Un Amore senza paure

don Mario Simula

VI Domenica di Pasqua (Anno C) (26 maggio 2019)

Dio ha una Sposa amata, privilegiata, scrigno delle sue ricchezze. E' una Sposa tutta splendente della Gloria del Signore. Il Signore, l'Onnipotente e l'Agnello sono il suo Tempio. E' la grande Città del presente e del futuro, fino alla fine dei tempi. Non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna. E' illuminata dalla gloria di Dio, la sua lampada è l'Agnello.

Queste immagini risuonano nel credente, che ha scelto di essere discepolo di Cristo Risorto, come una speranza che non viene mai meno. L'amore di Dio accompagna questa sua Famiglia fino al ritorno di Gesù Glorioso. Ci sarà in quel giorno la grande ricapitolazione di tutto il creato, di tutte le creature, di tutta la storia nelle mani di Gesù, e Gesù farà l'offerta di questa meravigliosa avventura al Padre.

Intanto la Famiglia di Dio cammina in questo mondo annunciando le meraviglie del Signore Risorto. Lo fa in mezzo alle persecuzioni, all'incomprensione di molti. Lo fa diventando oggetto, molto spesso, di insulto, di sarcasmo, di disprezzo. Tuttavia è talmente grande il dono che la Chiesa porta, che Gesù non può abbandonarla a se stessa. Se noi ameremo Lui, e osserveremo la sua Parola di vita, Gesù e il Padre ci ameranno, verranno dentro e in mezzo a noi, e prenderanno dimora presso di noi.

Lo Spirito che il Padre dona nel nome di Gesù, sarà suo Maestro e sua Luce. Sua memoria instancabile. Tutto ritornerà nel ricordo dei discepoli che dovranno annunciare la salvezza del Signore ad ogni uomo. Questa missione è impegnativa, entusiasmante, faticosa, spesso non capita. Gesù, allora, si mette accanto a noi e ci dona la pace del cuore. La sua pace, che non è quella del mondo. E' una pace che costruisce ponti, che stabilisce legami di fraternità, che elargisce perdono, che trasmette fiducia e misericordia.

Gesù, come se avvertisse le nostre difficoltà possibili e spesso reali, ci incoraggia: “Non sia turbato il vostro cuore e non abbiate timore”. A volte siamo presi da una paura indecifrabile, in certi momenti rasenta la vergogna di essere riconosciuti come discepoli. Spesso si mimetizza con una mondanità che ci fa apparire simpatici, anche a quella mentalità che non appartiene a Dio. Gesù ci sprona: “Non sia turbato il vostro cuore. State saldi. Affidatevi ogni attimo a me. Io sono il vostro braccio potente, il vincastro che vi orienta nella notte. Io vi faccio andare oltre ogni timore. Di che cosa dovreste avere paura se io per voi ho dato tutto? Io il Signore del cielo e della terra, il vincitore sul peccato e sulla morte. Di che cosa dovete avere paura? Anche se non mi vedrete, perché salirò al Padre, dovete rallegrarvi, perché io tornerò da voi, senza avervi abbandonato un momento, anche se non mi avete visto con gli occhi e toccato con le mani”.

Ma come è possibile che noi troviamo questa forza, questa gioia?

Ancora una volta Gesù ci ricorda che se lo ameremo con tutto noi stessi, senza lasciarci distrarre dalle cose che ci affliggono, dalle umiliazioni che subiamo, dalle incoerenze che sperimentiamo e che vediamo, si rallegrerà il nostro cuore perché Gesù ritorna al Padre per prepararci il posto.

La strada per raggiungerlo rimane una sola: è la strada dell'amore. Gesù ce lo sta dicendo prima di salire al cielo, per rafforzare la nostra fede, per dare vigore alla nostra speranza, per metterci ad ogni momento lungo i suoi sentieri. E' un testamento d'amore che noi ci troviamo tra le mani. Non possiamo metterlo in cassaforte e dimenticarcene. Deve essere sempre vivo davanti ai nostri occhi. D'altra parte come faremo a farci riconoscere come amici, discepoli di Gesù, se non manifestando l'amore per Lui e tra di noi? Questa dovrà essere la nostra lotta quotidiana. Questa dovrà essere la nostra conquista. Oltre i muri troveremo l'amore. Occorre però demolire i muri per incontrare l'amore.

Gesù, Tu ami la tua Chiesa con una fedeltà e con un amore che non conoscono nessuna ferita. La Tua tenerezza verso la Sposa è totale. Immensa. Al di sopra di ogni nostra attesa.
Eppure Tu, Gesù, sai che questa Sposa a volte non è fedele al tuo amore. Si perde lungo i labirinti della mondanità, si lascia corrompere dal potere e dalla ricchezza. Tu non ti stanchi. La prendi per mano e fai nascere nel suo cuore più profondo, germi infiniti di santità.

La prima Chiesa ti ha risposto provando gioia per la persecuzione. Gesù, era talmente innamorata che non temeva le prigioni, le catene, i flagelli, i leoni dei circhi, la crudeltà dei potenti. Quella Chiesa genuina ancora folgorata dalla gioia della Pasqua, sapeva sempre tornare ai tuoi occhi. Anche nella sofferenza più grande si sentiva mossa, incoraggiata, sostenuta dall'amore.

Gesù, aiutaci a non aver paura.

Aiutaci a non essere travolti dal turbamento.

Insegnaci ad andare oltre il timore, verso l'amore che sei Tu, solo Tu, con il Padre e con lo Spirito d'amore.

Gesù, vogliamo essere immagine tersa della tua persona.

Vogliamo essere narratori fedeli della tua parola.

Vogliamo essere testimoni credibili delle tue opere che salvano l'uomo.

Per questo non possiamo perderci nelle nostre piccole discussioni, e nemmeno nei nostri programmi che non vibrano della Tua Presenza.

Gesù, vogliamo sempre essere coloro che ti hanno conosciuto dall'inizio.

Che ti hanno visto ritornare al Padre e non si sono scoraggiati perché tu li hai accompagnati col Vento irresistibile del Tuo Spirito, con la Fiamma incandescente del suo amore.

Oggi, Gesù, siamo qui, discepoli di un'ora difficile, eppure affascinante.

Voci che gridano nel deserto. Segni poveri della Tua carità.

Gesù oggi in questo mondo che ha sete di te, anche senza saperlo, vogliamo portare la tua acqua di vita, il tuo sangue inebriante, il tuo perdono che consola, l'olio che unge e dà forza fino all'ultimo istante.

Oggi, Gesù, vogliamo essere, nonostante le nostre persone, costruttori di incontri, di dialogo, di stima, di simpatia, di apertura, di solidarietà.

Oggi, Gesù, vogliamo essere, in questo mondo dolente, la speranza che non si estingue, la fiamma che resiste ad ogni uragano.

Gesù, oggi, abbiamo bisogno di Te. Più che mai di Te. Solo di Te. Quello che operiamo noi, se non è cesellato dalle tue mani, può diventare una tentazione e un intralcio. Ma Tu, Gesù, ami la Tua Chiesa. Siamo la tua Chiesa. Insieme. Un unico corpo con tante membra. Un'unica vite con tanti tralci. Un'unica famiglia con tante diversità preziose, da valorizzare, nelle quali credere, in modo che il tuo volto risulti splendente agli occhi di tutti.

(Don Mario Simula)