Commento su Matteo 4,1-11

padre Paul Devreux

I Domenica di Quaresima (Anno A) (1 marzo 2020)

Il Vangelo ci parla delle tentazioni che Gesù vive nel deserto per 40 giorni, che simbolizzano tutta la sua vita.

Dice che, solo dopo quaranta giorni, ebbe fame. E' chiaro che si tratta di un racconto simbolico. Ma di cosa ha fame Gesù? Penso di vedere realizzata la sua missione. Questa è una cosa molto buona; il problema è come, secondo quale logica. E' qui che arrivano le tentazioni.

C'è la tentazione di diventare un Messia che piaccia a tutti, capace di cambiare la dura realtà di pietra in pane morbido, capace di fare tutti i miracoli che gli chiediamo. Un Messia potente, da poter pregare per ottenere qualsiasi cosa ci serva.

E' vero che anche io vorrei tanto un Dio che faccia tutto quello che gli chiedo, e forse Gesù è tentato di farlo, ma non sono sicuro che cosi raggiungerei la felicità.

Per esempio adesso mi farebbe comodo se ci liberasse del Corona Virus.

Gesù resiste a queste tentazioni di gloria e di piacerci. Preferisce fare altre scelte che ritiene più costruttive e che propone anche a noi, come via di realizzazione, per fare di noi persone costruttive e sopratutto per rivelarci il vero volto di Dio: quello di un Padre.

La prima proposta è quella di ascoltare la sua Parola. La seconda è quella di fidarmi di Dio in quanto è Padre, che sa meglio di me cosa è bene per la mia vita, la terza è quella di mettermi al servizio del suo regno, senza puntare al potere, come ha fatto Lui.

L'esperienza mi ha insegnato che vivendo cosi, non solo ho la soddisfazione di fare del bene, ma sto bene. E' quello che mi permette di ringraziare il Signore per la mia giornata e di dire: "Sia fatta la tua volontà", non con senso di rassegnazione o di sottomissione, ma come preghiera di chi sa che si può fidare del Padre, anche se apparentemente le cose vanno male.

Le tentazioni sono una falsa promessa di felicità.

Signore aiutaci a smascherarle e a fare scelte intelligenti, seguendo Gesù, maestro e guida.