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TESTO Commento su Giovanni 8,31-42

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Mercoledì della V settimana di Quaresima (12/04/2000)

Vangelo: Gv 8,31-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi.

Come vivere questa Parola?
Che cos'è libertà?

Poter fare tutto ciò che si vuole, senza ledere la libertà altrui. Libertà di parola, di pensiero, ecc. Possibilità di godere di una serie di diritti, nel rispetto dei diritti altrui (quindi osservando al contempo una serie di doveri). Questa forma di libertà a tutti nota, fondamento della società civile, è senz'altro necessaria, tuttavia non è sufficiente: non è sufficiente a realizzare quella pienezza di vita promessa dall'ideale di libertà sognato dagli uomini di tutti i tempi. È Gesù a proporre, per così dire, un "sovrappiù" di libertà, l'unico all'altezza dei desideri profondi dell'uomo.
Quale libertà?

"Se rimanere fedeli alla mia parola": la libertà proposta da Gesù non è un "fare di testa propria", un "farsi da sé"; al contrario, è radicata nell'ascolto, nell'obbedienza ad una parola che non è mia, ma Sua.

"Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi": la libertà non è fondata sull'arbitrio personale, su "quel che pare a me", ma su una verità oggettiva e assoluta; è la verità, non il libero arbitrio, a farmi libero.

Ma quali sono questa "parola" e questa "verità" che mi fanno libero? Sono il silenzio di Gesù di fronte a Pilato, la verità emersa da quel processo che la prossima settimana si ripeterà ancora una volta per noi:l'amore di un Dio che dà la vita per me, ecco la parola e la verità che mi rendono libero!

Potrò già oggi ricordare quel processo: contemplare in esso la "parola" di Gesù che si fa "silenzio", la "verità" che si fa "condanna dell'innocente", agnello senza macchia immolato per noi; contemplare quel "dirsi" di Gesù che si fa un "darsi a me", un consegnarsi nelle mie mani, per insegnarmi la libertà dell'amore. Potrò verbalizzare dicendo: "Nel tuo donarti a me, Signore, è la mia libertà".

 

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