Commento su Giovanni 9,1-41

padre Paul Devreux

IV Domenica di Quaresima - Laetare (Anno A) (19 marzo 2023)

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita

Proviamo a domandarci chi è questo cieco e qual è il suo vissuto. E' uno che nasce svantaggiato dalla nascita perché non ci vede. Ma questa può essere la condizione di molti, me compreso. Io per esempio sono dislessico e sono sempre stato straniero. Ma il sentirsi svantaggiati rispetto agli altri può essere determinato da tantissime situazioni. Chi è che non ne ha una? Nessuno è perfetto. Il risultato è sempre lo stesso: Il cieco si ritrova a vivere alla finestra, ai margini della società. Passa il tempo a guardare gli altri che vivono, e per sopravvivere elemosina. Elemosina soldi, ma anche attenzioni, relazioni, affetti. Per questo motivo a volte ci si sottomette a violenze e soprusi assurdi, pur di far parte di un gruppo, pur di non rimanere soli. E' classico il caso del ragazzo che comincia a drogarsi perché l'amico gli suggerisce di farlo. E' importante domandarsi se mi ritrovo nella figura di questo cieco in qualche modo. Altrimenti questo vangelo ci parla poco.

e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?».

Questa domanda nasce dalla loro convinzione religiosa secondo la quale il male fosse sempre la conseguenza di un peccato. Da qui il concetto del castigo di Dio che è duro a morire.

Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo».

Gesù rifiuta il concetto della malattia legata al peccato perché sa che Dio è amore e misericordia, e non manda castighi. Vuole invece aiutarci a trasformare il male in bene, la povertà in opportunità.

Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

Notiamo che il cieco non ha chiesto nulla, ne si merita nulla. E' Gesù che vede il problema e prende l'iniziativa. Il gesto che fa è simbolo di una nuova creazione, come quando Dio plasma l'uomo dal fango. L'unico merito di quest'uomo, che non sa chi sta facendo questo, è che si lascia fare e ubbidisce all'invito di andarsi a lavare. Normalmente, quando qualcuno ci mette il dito nella piaga, ci fa male e reagiamo con violenza. Gesù ha saputo farlo e lo fa anche oggi, aiutandoci a vedere e accettare le nostre infermità e povertà. A questo deve servire la nostra preghiera; ad accettare di essere poveri e bisognosi. Solo cosi potrò alzarmi e cominciare a camminare. Potrò vedermi e vedere gli altri in un modo nuovo.

Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: “Va' a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov'è costui?». Rispose: «Non lo so».

Non sa chi è Gesù, ma sa che tramite lui la sua vita è cambiata cosi tanto che non lo riconoscono.

Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c'era dissenso tra loro.

I farisei pensano che se qualcuno non osserva il riposo del sabato, Dio punirà tutto il popolo, e Gesù, facendo del fango e guarendo a lavorato.

Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».

E' divertente notare che sono proprio le domande dei farisei che aiutano l'ex cieco a scoprire l'identità di Gesù. Ora lo chiama profeta!

Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l'età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età: chiedetelo a lui!».

Hanno paura perché essere espulsi dalla sinagoga aveva molte conseguenze sociali. Potevano perdere anche il lavoro. Fatto sta che l'ex cieco è sempre più solo, ma ci vede sempre di più. Vede che anche i suoi amati genitori sono dei poveracci da amare.

Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?».

La libertà e il senso dell'umorismo sono un dono di Dio.

Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

Più parlano, più l'ex cieco apre gli occhi e capisce che quest'uomo non può venire che da Dio. Sui farisei non dico nulla, tanto loro stanno bene così.

Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

Signore fa' che anche noi possiamo vederti e riconoscerti presente accanto a noi in ogni momento della nostra storia passata e presente, per riuscire a credere che tu ci starai anche domani.

Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».

Di quale peccato sta parlando?

Buona domenica.