risate trapassava muri e finestre.
Per lo studioso diventò quasi un'ossessione. Ragionava:

"Queste donne sono povere, conducono una vita di penitenza, non conoscono il piacere. Come fanno ad essere così contente? Non ci sarà sotto, per caso, qualcosa di losco?".

Decise di togliersi il pensiero parlandone direttamente con l'abbadessa. Questa gli fornì una spiegazione semplicissima:

"Siamo le spose di Cristo". "Ma il vostro sposo non è morto duemila anni fa?", obiettò quello.

"Mi scusi, signor professore, ma lei non deve essere stato informato che tre giorni dopo è risorto da morte. E noi siamo testimoni appunto, di ciò che è accaduto tre giorni dopo".

Tutto dipende da quel mattino di Pasqua.

fedepasquarisurrezionesperanzaottimismogioiafelicità

3.3/5 (3 voti)

inviato da Mariangela Molari, inserito il 02/06/2002

PREGHIERA

43. E dunque anche Tu ateo?   1

David Maria Turoldo

E dunque anche Tu ateo?
Fu questa la tua vera Notte, Signore,
la tua discesa agl'Inferi
avanti che ti accogliesse nel suo ventre la terra.
Credere in Lui e dubitare di Lui,
dire a tutti che ti ama,
e consumarti di amore,
e sentire che sei abbandonato.
"Padre, Abbà, papà!..."
Ora invece appena:
"Dio"; sia pure "tuo Dio"!
Alla fine, dunque non più padre?
O, perfino, che non esista?
Ma come poi avresti potuto dire:
"Nelle tue mani rimetto lo spirito"?
Avresti vinto per un atto di fede senza speranza?
Pur perduto dentro l'abisso del Nulla
ancora credevi?
Resurrezione, non altro è la risposta.
Ma Tu non sapevi!
Come noi non sappiamo.
E compatta
ancora sale sul mondo
la Notte.

paurasolitudinesofferenzacrocedolorepasquamorterisurrezioneVenerdì Santo

5.0/5 (1 voto)

inviato da Mariangela Molari, inserito il 02/06/2002

PREGHIERA

44. Maestro!

don Giovanni Moioli

Signore, che nessun nuovo mattino venga ad illuminare la mia vita senza che il mio pensiero si volga alla tua Resurrezione e senza che in ispirito io vada, coi miei poveri profumi, verso il sepolcro vuoto dell'orto!
Che ogni mattino sia per me mattino di Pasqua!
Che ognuno dei miei risvegli sia un risveglio alla tua presenza vera, un incontro pasquale con Cristo nell'orto, questo Cristo talvolta inatteso.
Che ogni episodio della giornata sia un momento in cui io ti senta chiamarmi per nome, come chiamasti Maria!
Concedimi allora di voltarmi verso di te.
Concedimi con una parola sola ma con tutto il cuore, di rispondere: "Maestro!"

buongiornopasquarisurrezionerapporto con Dionuovo giorno

inviato da Mariangela Molari, inserito il 02/06/2002

TESTO

45. Arrenditi

Georges Bernanos

Non si mercanteggia col buon Dio: bisogna arrenderglisi senza condizioni. Dategli tutto, egli vi renderà assai di più.

radicalitàsequelarapporto con Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 02/06/2002

TESTO

46. Un uomo di preghiera   2

Mahatma Gandhi

Io non sono un uomo di lettere o di scienza.
Io pretendo umilmente di essere un uomo di preghiera.
E' la preghiera che ha salvato la mia vita,
senza la preghiera, da molto tempo avrei perso la ragione.
Se non ho perduto la pace dell'anima, nonostante tutte le prove,
è perché questa pace viene dalla preghiera.
Si può vivere qualche giorno senza mangiare, ma non senza pregare.
La preghiera è la chiave del mattino, è il catenaccio della sera.
La preghiera è l'alleanza santa tra Dio e gli uomini per ottenere di essere liberati dalle grinfie del principe delle tenebre.
Dobbiamo fare una scelta:
o allearci con le forze del male o, al contrario, con le forze del bene.
Ecco la mia testimonianza personale;
chiunque ne faccia l'esperienza vedrà che la preghiera quotidiana
aggiunge qualche cosa di nuovo alla sua vita, qualche cosa
che non ha un equivalente in null'altro.

