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TESTO

1. Poesia del pane   1

Gianni Rodari

Se io facessi il fornaio vorrei cuocere un pane così grande da sfamare tutta la gente che non ha da mangiare. Un pane più grande del sole, dorato, profumato come le viole.
Un pane così verrebbero a mangiarlo dal Brasile, dall'India, dall'Africa, da tutto il mondo, i poveri, i bambini, i vecchietti, gli uccellini.
Sarà una data da studiare a memoria: un giorno senza fame, il più bello della storia.

amorecondivisionepanegenerositàdonodonare

inviato da Forner Fortunato, inserito il 10/12/2009

TESTO

2. Uomini e no

Manuel Bandeira, Brasile

Ieri ho visto una bestia tra le immondizie del mio cortile, cercava cibo. Quando trovava qualcosa, senza guardare e odorare, la trangugiava con avidità. Non era né un cane, né un gatto, né un topo. La bestia, mio Dio, era un uomo!

povertàuomoumanitàrifiutimiseria

5.0/5 (1 voto)

inviato da Luca, inserito il 18/03/2006

PREGHIERA

3. "Credo" che padre Daniele e i suoi fratelli lebbrosi recitavano ogni mattina

padre Daniele da Samarate, Servo di Dio, OFMCap, Missionario Cappuccino in Brasile, Lebbroso

Io sono figlio di Dio.
Dio abita in me.
Posso essere quello che desidero
perché Dio è il mio aiuto.
Non mi stanco mai
perché Dio è la mia forza.
Non sono mai ammalato e addolorato
perché Dio è la mia salute.
Non mi manca niente
perché Dio è il mio fornitore.
Proprio perché sono figlio di Dio,
sono unito alla Divina Presenza di mio Padre.
Io sono felice in tutto quello che intraprendo
perché il mio sapere e le mie conoscenze
aumentano in me ogni giorno che passa.
Amen.

fiducia in Diocredorapporto con Dioabbandonofiducia

inviato da F. Carlo, inserito il 08/12/2005

ESPERIENZA

4. Dalla droga alla consacrazione

Orizzonti news 10/2003

Per ventidue anni ho vissuto nell'inferno della droga, della solitudine, della malattia, della morte... Mio padre è morto quando avevo cinque anni, mia madre faceva la prostituta, due fratelli più grandi si bucavano, così io a tredici anni ho cominciato a bucarmi, a quattordici anni mi hanno detto che ero sieropositivo... un trauma!

Le cose sono andate sempre peggio. In carcere ho dovuto crescere in fretta, per difendermi dai grandi, e si è creata in me una grande rabbia, cattiveria. Qualche anno dopo mia madre è morta ed io sono rimasto solo, dopo tre anni muore anche mio fratello di AIDS... allora sono crollato, mi sono lasciato andare definitivamente alla droga ed a tutto ciò che mi addormentava il cervello. Sono andato avanti così per anni, senza capire che senso avesse per me vivere; ho incominciato a stare male fisicamente, a vedere tanti amici morire per overdose, per malattia, ad essere sempre più solo e ad odiare tutti. Per schivare il carcere sono entrato in una comunità, ci sono rimasto per sedici mesi, ma non è cambiato nulla, come sono uscito sono ricaduto subito, ho riprovato qualche anno dopo presso un'altra struttura, ma ci sono rimasto ancora meno, solo quattro mesi, e così mi sono arreso.

Nel 2000 sono stato ricoverato in ospedale per una polmonite, ho subito un piccolo intervento per introdurre una vena artificiale, e per uno sbaglio ho contratto un'epatite Delta fulminante. Dopo una settimana, appena uscito dal coma, mi sono trovato di fronte un prete, che mi ha dato l'estrema unzione; non potevo muovermi, e sono scoppiato a piangere, cosa che credevo di non saper più fare... Avrei dovuto capire tante cose, in quel momento, invece sono ritornato subito al mio "mondo".

Due anni fa la mia compagna, con cui vivevo da diversi anni, anche lei tossicodipendente sieropositiva, si è suicidata. Non ho mai desiderato morire come in quei giorni.

E' allora che qualcuno mi ha parlato di Nuovi Orizzonti, ma non ne volevo sapere, poi per fare un favore a qualcuno ci sono entrato; non è stato facile, ma non posso dimenticarmi l'amore che mi ha dato Lolli (Loredana, che insieme a Giulio e la figlioletta Miriam sono ora in Brasile, ndr), tutto ciò che mi ha insegnato, poi Alessandra, che non si è mai arresa, ed è riuscita a farmi abbandonare a Dio ed a far sì che Lui potesse cambiarmi.

Ora, nonostante tutti i problemi che ho, mi sento felice, vivo, amato; questa casa la sento la mia famiglia, ho deciso di fare le promesse di consacrazione, perché sento di voler donare questa mia vita a tutte le persone che soffrono come ho sofferto io e non sanno che c'è Qualcuno che ci ama infinitamente.

Non so perché mi mette nel cuore tutte queste cose, ma voglio testimoniarle a tutti.

Grazie!

sofferenzadrogasperanzavita nuova

inviato da Alfonso Gargano, inserito il 05/10/2004

PREGHIERA

5. Padre nostro del povero e dell'emarginato

Pe. Cireneo Kuhn SVD (Brasile), canto, ed. Verbo Filmes

Padre nostro, del povero e dell'emarginato.
Padre nostro, dei martiri e dei torturati,
il tuo nome è santificato in colui che muore difendendo la vita,
il tuo nome è glorificato quando la giustizia è nostra misura.
Il tuo regno è di libertà, fraternità, pace e comunione.
Maledetta tutta la violenza che divora l'uomo con la repressione.
Sia fatta la tua volontà.
Sei il vero Dio liberatore.
Non seguiremo le dottrine tramate dal potere dell'oppressione.
Ti chiediamo il pane della vita, della speranza e dei poveri,
il pane che ci porta all'unità
e ricostruisce l'uomo invece che i cannoni.
Perdonaci
quando per paura
rimaniamo zitti davanti alla morte.
Distruggi
il regno della corruzione come legge dei più forti.
Proteggigi
dalla cattiveria dei potenti e degli assassini.
Dio,
Padre,
Rivoluzionario,
Fratello dei poveri,
Dio degli oppressi.

Padre nostroingiustiziapovertàgiustizia

inviato da Elena Mencarelli, inserito il 14/12/2002