L'invio dei 72 discepoli. Ricostruire la Vita Comunitaria

a cura dei Carmelitani

XIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (8 luglio 2007)

1. Orazione iniziale

Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il quale l'hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e della tua morte. Così, la croce che sembrava essere la fine di ogni speranza, è apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione.

Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti, affinché anche noi, come i due discepoli di Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Questo noi chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre e inviato lo Spirito. Amen.

2. Lettura

a) Chiave di lettura:

La predicazione di Gesù attira molta gente (Mc 3,7-8). Attorno a lui comincia a nascere una piccola comunità. Prima, due persone (Mc 1,16-18); poi altre due (Mc 1,19-20); dopo, dodici (Mc 3,13-19); ed ora, nel nostro testo, più di settantadue persone (Lc 10,1). La comunità va crescendo. Una delle cose in cui Gesù maggiormente insiste è la vita di comunità. Lui stesso ha dato l'esempio. Non volle mai lavorare da solo. La prima cosa che fece all'inizio della sua predicazione in Galilea fu chiamare la gente a stare con lui ed aiutarlo nella sua missione (Mc 1,16-20; 3,14). L'ambiente di fraternità che nasce attorno a Gesù è un saggio del Regno, una prova della nuova esperienza di Dio come Padre. Ed allora, se Dio è Padre e Madre, allora siamo tutti una famiglia, fratelli e sorelle. Così nasce la comunità, la nuova famiglia (cf. Mc 3,34-35).

Il Vangelo di questa domenica ci indica norme pratiche per orientare i settantadue discepoli nell'annuncio della Buona Novella del Regno e nella ricostruzione della vita comunitaria. Annunciare la Buona Novella del Regno e ricostruire la vita comunitaria sono due lati della stessa medaglia. L'uno senza l'altro non esiste e non si capisce. Nel corso della lettura del testo cerca di scoprire questo legame che c'è tra la vita in comunità e l'annuncio del Regno di Dio.

b) Una divisione del testo per aiutarne la lettura:

Luca 10,1: La Missione

Luca 10,2-3: La Corresponsabilità

Luca 10,4-6: L'Ospitalità

Luca 10,7: La condivisione

Luca 10,8: La comunione attorno alla mensa

Luca 10,9a: L'accoglienza degli esclusi

Luca 10,9b: La venuta del Regno

Luca 10,10-12: Scuotere la polvere dei sandali

Luca 10,17-20: Il nome scritto nei cieli

c) Testo:

Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città.

I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli».

3. Momento di silenzio orante

perché la Parola di Dio possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita.

4. Alcune domande

per aiutarci nella meditazione e nell'orazione.

a) Qual è il punto di questo testo che più ti è piaciuto o che ti ha colpito maggiormente? Perché?

b) Quali sono, una ad una, le cose che Gesù ordina di fare, e quali ordina di evitare?

c) Cosa vuole chiarire Gesù con ognuna di queste raccomandazioni così diverse dalla cultura odierna?

d) Come realizzare oggi ciò che il Signore chiede: "non portate borsa", "non passate di casa in casa", "non salutate nessuno lungo la strada", "scuotete la polvere dei sandali"?

e) Perché tutti questi atteggiamenti raccomandati da Gesù sono un segnale della venuta del Regno di Dio?

f) Gesù chiede di essere attenti a ciò che è più importante e dice: "I vostri nomi sono scritti nei cieli!" Cosa significa questo per noi?

5. Per coloro che desiderano approfondire il tema

a) Contesto letterario e storico:

