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TESTO Le beatitudini per la vera felicità

don Roberto Rossi  

VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (11/02/2007)

Vangelo: Lc 6,17.20-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,17.20-26

In quel tempo, Gesù, 17disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone,

20Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:

«Beati voi, poveri,

perché vostro è il regno di Dio.

21Beati voi, che ora avete fame,

perché sarete saziati.

Beati voi, che ora piangete,

perché riderete.

22Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.

24Ma guai a voi, ricchi,

perché avete già ricevuto la vostra consolazione.

25Guai a voi, che ora siete sazi,

perché avrete fame.

Guai a voi, che ora ridete,

perché sarete nel dolore e piangerete.

26Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti.

"O Dio che respingi i superbi e doni la tua grazia agli umili, ascolta il grido dei poveri e degli oppressi; spezza il giogo della violenza e dell'egoismo che ci rende estranei gli uni agli altri, e fa' che accogliendoci come fratelli diventiamo segno dell'umanità rinnovata nel tuo amore".

Gesù ha scelto e chiamato per nome i suoi dodici apostoli. Mentre discende con loro dal monte, viene circondato da una grande folla, tra cui molti malati. Appena essi riescono a toccare Gesù, una forza misteriosa li guarisce. La folla è piena di ammirazione per Gesù: se egli guarisce con tanta facilità i malati, vuoi dire che Dio è con lui. E attende che parli, perché ognuno porta nel cuore delle sofferenze che non sono fisiche, e che solo la parola di un grande profeta di Dio può guarire. Attende che Gesù indichi la strada della felicità tra le tante miserie della vita.

E Gesù inizia a parlare. Fa un discorso che noi leggeremo per tre domeniche consecutive. Rovesciando la comune maniera di pensare (che vede nelle ricchezze la fonte della felicità), Gesù inizia le sue parole proclamando beati (noi diremmo oggi fortunati) i poveri, quelli che hanno fame, quelli che piangono, quelli che sono perseguitati perché cercano di vivere nell'onestà. Beati, fortunati perché? Perché possiedono le caratteristiche per entrare in possesso del regno di Dio. Gesù sa che i poveri, quelli che hanno fame, quelli che piangono, quelli che sono perseguitati, conoscono la fragilità della vita, confidano in Dio più che in se stessi, sentono il bisogno di essere salvati dal peccato, dalla morte, sono disposti ad aiutarsi a vicenda, e aspettano l'aiuto e la salvezza di Dio. Sono quindi nella condizione giusta, nella corretta apertura a Dio per accettare il suo regno. La Scrittura presenta la beatitudine nell'ascolto e nella scelta di camminare nella legge di Dio. La beatitudine sta nella vicinanza a Dio.

Tutte le beatitudini presentate dall'evangelista Luca si condensano in realtà nella prima che innalza i poveri. La povertà di cui parla Gesù è la scelta per il Regno, la decisione di

porsi dietro i passi di Gesù con un cuore disponibile a lasciarsi rinnovare da Dio.

Poi Gesù pronuncia quattro severi «guai»: contro i ricchi, quelli che sono sazi, quelli che ridono e sono contenti di come vanno le cose del mondo, quelli che vengono lodati e approvati da tutti. Essi infatti non sentono il bisogno di Dio, non attendono né sperano nulla da lui: non avvertono la necessità che Dio li aiuti e li salvi. Non entreranno quindi nel regno di Dio, ma rimarranno chiusi nel loro egoismo. Gesù li considera dei falliti in questa vita, perché non sentiranno mai la gioia di essere figli di Dio, di vivere come fratelli, di sacrificarsi per gli altri. Le parole di Gesù rovesciano la mentalità corrente, quella che stima beati i ricchi e i potenti. E' la nuova mentalità dei cristiani, che farà di loro il popolo nuovo della Terra: un popolo attento agli umili, ai miseri, agli emarginati; un popolo che vede Gesù nei sofferenti, e spezza con loro il pane.

«La beatitudine promessa da Gesù - dice il Catechismo della Chiesa Cattolica - ci insegna che la vera felicità non si trova nelle ricchezze o nel benessere... ma in Dio solo, sorgente di ogni bene e di ogni amore. Ci invita a purificare il cuore dai suoi istinti cattivi e a cercare l'amore di Dio sopra di tutto. [Purtroppo però] alla ricchezza tutta la massa degli uomini tributa un omaggio istintivo. La ricchezza è quindi uno degli idoli del nostro tempo» (n. 1723).

Una domanda brucia sulle labbra di chi legge le beatitudini di Gesù: il regno di Dio si realizzerà solo dopo questa vita, nella casa del Padre, o avrà inizio in questo mondo di terra e di sangue?

Leggendo il Vangelo possiamo rispondere che Gesù previde la realizzazione piena del Regno e delle beatitudini nella casa del Padre; ma affidò anche ai cristiani e alle persone di buona volontà l'inizio della loro realizzazione in questa vita, per dare speranza al mondo, per dare gioia a chi è afflitto e nutrimento a chi soffre la fame.

L'Abbé Pierre, una lucida coscienza cristiana del nostro tempo, ha dichiarato: «Questa società, la società occidentale almeno, è satanizzata dal consumismo e dall'idolatria del denaro. E una società condannata. Lo scandalo della disuguaglianza emerge in tutta la sua crudezza da una parte all'altra del pianeta.

Il rimedio? E' ritrovare lo spirito delle beatitudini, ancorarsi ai valori che esse proclamano, ispirare ad esse i nostri comportamenti. Ecco, io direi che le beatitudini bisogna farle diventare la nostra guida morale. Il regno di Dio è qui in terra, basta cercarlo».

Si tratta di accogliere con fede le parole di Dio e di assaporare la verità profonda che esse contengono. "Maledetto l'uomo che confida nell'uomo, che pone nelle cose materiali il suo sostegno e allontana dal Signore il suo cuore... Benedetto l'uomo che confida nel Signore... egli è come un albero piantato lungo l'acqua, non teme pericoli, non smette di produrre frutti" (Geremia). "Beato l'uomo che pone la speranza nel Signore... la via degli
empi andrà in rovina" (Salmo 1).

Gesù dice nel vangelo: "Beati voi poveri, perché vostro è il regno... Rallegratevi perché la vostra ricompensa è grande nei cieli".

La Madonna a Lourdes ha scelto una ragazza povera, le ha chiesto di pregare e di sacrificarsi per la conversione dei peccatori e le ha detto: "Non ti prometto di farti felice in questa vita, ma nell'altra". E' quello che conta!

 

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