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TESTO

1. Cerca il Signore

Jorge Mario Bergoglio, Omelia Messa di mezzanotte, Natale 2010

Cerca il Signore in un presepio,
cercalo dove nessuno lo cerca,
nel povero, nel semplice, nel piccolo,
non cercarlo tra le luci delle grandi città,
non cercarlo nell'apparenza.
Non cercarlo in tutto questo apparato pagano che ci si offre ogni momento.
Cercalo nelle cose insolite e che ti sorprendono.

cercare Gesùnatalepresepepoveriincarnazione

inviato da Qumran2, inserito il 28/12/2016

2. Lode al Dio dei vivi

Sei il Dio dei vivi.
Sei il Dio di chi ama tenacemente e fedelmente, pronto anche a morire per amore.
Sei il Dio di chi resiste a ogni desiderio di vendetta ed è capace di perdonare.
Sei il Dio di chi incoraggia chi è senza coraggio perché schiacciato dai fallimenti.
Sei il Dio di chi media la pace e riesce a intrecciare le mani di chi se le puntava contro.
Sei il Dio di chi benedice e con le parole non giudica.
Sei il Dio di chi apre la porta di casa e prepara la tavola a chiunque ha fame e freddo.
Sei il Dio di chi parla di te non con fredde parole ma con i caldi gesti quotidiani dell'amore.
Sei il Dio di chi vive anche se per la nostra società la sua vita non ha molto valore perché povero e straniero.
Sei il Dio di chi ha il corpo inefficiente e inutile ma dentro di se ha ancora il tuo respiro di vita,
Sei il Dio di mio papà, dei miei famigliari e amici che hanno lasciato questo mondo dove vivo io, ma che ora vivono in te.
So che sei il Dio dei vivi e questo dona al mio cuore a volte triste un soffio di vita e di speranza.

vitaviverecaritàsolidarietàmisericordiapovertàpoveri

inserito il 28/12/2016

ESPERIENZA

3. Tutti i giorni patate

don Giuseppe Ghirelli, sacerdote fidei donum

Così dicevo quando sono stato in Irlanda per l'Inglese, dove la patata è il piatto nazionale che trovi tutti i giorni a tavola anche se preparata in tanti modi. Arrivo in Etiopia e vedo che anche qui tutti i giorni a tavola ci sono le patate. Ma, attenzione! Mentre in Irlanda tutti possono comprare o coltivare le patate, qui a Kofale mica tutti possono mangiarle. Sì perché, per comprarle ci vogliono i soldi, per coltivarle ci vuole un pezzo di terra, ma non basta, perché anche se hai un pezzo di terra dove hai piantato le patate, se non piove non crescono.

E allora, chi può mangiare le patate? Non i poveri che non hanno soldi, né un pezzo di terra e non sempre hanno la pioggia dalla loro parte.

Ieri finalmente ha cominciato a piovere e oggi piove ancora, meno male, così, anche le famiglie più povere, potranno sfamarsi mangiando patate, certo non tutti i giorni, ma almeno per tanti giorni, io da parte mia cercherò di non lamentarmi, ma di ringraziare Dio, se invece tutti i giorni posso mangiare patate.

cibopoverimissionenon lamentarsiaccettazione

5.0/5 (2 voti)

inviato da Don Giuseppe Ghirelli, inserito il 16/06/2015

TESTO

4. Ateismo pratico   1

Oscar Arnulfo Romero, Omelia 29 luglio 1979

A cosa servono belle strade e aeroporti, begli edifici di tanti piani, se vengono costruiti con il sangue dei poveri, che non ne beneficeranno?

Ateo non è solo il marxismo, ateo pratico è anche il capitalismo. Questo divinizzare il denaro, questo idolatrare il potere, questo porre falsi idoli da sostituire al vero Dio. Viviamo tristemente in una società atea.

ateismomarxismocapitalismopoverisfruttamentoingiustiziapovertàricchezza

5.0/5 (2 voti)

inviato da Paola Berrettini, inserito il 16/06/2015

TESTO

5. Quanto dai

S. Ambrogio

Quanto dai al bisognoso, è un guadagno anche per te stesso.
Quanto riduce il tuo capitale, accresce in realtà il tuo profitto.
Il pane che dai ai poveri, è esso ad alimentarti.
Perché chi prova compassione per il bisognoso, coltiva se stesso con i frutti della propria umanità.

generositàamoreelemosinacaritàcondivisionepoverisolidarietà

4.7/5 (3 voti)

inviato da Qumran2, inserito il 09/06/2015

TESTO

6. La sofferenza dei poveri   1

Henry Fielding, La Fatica della Carità, Luciano Manicardi, pag. 18

La sofferenza dei poveri è notata meno dei loro reati, e per questo riduce la nostra pietà nei loro confronti. Periscono di fame e di freddo in mezzo ai loro simili, ma gli occhi dei benestanti li vedono soltanto quando chiedono l'elemosina, quando rubano e quando delinquono.

poveripovertàindifferenza

5.0/5 (1 voto)

inviato da Flavio Baldi, inserito il 16/09/2014

RACCONTO

7. Martin, il calzolaio che aspettava Gesù   11

Comunità missionaria Villaregia

Martin, avvicinandosi il Natale desiderava preparare qualcosa per Gesù. Gli preparò un paio di scarpe, una torta, e mise da parte dei risparmi che potevano servire a Gesù per i suoi poveri.