serenitàpreghierapace interiore

inviato da Mariangela Molari, inserito il 01/06/2002

TESTO

47. Dimmi spesso che mi ami   1

Charles Singer

Dimmi spesso che mi ami, con parole, gesti e azioni. Non credere che lo sappia già. Forse ti sembrerò imbarazzato e negherò di averne bisogno, ma non credermi, fallo lo stesso. Prenderemo del tempo per guardarci in faccia e parlarci come al principio. Prenderemo del tempo perché ritorni la tenerezza.

tenerezzaamorebisogno degli altri

inviato da Mariangela Molari, inserito il 01/06/2002

PREGHIERA

48. Signore, liberami da me stesso!   1

Michel Quoist

Signore, mi senti?
Soffro tremendamente. Asserragliato in me stesso,
prigioniero di me stesso. Non sento che la mia voce,
non vedo che me stesso, e dietro di me non v'è che sofferenza.

Signore, mi senti?
Liberami dal mio corpo, che è tutto brama,
e tutto quello che tocca con i suoi innumerevoli grandi occhi,
con le sue mille mani tese, è solo per coglierlo e cercare di calmare la sua insaziabile fame.

Signore, mi senti?
Liberami dal mio cuore, tutto gonfio di amore,
ma, mentre credo di amare pazzamente, intravvedo rabbioso che ancora amo me stesso nell'altro.

Signore, mi senti?
Liberami dal mio spirito, pieno di se stesso, delle sue idee,
dei suoi giudizi; non sa dialogare, perché non lo colpisce altra parola fuorché la sua.

Solo, mi annoio, mi detesto, mi disgusto,
e mi rigiro nella mia sudicia pelle come il malato nel suo letto bruciante da cui vorrebbe scappare.
Tutto mi sembra brutto, mostruoso, senza luce,
...perché non posso veder nulla se non attraverso me.
Mi sento disposto ad odiare gli uomini ed il mondo intero,
...per dispetto, perché non li posso amare.
Vorrei uscire,
Vorrei camminare, correre verso un altro paese.
So che esiste la gioia, l'ho vista raggiare sui volti.
So che brilla la luce, l'ho vista illuminare gli sguardi.
Ma Signore, non posso uscire,
insieme amo e odio la mia prigione,
perché la mia prigione sono io
ed io mi amo,
mi amo, o Signore, e mi faccio ribrezzo.

Signore, non trovo neppure più la porta di casa mia.
Mi trascino tastoni, accecato,
urto nelle mie stesse pareti, nei miei propri limiti,
mi ferisco.
Ho male, ho troppo male, e nessuno lo sa, perché nessuno è entrato in casa mia.
Sono solo, solo.

Signore, Signore, mi senti?
Signore, indicami la mia porta,
prendi la mia mano, apri,
indicami la Via,
la via della gioia, della luce.

...Ma...
Ma, o Signore, mi senti Tu?

Figliuolo, Io ti ho sentito.
Mi fai compassione.
Da tanto tempo spio le tue imposte chiuse, aprile,
la Mia luce ti rischiarerà.
Da tanto tempo Io sono davanti al tuo uscio sprangato, aprilo,
mi troverai sulla soglia.
Io ti attendo, gli altri ti attendono,
ma bisogna aprire,
ma bisogna uscire da te.

Perché rimanere prigioniero di te stesso?
Sei libero.
Non ho chiuso Io la tua porta,
non posso riaprirla Io,
...perché sei tu dall'interno a tenerla solidamente sprangata.

peccatoconversionelibertàrapporto con Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 01/06/2002

TESTO

49. Come una goccia d'acqua   2

Madre Teresa di Calcutta

Ognuno di noi non è che una goccia d'acqua. Ma se ognuno è una goccia di acqua pulita, Dio può far risplendere in questa goccia il suo volto!

testimonianzarapporto con Dio

5.0/5 (2 voti)

inviato da Mariangela Molari, inserito il 01/06/2002

TESTO

50. Vivere la Pasqua

frère Roger di Taizè

Se la pianta non si orienta verso la luce, appassisce. Se il cristiano rifiuta di guardare la luce, se si ostina a guardare solo le tenebre, cammina verso una morte lenta; non può crescere né costruirsi in Cristo.

