TESTO A che ora è la fine del mondo? (Luciano Ligabue)
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XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (17/11/2024)
Vangelo: Mc 13,24-32
«24In quei giorni, dopo quella tribolazione,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
25le stelle cadranno dal cielo
e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.
26Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. 27Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.
28Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. 29Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.
30In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
32Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre».
I.
Vi ricordate la bella canzone di Luciano Ligabue nella quale chiedeva più volte: “A che ora è la fine del mondo?”.
Molti hanno tentato di prevedere quando sarà la fine del mondo. Per i Maya era entro il 31 dicembre del 2021. Prima ancora avevano previsto il 21 dicembre del 2012 e poi il 21 giugno 2020. Gli antichi romani l'avevano prevista per il 634 a.C., 120 dopo la fondazione di Roma. La previsione più eclatante fu quella del 31 dicembre 999 secondo la profezia dei vangeli apocrifi del “Mille non più mille”. Anche il 1666, la data con le tre cifre del diavolo (666), era stata scelta come data della fine del mondo. Per di più in quell'anno a Londra ci furono pestilenze e un incendio che portavano a credere davvero in una fine. Nel 1910 si credeva che il passaggio della cometa Halley avrebbe asfissiato l'umanità con i gas che avrebbe rilasciato. Neppure le previsioni dei Testimoni di Geova ebbero più fortuna e dovettero ricalcolare più volte la fine del mondo: 1914, 1925, 1941, 1975, 1984 e poi quando si accorsero che non ne indovinavano una, hanno smesso di dare i numeri. Il 31 dicembre 1999 si temeva un disastro globale a causa di un bug informatico, il “Millennium Bug”, che si rivelò invece molto meno grave di quanto si pensasse. Il 10 settembre 2008 si temeva che il “Large Hadron Collider” (LHC, il più grande e potente acceleratore di particelle al mondo, del CERN, l'Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare, situato al confine tra Svizzera e Francia, vicino a Ginevra) potesse creare un buco nero capace di inghiottire la Terra, cosa che non è accaduta.
Vi do' un'anticipazione delle prossime 'fine del mondo': Secondo alcuni scienziati, nel 2036 l'asteroide Apophis entrerà in rotta di collisione con la Terra (anche se successive analisi hanno ridotto notevolmente questa probabilità). Invece secondo alcune interpretazioni della numerologia biblica e di altre predizioni, la fine potrebbe avvenire nel 2120 (anche se mancano prove scientifiche). Infine, secondo una profezia ebraica (il Talmud babilonese), il mondo non durerà oltre l'anno ebraico 6000, che corrisponde al 2240 del nostro calendario.
II.
Quando furono scritti i vangeli, c'erano molte profezie apocalittiche avvallate da eventi clamorosi, come la distruzione del Tempio di Gerusalemme e le persecuzioni contro i cristiani, così che alcuni discorsi di Gesù furono interpretati in questa chiave apocalittica, come quello che abbiamo sentito nel Vangelo di questa domenica. Ma qui Gesù, come ci ricorda il bravo esegeta Fernando Armellini, non sta parlando della fine del mondo, ma della rinascita del mondo che comincia con Lui, con la sua Parola, il suo Buon annuncio, Eu-angelion, cioè l'Evangelo. Con le parole “il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte”, Gesù ci vuol dire che con il suo arrivo, il sole, la luna, le stelle gli astri, che erano considerati divinità, si spegneranno, ci sarà il “dis-astro”, uno “spegnimento degli astri”, non ci sarà più bisogno di loro, perché la luce sarà Lui, il Figlio dell'uomo che è venuto a togliere l'umanità dalle tenebre. Dobbiamo tener presente che in quel tempo, nel quale non c'era l'elettricità, senza gli astri ci sarebbe stato il buio totale. Gesù non sta parlando della fine del mondo, ma del suo re-inizio.
In altri discorsi Gesù parla di guerre, pestilenze, carestie, persecuzioni... niente di nuovo sotto il sole, si tratta di cose che ci sono sempre state e ci sono ancora oggi. Secondo il Global Peace Index 2024, nel mondo sono attivi attualmente 56 conflitti, il numero più alto mai registrato dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Oltre alla peste, lebbra, colera dei tempi passati, ancora oggi ci sono pestilenze come Covid, Ebola, AIDS... Ci sono ancora oggi persecuzioni contro i cristiani: Papa Francesco ci ricorda che ci sono più martiri e perseguitati oggi che nel passato.