Quando era tutto pronto si mise ad aspettarlo. Improvvisamente qualcuno fuori gridò: "Al ladro, al ladro...". Una donna afferrava un bambino che le aveva rubato una mela. Martin, si addolorò e pensò: "Adesso, se arriva la polizia o lo prende, come passerà il Natale?". Prese i risparmi che aveva messo da parte per Gesù e li diede alla donna, pregandola di lasciar andare il bambino.

Nuovamente incominciò ad aspettare Gesù e per la finestra si accorse di un paio di piedi che camminavano scalzi sulla neve. "Chi sarà?", si domandò. E uscì a cercare il proprietario di quei piedi. Era un giovane: "Vieni, entra in casa mia, riscaldati un poco", gli disse. Afferrò le scarpe che aveva fatto per Gesù e gliele diede. Si disse felice: "Per Gesù mi rimane ancora la torta". Già il sole tramontava e vide un anziano che camminava curvo sulla strada. "Povero vecchietto, forse non avrà mangiato niente tutto il giorno". Lo invitò ad entrare nella sua casa, non gli restava che la torta, pazienza, pensò tra sè, offrendo la torta al povero, accoglierò Gesù un'altra volta. Dopo che anche l'anziano se ne andò, il povero Martin, si sentiva felice e nello stesso tempo triste, aveva preparato tutto per Gesù, ma lui non era arrivato: pazienza!

Durante la notte fece un sogno: nel sogno gli si presentò Gesù e gli disse:
"Martin, mi stavi aspettando?".
"Sì, ti ho atteso tutto il giorno..."
"Ma io sono venuto a visitarti per ben tre volte. Grazie dei tuoi regali!"

E Martin vide che Gesù aveva nelle sue mani i risparmi e la torta, ai suoi piedi le scarpe. Si svegliò felice: Gesù era venuto a visitarlo.

attesaNatalepoveriincarnazionegenerosità

5.0/5 (9 voti)

inviato da Don Paolo Benvenuto, inserito il 23/12/2013

TESTO

8. Il primo tabernacolo   1

don Primo Mazzolari, Il Vangelo del reduce, 1945

"E Maria diede alla luce il suo figliuolo e lo fasciò e lo pose a giacere in una greppia".
La stalla fu la prima chiesa e la greppia il primo tabernacolo, dopo il seno purissimo di Maria. Ogni cosa può diventare un ostensorio del suo amore. Anzi, le più umili, le più spregiate ne rispettano meglio il mistero, lasciandone trasparire e conservandone il divino incanto.

nataleeucaristiapoveripovertàincarnazione

4.7/5 (3 voti)

inviato da Paola Berrettini, inserito il 24/12/2011

TESTO

9. Il significato dell'Avvento   9

Tonino Bello

Avvento è essere convinti
che il Signore viene ogni giorno,
ogni momento nel qui
e nell'ora della storia,
viene come ospite velato.
E, qui, saperlo riconoscere:
nei poveri, negli umili, nei sofferenti.
Avvento significa in definitiva:
allargare lo spessore della carità!
Tanti auguri scomodi, allora!

avventonatalepoveriincarnazionericonoscere Gesùcarità

5.0/5 (4 voti)

inviato da Laura Alessi, inserito il 13/12/2011

TESTO

10. Il volto di Dio   1

S. Agostino, Commento alla I Lettera di S. Giovanni (In Io. Ep. tr. 7, 10)

Quale volto ha l'amore? quale forma, quale statura, quali piedi, quali mani? Nessuno lo può dire. Esso tuttavia ha i piedi, che conducono alla Chiesa; ha le mani, che donano ai poveri; ha gli occhi, coi quali si viene a conoscere colui che è nel bisogno...

amorecaritàchiesapoveriDio

5.0/5 (1 voto)

inviato da Qumran2, inserito il 20/10/2011

TESTO

11. I poveri hanno bisogno di noi   1

Annalena Tonelli

I piccoli, i senza voce, quelli che non contano nulla agli occhi del mondo ma tanto agli occhi di Dio da essere i suoi prediletti, hanno bisogno di noi. Noi dobbiamo essere con loro e per loro, e non importa nulla se la nostra azione è come una goccia d'acqua nell'oceano. Gesù Cristo non ha mai parlato di risultati. Lui ha parlato solo di di amarci, di lavarci i piedi gli uni gli altri, di perdonarci sempre. I poveri ci attendono e i modi del servizio sono infiniti, lasciati all'immaginazione di ciascuno di noi. Non aspettiamo di essere istruiti nel tempo del servizio, inventiamo e vivremo nuovi cieli e nuova terra ogni giorno della nostra vita.

Annalena Tonelli è una missionaria italiana nata a Forlì nel 1943; visse dal 1969 al 2003 in Africa, a servizio dei Somali. Scelse la piena e assoluta condivisione di una delle realtà più povere della terra.

servizioamorepoveripovertàimpegno

inviato da Paola Berrettini, inserito il 19/11/2009