A poco a poco Cristo trasforma e trasfigura tutte le forze ribelli e contraddittorie che ci sono dentro di noi... Piangere sulla nostra ferita ci trasformerebbe in uno strazio, in una forza che aggredisce con violenza noi stessi e gli altri, soprattutto chi ci è più vicino. Una volta trasfigurata da Cristo, la ferita si trasforma in una fonte di energia, in una sorgente da cui scaturiscono le forze di comunione, di amicizia e comprensione.

Questa trasfigurazione è l'inizio della risurrezione sulla terra, è vivere la Pasqua insieme a Gesù; è un continuo passare dalla morte alla vita.

pasquarisurrezionepeccatoconversione

inviato da Mariangela Molari, inserito il 01/06/2002

TESTO

51. Se manca la preghiera   2

Carlo Carretto, Lettere a Dolcidia

Ti faccio un esempio fisico che ho qui di fronte nel deserto (il deserto è una grande scuola!). C'è un pezzo di deserto, tutto sabbia e morte, tutt'al più qualche spino. Gli uomini vogliono trasformare il deserto in un'oasi verdeggiante. Incominciano a lavorare. Si fanno strade, stradette, canali, ponti, case, ecc. ecc. Non cambia nulla: tutto rimane deserto. Manca l'elemento base: l'acqua. Allora chi ha capito (è strano che si capisca bene nel mondo fisico e poco bene in quello soprannaturale) incomincia non a lavorare in superficie, ma si mette a scavare in profondità. Cerca l'acqua. Fa un pozzo, la fecondità dell'oasi non dipenderà dai canali fatti, dalle strade, dalle case, ma da quel pozzo. Se sgorgherà l'acqua tutto si vivificherà, se no niente.

preghierarapporto con Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 01/06/2002

TESTO

52. Il tempo che non hai   1

Adalbert L. Balling

Beato chi è pronto a donare il proprio tempo, anche quando non ne ha.

disponibilitàdonaretempovalore del tempo

5.0/5 (1 voto)

inviato da Mariangela Molari, inserito il 31/05/2002

RACCONTO

53. La storia dei colori

In principio i colori non esistevano, Dio aveva già creato il mondo, il cielo, il mare, le, montagne, le piante, i fiori e gli animali. Era tutto a posto, ma tutto in bianco e nero. La fantasia del Creatore però non poteva accontentarsi di un mondo così monotono e triste, e dal suo Amore fece esplodere la brillantezza del verde, lo splendore del giallo, la profondità del blu, il calore del rosso e tutti gli altri colori così belli e diversi che è impossibile descriverli.

Appena nati i colori erano pieni di entusiasmo e scorrazzavano felici a prendere posesso del creato, ma le cose non erano per niente semplici: l'azzurro riempì subito il cielo e il giallo colorò il sole, ma presto arrivò il grigio e li scacciò, portando un sacco di nuvole, poi cadde la notte e venne il blu e poi il nero. Il verde andò sulle foglie e sulle piante ma quando arrivò l'autunno dovette cedere il posto al giallo, al marrone, al rosso...

I colori cominciarono a litigare tra di loro, perché non erano capaci di stare insieme, ognuno voleva tutto per sé e non accettava le presenza degli altri: anche gli animali si trovavano a cambiare il colore della pelliccia o delle piume, con strani accostamenti oppure macchie e striature a causa della guerra tra i colori.

Poco alla volta la situazione peggiorò fino a diventare insostenibile: tutto cambiava di colore vorticosamente e non si poteva fissare gli occhi un attimo su qualcosa che subito cambiava di colore. I colori stessi, in origine così vivi e brillanti, avevano perso la loro bellezza e procuravano nausea.

