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TESTO Commento su 2Re 5,10

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Lunedì della III settimana di Quaresima (12/03/2007)

Brano biblico: 2re 5,10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 4,24-30

24

Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria.

25

Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese;

26

ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone.

27

C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».

28All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. 29Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. 30Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

Dalla Parola del giorno

Va', bagnati sette volte nel Giordano: la tua carne tornerà sana e tu sarai guarito.

Come vivere questa Parola?

Naaman, il siro, cioè un pagano, è affetto da lebbra. Seguendo il consiglio di un giovanetta israeliana, schia-va di sua moglie, si reca da Eliseo per essere guarito. Il profeta, contrariamente alle aspettative dell'uomo, non gli va incontro, ma gli invia un messaggero con l'ingiunzione di bagnarsi sette volte nel Giordano. Un episodio carico di simbolismo. Notiamo, innanzitutto, una situazione di disagio: Naaman occupa a livello umano un posto di prestigio ma è "lebbroso". Il male lo corrode: la sua carne marcisce come quella di un ca-davere. Immagine del peccato che lascia l'illusione di essere vivi, capaci di soggiogare il mondo, mentre il suo fetore appesta la stessa vita del peccatore, spegnendo la gioia. Ed ecco una "giovinetta", un "messagge-ro": eventi, incontri casuali, una parola letta... aprono uno spiraglio di speranza. "Va' e bagnati sette volte". Il numero della compiutezza, della pienezza. È un affidarsi senza riserve a quell'Acqua risanatrice che è sgorgata dal costato di Gesù: lo Spirito Santo. È un lasciare che quell'Acqua penetri in tutti i risvolti del pro-prio essere, risanando e purificando, così che la vita piena, la vita della grazia possa tornare a fluire in noi. E sarà un approdare alla "terra promessa", a cui rimanda l'accenno al Giordano, il fiume in cui Israele dovette immergersi, lasciandosi alle spalle il deserto. Ma attenzione a non trasferirla esclusivamente nell'al di là! "Terra promessa" è anche quella di una vita che va maturando verso la pienezza del proprio essere e, a rag-gio più ampio, una società in cui nessuno debba più sentirsi straniero, emarginato, sfruttato.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, proverò a guardare con occhi nuovi la mia "lebbra". Innanzitutto la chiamerò col suo nome, senza minimizzarla o mimetizzarla. Poi mi immergerò nell'Acqua risanatrice dello Spirito che mi è offerta nei sacramenti e in ogni autentico incontro con Dio, deciso a incamminarmi verso la "terra promessa" di un'esistenza segnata dall'Amore. Cadenzerò la mia giornata sulla preghiera del cuore:

Signore Gesù abbi pietà di me peccatore.

La voce di un Padre della Chiesa

Vedete quante sono le vie di accesso alla misericordia che la clemenza del nostro Salvatore ci ha aperto: per-ciò nessuno che desidera la salvezza si lasci fiaccare dalla disperazione, vedendo con quanti mezzi è invitato alla vita.
Giovanni Cassiano

 

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