Poco prima del nostro testo, in Luca 9,51, inizia la seconda tappa dell'attività apostolica di Gesù, cioè, un lungo viaggio verso Gerusalemme (Lc 9,51 a 19,29). La prima tappa avvenne in Galilea ed iniziò con la presentazione del programma di Gesù nella sinagoga di Nazaret (Lc 4,14-21). Nella seconda tappa, entra in Samaria, invia messaggeri davanti a lui (Lc 9,52), ed attira nuovi discepoli (Lc 9,57-62). La seconda tappa inizia con la designazione degli altri 72 discepoli e con la presentazione del programma che deve orientarli nell'azione missionaria (Lc 10,1-16). Luca suggerisce così che questi nuovi discepoli non sono più giudei della Galilea, ma samaritani, e che il luogo dove Gesù annuncia la Buona Novella non è più la Galilea bensì la Samaria, il territorio degli esclusi. L'obiettivo della missione che i discepoli ricevono è la ricostruzione della vita comunitaria. Al tempo di Gesù c'erano vari movimenti che, come Gesù, cercavano un modo nuovo di vivere e convivere: farisei, esseni, zeloti, Giovanni Battista ed altri. Molti di loro formavano una comunità di discepoli (Gv 1,35; Lc 11,1; At 19,3) ed avevano i loro missionari (Mt 23,15). Ma c'era una grande differenza. Le comunità dei farisei, per esempio, vivevano separate dalla gente. La comunità attorno a Gesù viveva in mezzo alla gente. La proposta di Gesù per i 72 discepoli riscatta gli antichi valori comunitari che si stavano perdendo, quali per esempio l'ospitalità, l'accoglienza, la condivisione, la comunione attorno alla mensa, l'accoglienza degli esclusi. Gesù cerca di rinnovare e di riorganizzare le comunità, in modo che siano di nuovo un'espressione dell'Alleanza, una espressione del Regno di Dio.

b) Commento del testo:

Luca 10,1: La Missione

Gesù invia i discepoli nei luoghi dove lui proprio deve andare. Il discepolo è il portavoce di Gesù. Non è il padrone della Buona Novella. Gesù li invia a due a due. Ciò favorisce l'aiuto reciproco, e così la missione non è individuale, bensì comunitaria. Due persone rappresentano meglio la comunità.

Luca 10,2-3: La corresponsabilità

Il primo compito è quello di pregare affinché Dio invii operai. Tutti i discepoli di Gesù devono sentirsi responsabili della missione. Per questo deve pregare il Padre, per la continuità della missione. Gesù invia i suoi discepoli come agnelli in mezzo a lupi. La missione è un compito difficile e pericoloso. Ed il sistema in cui vivevano ed in cui ancora viviamo era e continua ad essere contrario alla riorganizzazione della gente in comunità vive. Chi, come Gesù, annuncia l'amore in una società organizzata a partire dall'egoismo individuale e collettivo, sarà agnello in mezzo ai lupi, sarà crocifisso.

Luca 10,4-6: L'ospitalità

I discepoli di Gesù non possono portare nulla, né borsa, né sandali. Solo devono portare la pace. Ciò significa che devono confidare nell'ospitalità della gente. Così il discepolo che va senza nulla portando appena la pace, mostra che ha fiducia nella gente. Pensa che sarà ricevuto e la gente si sente rispettata e confermata. Per mezzo di questa pratica i discepoli criticavano le leggi dell'esclusione e riscattavano gli antichi valori della convivenza comunitaria del popolo di Dio. Non salutare nessuno lungo la strada significa che non si deve perdere tempo con le cose che non appartengono alla missione. E' possibile che sia un'evocazione dell'episodio della morte del figlio della sunammita, dove Eliseo dice all'impiegato: "Parti! Se qualcuno ti saluta, non rispondergli" (2Re 4,29), perché si trattava di un caso di morte. Annunciare la Buona Novella di Dio è un caso di vita o di morte!

Luca 10,7: La Condivisione

I discepoli non devono andare di casa in casa, ma rimanere nella stessa casa. Cioè devono convivere in modo stabile, partecipare nella vita e nel lavoro della gente del luogo e vivere di ciò che ricevono in cambio, perché l'operaio merita il suo salario. Ciò significa che devono aver fiducia nella condivisione. E così, per mezzo di questa nuova pratica, loro riscattavano una delle più antiche tradizioni del popolo di Dio, criticando una cultura di accumulazione che marcava la politica dell'Impero Romano ed annunciavano un nuovo modello di convivenza umana.