"Ora basta! - disse il Padreterno - non posso lasciare il mondo in questo stato!", e con tutto l'impegno di cui era capace creò l'arcobaleno. Era più bello di qualunque cosa si potesse mai immaginare, e subito i colori smisero la loro folle giostra per fermarsi a contemplare la nuova creatura... poi tutti vollero farne parte, e con immensa meraviglia scoprirono che c'era un posto preciso per ciascuno: il rosso accanto al giallo, in mezzo l'arancione, poi il verde, l'azzurro il blu... con mille altre nuove sfumature una più bella dell'altra!

Era incredibile, ma i colori avevano fatto pace. Dopo la tempesta che aveva sconvolto il creato ora andavano tutti d'accordo, con gioia si cedevano il passo l'un l'altro, si prendevano per mano in accostamenti da sogno, si abbracciavano contenti per creare nuove tinte; il mondo era colorato dall'armonia dell'Amore.

Anche oggi i colori vivono in pace ed armonia; talvolta per ricordare l'origine della loro concordia (o per insegnarla ad altri) si riuniscono festanti nell'arcobaleno: la gioia dei nostri occhi e del nostro cuore, magico ponte che unisce il cielo e la terra, l'anima e il corpo, il passato e il futuro.

armoniapaceconviverecomunitàmulticulturalità

inviato da Mariangela Molari, inserito il 28/05/2002

TESTO

54. Devi andare d'accordo con te stesso   1

Jerry Lewis, dal film: Le folli notti del dottor Jerryl

Non devi essere quello che non sei, qualcun altro. Devi andare d'accordo con te stesso. Pensa a tutto il tempo che devi trascorrere con te stesso... Se non hai stima di te stesso, come puoi pretendere che l'abbiano gli altri?

accettazione di sépace interiore

inviato da Mariangela Molari, inserito il 28/05/2002

RACCONTO

55. Mangia il tuo frutto   2

Anthony de Mello, Il canto degli uccelli

Un discepolo una volta si lamentava con il maestro: "Ci racconti delle storie, ma non ci riveli mai il loro significato."

Il maestro rispose: "Che ne diresti se qualcuno ti offrisse un frutto e lo masticasse prima di dartelo?"

Nessuno può sostituirsi a te per trovare il tuo significato. Neppure il maestro.

senso della vitaricerca di senso

5.0/5 (1 voto)

inviato da Mariangela Molari, inserito il 28/05/2002

TESTO

56. Ricevere il perdono di Dio

Henri J. M. Nouwen, L'abbraccio benedicente

Una delle più grandi provocazioni della vita spirituale è ricevere il perdono di Dio. C'è qualcosa in noi, esseri umani, che ci tiene tenacemente aggrappati ai nostri peccati e non ci permette di lasciare che Dio cancelli il nostro passato e ci offra un inizio completamente nuovo. Qualche volta sembra persino che io voglia dimostrare a Dio che le mie tenebre sono troppo grandi per essere dissolte.

Mentre Dio vuole restituirmi la piena dignità della condizione di figlio, continuo a insistere che mi sistemerò come garzone. Ma voglio davvero essere restituito alla piena responsabilità di figlio? Voglio davvero essere totalmente perdonato in modo che sia possibile una vita del tutto nuova? Ho fiducia in me stesso e in una redenzione così radicale?

Voglio rompere con la mia ribellione profondamente radicata contro Dio e arrendermi in modo così assoluto al suo amore da far emergere una persona nuova? Ricevere il perdono esige la volontà totale di lasciare che Dio sia Dio e compia ogni risanamento, reintegrazione e rinnovamento.

perdonoconversionepeccatomisericordia di Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 28/05/2002

TESTO

57. Il povero che è in noi

Carl Jung, Lettera ad una donna cristiana

Vi ammiro, voi cristiani, perché identificate Cristo con il povero e il povero con Cristo, e quando date del pane ad un povero sapete di darlo a Gesù. Ciò che mi è più difficile comprendere è la difficoltà che avete di riconoscere Gesù nel povero che è in voi. Quando avete fame di guarigione o di affetto, perché non lo volete riconoscere? Quando vi scoprite nudi, quando vi scoprite stranieri a voi stessi, quando vi ritrovate in prigione e malati, perché non sapete vedere questa fragilità come la persona di Gesù in voi?

