La profanazione del tempio

Monaci Benedettini Silvestrini

Venerdì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (23 novembre 2007)

Quello stesso Gesù che aveva detto: "imparate da me, che sono mite e umile di cuore" scaccia con veemenza i venditori nel tempio. Il luogo della preghiera era diventato un mercato e una spelonca di ladri e tutto ciò è orrendamente sacrilego. Quando la religione si trasforma in commercio di cose e in luogo di profitto c'è da temere la giusta ira di Dio. Dalla simonia all'idolatria il passo è breve. La tentazione di vendere e commerciare con le cose sante o di approfittare per trarne profitti personali è ricorrente nella storia di tutte le religioni e anche la nostra chiesa ripetutamente ha dovuto e deve ancora difendersi da tali tentazioni. Gesù ci ha ammonito: "gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date". Qualunque prezzo si voglia stabilire per le cose di Dio è sempre infinitamente inadeguato al suo valore. Lo stesso Signore del resto si è impegnato a non lasciarci mancare nulla a coloro che pongono al primo posto l'avvento del suo Regno: "Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta".Ha impegnato anche i fedeli perché provvedano generosamente il necessario ai predicatori del vangelo: "l'operaio è degno della sua mercede".