Luca 10,8: La comunione attorno alla mensa

I discepoli devono mangiare ciò che la gente offre loro. Quando i farisei andavano in missione, andavano preparati. Portavano sacco e denaro per potersi occupare del proprio cibo. Sostenevano che non potevano aver fiducia nel cibo della gente perché non sempre era ritualmente "puro". Così, le osservanze della Legge della purezza legale, in vece di aiutare a superare le divisioni, indebolivano il vissuto dei valori comunitari. I discepoli di Gesù non dovevano separarsi dalla gente, ma al contrario, dovevano accettare la comunione attorno alla mensa. Nel contatto con la gente, non potevano aver paura di perdere la purezza legale. Il valore comunitario della convivenza fraterna prevale sull'osservanza delle norme rituali. Agendo così, criticavano le leggi della purezza che erano in vigore, ed annunciavano un nuovo accesso alla purezza, all'intimità con Dio.

Luca 10,9a: L'accoglienza agli esclusi

I discepoli devono occuparsi dei malati, curare i lebbrosi e cacciare i demoni (cf Mt 10,8). Questo significa che devono accogliere dal di dentro della comunità coloro che da essa furono esclusi. La pratica della solidarietà critica la società che esclude una persona dal resto della comunità. E così si recupera l'antica tradizione profetica del goêl. Fin dai tempi più antichi la forza del clan o della comunità si rivelava nella difesa dei valori della persona, della famiglia e della possessione della terra, e concretamente si manifestava ogni "sette volte sette anni" nella celebrazione dell'anno giubilare (Lv 25,8-55; Dt 15,1-18).

Luca 10,9b: L'arrivo del Regno

Ospitalità, condivisione, comunione attorno alla mensa, accoglienza degli esclusi (goêl) erano le quattro colonne che dovevano sostenere la vita comunitaria. Però a causa della situazione difficile della povertà, della mancanza di impiego, della persecuzione e della repressione da parte dei romani, queste colonne si erano rotte. Gesù vuole ricostruirle ed afferma che, se si ritorna a queste quattro esigenze, i discepoli possono annunciare ai quattro venti: Il Regno dei cieli è qui! Annunciare il Regno non è in primo luogo insegnare verità e dottrine, ma portare le persone ad un nuovo modo di vivere e di convivere, ad un nuovo modo di agire e di pensare, partendo dalla Buona Novella che Gesù ci annuncia: Dio è Padre, e quindi noi siamo fratelli e sorelle gli uni degli altri.

Luca 10,10-12: Scuotere la polvere dai sandali

Come intendere questa minaccia così severa? Gesù non è venuto a portare una cosa totalmente nuova. E' venuto a riscattare i valori comunitari del passato: l'ospitalità, la condivisione, la comunione attorno alla mensa, l'accoglienza degli esclusi. Ciò spiega la severità contro coloro che rifiutano il messaggio. Ma loro non rifiutano qualcosa di nuovo, bensì il loro passato, la propria cultura e saggezza! Il programma di Gesù ai 72 discepoli aveva lo scopo di scavare nella memoria, di riscattare i valori comunitari della più antica tradizione, di ricostruire la comunità e di rinnovare l'alleanza, di rifare la vita e così, fare in modo che Dio diventi di nuovo la grande Buona Notizia per la vita umana.

Luca 10,17-20: Il nome scritto nel cielo

I discepoli ritornano dalla missione e si riuniscono con Gesù per valutare quanto fatto. Cominciano a raccontare. Informano con molta allegria che, usando il nome di Gesù, sono riusciti a scacciare i demoni! Gesù li aiuta nel discernimento. Se loro riescono a cacciare i demoni, è proprio perché Gesù ha dato loro potere. Stando con Gesù non potrà succedere loro nulla di male. E Gesù dice che la cosa più importante non è scacciare i demoni, ma avere il loro nome scritto nel cielo. Avere il proprio nome scritto nel cielo vuol dire avere la certezza di essere conosciuti ed amati dal Padre. Poco prima, Giacomo e Giovanni avevano chiesto di far cadere un fuoco dal cielo per uccidere i samaritani (Lc 9,54). Ora, per l'annuncio della Buona Novella, Satana cade dal cielo (Lc 10,18) ed i nomi dei discepoli samaritani entrano nel cielo! In quel tempo molte persone pensavano che ciò che era samaritano era cosa del demonio, cosa di Satana (Gv 8,48). Gesù cambia tutto!

c) Ampliando le informazioni:

Le piccole comunità che si vanno formando, sia in Galilea come in Samaria, sono in primo luogo "saggio del Regno". La comunità attorno a Gesù è come il volto di Dio, trasformato in Nuova Novella per la gente, soprattutto per i poveri. Sarà che la nostra comunità è così?