Accettare se stessi sembra molto semplice, ma le cose semplici sono sempre più difficili... L'arte di essere semplici è la più elevata, così come accettare se stessi è l'essenza del problema morale e il nocciolo di un'intera visione del mondo... Ospitando un mendicante, perdonando chi mi ha offeso, arrivando perfino ad amare un mio nemico nel nome di Cristo, do prova senza alcun dubbio di grande virtù... quel che faccio al più piccolo dei miei fratello l'ho fatto a Cristo!

Ma se io dovessi scoprire che il più piccolo di tutti, il più povero di tutti i mendicanti, il più sfacciato degli offensori, il nemico stesso è in me; che sono io stesso ad aver bisogno dell'elemosina della mia bontà, che io stesso sono il nemico d'amare, allora che cosa accadrebbe?

Di solito assistiamo in questo caso al rovesciamento della verità cristiana. Allora scompaiono amore e pazienza, allora insultiamo il fratello che è in noi, allora ci condanniamo e ci adiriamo contro noi stessi, ci nascondiamo agli occhi del mondo e neghiamo di aver mai conosciuto quel miserabile che è in noi.

E se fosse stato Dio stesso a presentarsi a noi sotto quella forma spregevole lo avremmo rinnegato mille volte prima del canto del gallo.

caritàamoreaccettazione di sé

inviato da Mariangela Molari, inserito il 28/05/2002

TESTO

58. Esiste Dio?

Armando Torno, Pro e contro Dio

A tutti coloro che,
almeno una volta nella vita,
si sono chiesti: "Esiste Dio?".
E a mia madre che tanti anni fa
Mi ha detto: "Sì".
Ma anche ai compagni cattivi,
che per anni mi hanno suggerito: "No".
Infine a un gesuita
morto poco dopo gli ordini,
che mi ha risposto: "Sì, ma pensaci".

ricerca di DioDio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 27/05/2002

TESTO

59. Nostro fratello Giuda   1

Primo Mazzolari, Omelia 3 aprile 1958, Giovedì Santo

Gesù chiama "amico" Giuda: questa parola dice l'infinita tenerezza della carità del Signore.
Noi possiamo tradire l'amicizia di Cristo, Cristo non tradisce mai noi, suoi amici!
Anche quando non lo meritiamo, anche quando ci rivoltiamo contro di lui, anche quando lo neghiamo.
Davanti ai suoi occhi, davanti al suo cuore noi siamo sempre gli amici del Signore.
Lasciate che io domandi a Gesù, a Gesù che è in agonia, a Gesù che ci accetta come siamo, lasciate che io gli domandi, come grazia pasquale, di chiamarmi amico.
Perché la Pasqua è questa parola, detta a un povero Giuda come me, detta a dei poveri Giuda come voi.
Questa è la gioia: che Cristo ci ama, che Cristo ci perdona, che Cristo non vuole che noi disperiamo.
Per lui, noi saremo sempre gli amici.

L'audio dell'omelia è disponibile qui:
https://fondazionemazzolari.it/omelie-2/

e il testo integrale su Famiglia Cristiana

perdonoconversionepeccatomisericordia di Diorapporto con Dio

inviato da Mariangela Molari, inserito il 27/05/2002

RACCONTO

60. I monaci e la Parola   1

Ernesto Olivero, Il sogno di Dio

Tre monaci, tutti e tre studiosi della Bibbia, andarono un giorno da un grande uomo di preghiera per chiedergli come pregare la Parola. Il primo raccontò di aver letto la Bibbia da capo a fondo e di averla imparata a memoria. Il secondo disse di averla letta e riletta fino ad avere imparato a cantarla. Il terzo, intimidito dalla sapienza dei primi due, non osava parlare; l'uomo di Dio lo incoraggiò ed egli disse di essere riuscito a leggere una frase soltanto, ma di averla macinata giorno e notte nella mente e nel cuore, senza aver potuto andare più avanti. Il grande uomo di preghiera rispose: "E' questo il modo di pregare la Parola".

BibbiapreghieraParola di Dio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Mariangela Molari, inserito il 27/05/2002

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