Gesù dice: “Non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga”, cioè non passerà ogni generazione senza vedere tutto questo. Gesù però ci invita alla speranza, a essere attenti ai segni. Di fronte a questo scenario catastrofico [καταστρέϕω (katastrepho) = io capovolgo; dall'unione del prefisso κατά = sotto, giù + στρέϕω = io volgo. Io direi “Kat-astro” = gli astri che vanno giù], Gesù ci chiede di essere attenti al tenero ramo del fico con le sue foglioline, presagio dell'estate, del tempo buono. Dunque anche noi dobbiamo saper vedere le foglioline di speranza che ci sono anche oggi, nel nostro tempo, nella nostra generazione. I profeti di sventure e della fine del mondo coglieranno solo gli aspetti negativi. I seguaci di Cristo invece riconosceranno le foglioline.
III.
Per concludere.
Quali sono queste “foglioline”, questi segni di speranza? Per esempio noi che siamo sopravvissuti a una pandemia pesante come quella del Covid19. Non solo, dopo la pandemia siamo tornati ancora in chiesa a pregare. Questa catastrofe non è riuscita a strapparci dalla nostra fede in Dio, ha allontanato solo quelli più pusillanimi che hanno “approfittato” della pandemia per non venire più in Chiesa. Noi e molti altri cristiani siamo ritornati ancora qui, dopo la tempesta. Questo è un segno di speranza. Altre foglioline: oggigiorno, più che nel passato, la fede dei cristiani è più cosciente, purificata da tante 'credulonerie', liberata dalle paure del castigo di Dio e dell'inferno, cosciente che Dio si ama per amore e non per timore. I cristiani diventano sempre più maturi e quindi più esigenti, vogliono credere con ragionevolezza e non con superstizione. Altre foglioline di speranza sono l'avanzo della consapevolezza della fraternità universale, la maggiore tolleranza tra le religioni (pensiamo a tutti gli importanti incontri realizzati in questi anni). C'è un maggior desiderio di giustizia e di verità, con lo smascheramento e denuncia di tante ingiustizie e soprusi che prima invece venivano taciuti o nascosti. C'è una maggiore coscienza ecologica e desiderio di porre rimedio ai danni perpetrati contro la nostra madre terra. C'è un incremento della lotta contro il razzismo e contro ogni tipo di discriminazioni.
E poi lasciatemelo dire: un'altra fogliolina bellissima del nostro tempo è il nostro Papa Francesco che è l'orgoglio non solo di noi cattolici ma di tutta l'umanità. La sua vita e le sue parole sono segno che il mondo non è perduto, che Gesù è qui e ci parla attraverso di lui (non dimentichiamoci che in questo ultimi 100 anni, nonostante tanti problemi nella Chiesa, abbiamo avuto tutti papi santi). E infinite altre foglioline sono tutti gli uomini e le donne che vivono, lottano, amano, soffrono e contribuiscono a diffondere l'amore nel mondo. Scopriamo le foglioline che sbocciano attorno a noi, e profumano il mondo, e lasciamo ai tristi i loro presagi di tristezza. Ricarichiamo il nostro cuore alla speranza: “Cieli e terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” ci assicura Gesù. Papa Francesco ha detto ai giovani in occasione dell'ultima Giornata Mondiale della Gioventù, che i dolori del tempo presente non sono segno di un'agonia, ma di un parto: Siamo all'inizio di un grande spettacolo. Il Giubileo dell'anno Santo sarà proprio all'insegna della speranza: “Pellegrini di speranza” e siamo certi che sarà un momento di grande rinnovamento per tutta la Chiesa e per il mondo.
E allora “A che ora è la fine del mondo”? Non lo sappiamo e non ci interessa. Lo sa il Padre e questo ci basta. Noi solo sappiamo che alla fine ci sarà Gesù ad aspettarci e che manderà i suoi angeli per raccoglierci. E quindi non abbiamo paura, perché il meglio deve ancora venire.
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