Ecco alcune tratti della comunità che si formò attorno a Gesù. Sono tratti del volto di Dio che si rivelano in essa. Servono da specchio per la revisione della nostra comunità:

i) "Uno solo è il maestro e voi tutti siete fratelli" (Mt 23,8). La base della comunità non è il sapere, nemmeno il potere, ma l'uguaglianza tra tutti: fratelli e sorelle. E' la fraternità.

ii) Gesù insiste nell'uguaglianza tra uomo e donna (Mt 19,7-12) e da ordini tanto agli uomini come alle donne (Mt 28,10; Mc 16,9-10; Gv 20,17). Tutti loro "seguono" Gesù, dalla Galilea (Mc 15,41; Lc 8,2-3).

iii) C'era una cassa comune che era condivisa con i poveri (Gv 13,29). Questa condivisione deve raggiungere l'anima ed il cuore (At 1,14; 4,32). Deve giungere fino al punto che non ci siano segreti tra di loro (Gv 15,15).

iv) Il potere è servizio. "Chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti!" (Mc 10,44). Gesù da l'esempio (Gv 13,15). "Non sono venuto per essere servito, ma per servire" (Mt 20,28). "Sono in mezzo a voi come colui che serve" (Lc 22,27). "Siamo servi inutili!" (Lc 17,10)

v) A causa dei molti conflitti e divisioni, Gesù insiste affinché la comunità sia un luogo di perdono e di riconciliazione. E non di condanna reciproca (Mt 18,21-22; Lc 17,3-4). Il potere di perdonare fu dato a Pietro (Mt 16,19), agli apostoli (Gv 20,23) ed alle comunità (Mt 18,18). Il perdono di Dio passa per la comunità.

vi) Pregavano insieme nel Tempio (Gv 2,13; 7,14; 10,22-23). A volte Gesù forma gruppi minori (Lc 9,28; Mt 26,36-37). Pregano prima di mangiare (Mc 6,41; Lc 24,30) e frequentano le sinagoghe (Lc 4,16).

vii) Allegria che nessuno può togliere (Gv 16,20-22) "Beati voi!" Il vostro nome è scritto nel cielo (Lc 10,20), i loro occhi vedranno la promessa (Lc 10,23-24), il Regno è vostro! (Lc 6,20).

La comunità attorno a Gesù serve da modello ai primi cristiani dopo la sua risurrezione (At 2,42-47)! La comunità è come il volto di Dio trasformato in Buona Novella per la gente.

6. Preghiera del Salmo 146 (145)

Il Volto di Dio, confermato da Gesù

Alleluia.

Loda il Signore, anima mia:

loderò il Signore per tutta la mia vita,

finché vivo canterò inni al mio Dio.

Non confidate nei potenti,

in un uomo che non può salvare.

Esala lo spirito e ritorna alla terra;

in quel giorno svaniscono tutti i suoi disegni.

Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe,

chi spera nel Signore suo Dio,

creatore del cielo e della terra,

del mare e di quanto contiene.

Egli è fedele per sempre,

rende giustizia agli oppressi,

dà il pane agli affamati.

Il Signore libera i prigionieri,

il Signore ridona la vista ai ciechi,

il Signore rialza chi è caduto,

il Signore ama i giusti,

il Signore protegge lo straniero,

egli sostiene l'orfano e la vedova,

ma sconvolge le vie degli empi.

Il Signore regna per sempre,

il tuo Dio, o Sion, per ogni generazione.

7. Orazione finale

Signore Gesù, ti ringraziamo per la tua Parola che ci ha fatto vedere meglio la volontà del Padre. Fa' che il tuo Spirito illumini le nostre azioni e ci comunichi la forza per eseguire quello che la Tua Parola ci ha fatto vedere. Fa' che noi, come Maria, tua Madre, possiamo non solo ascoltare ma anche praticare la Parola. Tu che vivi e regni con il Padre nell'unità dello Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.