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TESTO Un amore totalizzante verso Dio

padre Antonio Rungi

XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (23/10/2005)

Vangelo: Mt 22,34-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 34i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

La prima lettura della parola di Dio della XXX Domenica del Tempo Ordinario ci da una serie di comandamenti civili e morali da osservare per essere in sintonia con la propria fede. Accoglienza dello straniero, rispetto delle vedove e degli orfani, aiuto ai bisognosi, lotta all'usura, restituzione del debito ed altri comportamenti morali di grande utilità sociale, oltre che religiosa. D'altra parte in Israele la legge civile coincide con quella religiosa ed è la norma religiosa a determinare ed ispirare la legge umana e civile. Il testo del Libro dell'Esodo risulta essere di immediata lettura e comprensione: "Così dice il Signore: "Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri nel paese d'Egitto. Non maltratterai la vedova o l'orfano. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l'aiuto, io ascolterò il suo grido, la mia collera si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani. Se tu presti denaro a qualcuno del mio popolo, all'indigente che sta con te, non ti comporterai con lui da usuraio: voi non dovete imporgli alcun interesse. Se prendi in pegno il mantello del tuo prossimo, glielo renderai al tramonto del sole, perché è la sua sola coperta, è il mantello per la sua pelle; come potrebbe coprirsi dormendo? Altrimenti, quando invocherà da me l'aiuto, io ascolterò il suo grido, perché io sono pietoso".

Anche il testo del Vangelo odierno pone la questione dei comandamenti da osservare e della gerarchia dei valori da rispettare e promuovere. Non ci sono dubbi e se qualche incertezza nella mente del credente può serpeggiare davanti ad una pluralità di interpretazioni del testo sacro e dell'etica cristiana, qui troviamo manifestata con estrema chiarezza tutta la volontà di Dio in merito al primato della carità, dell'amore verso Dio e verso i fratelli. Anche nel testo evangelico di oggi ci sono in scena i farisei e sadducei che vogliono saggiare le risposte di Gesù per poi contestargliele nei luoghi decisionali.

Ecco il breve ma intenso e significativo brano del Vangelo di San Matteo: "In quel tempo, i farisei, udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: "Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?". Gli rispose: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti". E' evidente che l'amore verso Dio è il primo fondamentale comandamento della religione e della morale cristiana. Il secondo è simile al primo, anche se riguarda l'amore verso il prossimo. Nel primo caso l'amore deve essere totale, senza misure e limiti; nel secondo caso, il criterio e la norma di valutazione sta nel fatto che tale amore verso gli altri deve essere di pari misura ed intensità, ovvero di qualità come è quello che portiamo verso noi stessi. Potremmo definirlo un amore autoreferenziale, ripiegato su se stesso, egocentrico, che diventa alterocentrico.

Di fronte a contenuti così rilevanti della dottrina e della morale cristiana ci sono obblighi personali ed individuali ai quali rispondere con la massima responsabilità ed urgenza come ci ricorda l'Apostolo Paolo, nel brano della seconda lettura odierna, tratto dalla Lettera ai Filippesi. "Fratelli, ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene. E voi siete diventati imitatori nostri e del Signore, avendo accolto la parola con la gioia dello Spirito Santo anche in mezzo a grande tribolazione, così da diventare modello a tutti i credenti che sono nella Macedonia e nell'Acaia. Infatti la parola del Signore riecheggia per mezzo vostro non soltanto in Macedonia e nell'Acaia, ma la fama della vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, di modo che non abbiamo più bisogno di parlarne. Sono loro infatti a parlare di noi, dicendo come noi siamo venuti in mezzo a voi e come vi siete convertiti a Dio, allontanandovi dagli idoli, per servire al Dio vivo e vero e attendere dai cieli il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, che ci libera dall'ira ventura". Mediante l'annuncio missionario è possibile che quanti sono lontani dalla fede, la possano recuperare, quanti non hanno ancora conosciuto Cristo, lo possano conoscere quanto prima; quanti sono ostinati nei loro peccati e nella loro vita perversa possano convertirsi ed iniziare una nuova vita in grazia di Dio ed in comunione con i fratelli.

E' solo confidando in Dio e non nelle proprio forze che è possibile celebrare dentro il proprio cuore la vera conversione. Perciò con il Salmo 17 che reciteremo oggi vogliamo rivolgerci a Dio con le seguenti espressioni di fiducia ed affidamento a Lui: "Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore, mio Dio, mia rupe, in cui trovo riparo; mio scudo e baluardo, mia potente salvezza".

E' proprio fondando la nostra vita in Dio che noi possiamo viverla con quella serenità interiore, con quella fedeltà alla sua parola ed ai suoi insegnamenti che ci danno la vera gioia del cuore e ci indicano la strada più giusta per incontrare Lui ed in Lui i nostri fratelli nell'amore più vero ed autentico.

 

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