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TESTO Commento su Luca 3,1-6

Suor Giuseppina Pisano o.p.

II Domenica di Avvento (Anno C) (10/12/2006)

Vangelo: Lc 3,1-6 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturea e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilene, 2sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri!

5Ogni burrone sarà riempito,

ogni monte e ogni colle sarà abbassato;

le vie tortuose diverranno diritte

e quelle impervie, spianate.

6Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!

"La parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto"; con queste parole, Luca presenta, situandola in un preciso contesto storico, la vocazione e la missione di Giovanni Battista, del quale, lo stesso Gesù dirà. " tra i nati di donna, non c'è uno più grande di Giovanni Battista..."

( Lc.7,29) Questo profeta, che segna il confine tra l'antica e la nuova alleanza, è uno degli intermediari che Dio stesso si è creato, per la realizzazione del suo piano di salvezza; affidato a uomini e donne, capaci di accogliere la Parola e farla fruttificare, come Maria di Nazareth, con l'umile e generoso consenso alla maternità divina e Giovanni, il figlio non più sperato, il bimbo santificato nel grembo della madre, il precursore, di cui lo stesso padre, Zaccaria, illuminato dallo Spirito disse:"...tu, bambino, sarai chiamato profeta dell' Altissimo, perché andrai innanzi al Signore, a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza, per la remissione dei peccati..." ( Lc.1,76-77)

Ora, nella solitudine del deserto, Giovanni, illuminato dalla parola di Dio, annuncia che la salvezza sarà ormai visibile a chi, abbandonato il peccato, prepari, a partire dal suo cuore, la via al Redentore che viene.

La vocazione e la missione di Giovanni Battista, che indicherà, presente tra gli uomini, Gesù,

l' Agnello di Dio, è un evento grande, e Luca, lo situa in un preciso contesto storico, "Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Idumea e della Traconitide, e Lisania tetrarca dell'Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa.."; un riferimento ben circostanziato, che sta a significare che, quanto Dio opera, ed ha operato, non è qualcosa di mitico, non è una favola, ma una ben concreta realtà storica.

L' attenzione alla storia, è una delle caratteristiche, della narrazione di Luca, e il suo racconto della vita e dell' insegnamento di Cristo, è il ritratto di una persona ben precisa, che ha una sua sicura collocazione nel tempo; Gesù di Nazareth, il Figlio di Dio, la Parola che ha preso dimora tra gli uomini, ha una sua dimensione temporale, come ogni altro uomo, che sulla terra è nato, ha vissuto ed è morto, e ciò è il segno che, con l'Incarnazione, la Storia, che è una delle dimensioni dell'uomo, quasi la sua pelle, è diventata anche dimensione di Dio, che l' ha assunta, per salvarla dal di dentro; in Cristo, infatti, la storia dell'uomo e la storia di Dio si intrecciano, anche là, dove essa è più aggrovigliata e oscura.

Torna alla mente una riflessione di D. Bonhoeffer che dice:" Dio non si vergogna della bassezza dell'uomo, vi entra dentro, sceglie una creatura umana come suo strumento, e compie meraviglie, lì dove uno meno se lo aspetta. Dio è vicino alla bassezza, ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato, l'insignificante, ciò che è emarginato, debole e affranto; dove gli uomini dicono: 'perduto', lì egli dice: 'trovato'; dove gli uomini dicono: 'giudicato', lì egli dice: 'salvato'; dove gli uomini dicono: 'no!', lì egli dice: 'sì!'. Dove gli uomini distolgono con indifferenza, o altezzosamente, il loro sguardo, li egli posa il suo sguardo, pieno di un amore ardente, incomparabile. Dove gli uomini dicono:'spregevole', lì Dio esclama: 'beato'. Dove, nella nostra vita, siamo finiti, in una situazione in cui possiamo solo vergognarci, davanti a noi stessi e davanti a Dio, dove pensiamo, che anche Dio dovrebbe vergognarsi di noi, dove ci sentiamo lontani da Dio, come mai nella vita, proprio lì, Dio ci è vicino, come mai lo era stato prima; lì egli vuole irrompere nella nostra vita, lì ci fa sentire il suo approssimarsi, affinché comprendiamo il miracolo del suo amore, della sua vicinanza e della sua grazia." ( Sermone sulla terza domenica di Avvento dicembre 1933)

Ora, l' attesa di secoli e secoli sta per terminare, e la salvezza sta per rivelarsi con un volto umano, nella persona di Gesù di Nazareth, figlio dell'uomo e Figlio di Dio.

La Storia è giunta a quella che Paolo chiama " pienezza dei tempi", (Gal.4,4 ) e, l' esortazione del Battista a preparare la via al Signore, è l'annuncio felice che "Ogni uomo vedrà la salvezza "

La speranza proclamata, nel lungo scorrer dei secoli, dai profeti, quella che oggi la liturgia ci fa leggere nello splendido, breve, passo di Baruc, che così recita: "Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell'afflizione; rivèstiti dello splendore della gloria, che ti viene da Dio per sempre. Avvolgiti nel manto della giustizia di Dio, metti sul capo un diadema di gloria dell'Eterno, perché Dio, mostrerà il tuo splendore, ad ogni creatura sotto il cielo....", oggi, in Cristo, è divenuta realtà.

Cristo, che è venuto tra gli uomini, in un preciso momento della storia, è ancora presente in essa: è presente nella sua Chiesa, ed è visibile nella testimonianza dei credenti, che, celebrando il mistero del primo avvento, attendono, e annunciano, operosi, il suo secondo avvento, nella gloria.

L'esortazione del Battista:" raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sia riempito, ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano diritti; i luoghi impervi spianati...", non si è conclusa in un tempo ormai remoto, ma risuona, e deve risuonare con forza, anzi, con urgenza, oggi, per segnare lo stile del nostro vivere il tempo di Avvento, perché, come scrive un commentatore di Luca:" Dio non può entrare dove c' è arroganza, orgoglio, freddezza, indifferenza. Occorre eliminare le aspirazioni smodate o sregolate, la presunzione, al pari della pigrizia mentale e spirituale, i raggiri, le tortuosità, gli inganni... "; solo così, veramente," Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio ".

Sr M.Giuseppina Pisano o.p.
mrita.pisano@virgilio.it

 

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