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TESTO Un amore a tre voci

don Marco Pratesi  

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XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (23/10/2005)

Vangelo: Mt 22,34-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 22,34-40

In quel tempo, 34i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

"Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente".

Questo è il primo comandamento, che coinvolge tre dimensioni della persona. Dobbiamo infatti amare Dio:

- con il cuore. Il cuore per la Bibbia è il centro dell'uomo, la parte più intima e personale di ciascuno. Non va confuso con il semplice aspetto emotivo. È il luogo profondo dove si decide l'orientamento essenziale della propria vita.

- con l'anima. L'anima è il luogo dove si fa esperienza del mondo, delle persone, delle cose. Non va qui preso nel senso di "parte spirituale", come in altri passi. Possiamo dire: "ama Dio con tutto te stesso", con la tua esperienza.

- con la mente. La mente è il luogo della conoscenza e del ragionamento, laddove abbiamo le nostre convinzioni, le idee.
L'autentico amore per Dio coinvolge dunque l'intera persona.

L'amore per Dio comporta primariamente una decisione libera e consapevole. Nel suo nucleo, l'amore è un atto della volontà, in parole semplici: una scelta. Non dipende, quindi, dall'emotività e dal sentimento, come spesso si crede. A volte si ama Dio (e anche le persone care) senza grandi sentimenti, magari anche controvoglia. Ma è una scelta che abbiamo fatto e confermiamo: ne siamo convinti, è bene, è giusto. Amare senza il supporto del sentimento è tutt'altro che ipocrisia (anche questo è pregiudizio diffuso). È, al contrario, una capacità essenziale alla maturazione nell'amore (anche tra persone), e non solo nell'amore: chi non sa mantenere le proprie scelte anche nei momenti di aridità, di svogliatezza, di pigrizia, non otterrà risultati significativi in nessun campo.

Però siamo chiamati ad amare Dio anche con l'anima: sperimentando, cioè, questo amore, sentendolo. Fare esperienza dell'amore di Dio, avere un "contatto" con le realtà di cui ci parla la Parola, e prima di tutto con la persona vivente di Gesù. "Abbiamo visto il Signore"; "abbiamo toccato il Verbo della vita". Come si fa esperienza della vita, dell'amore per una persona, dell'amicizia, del lavoro, della paternità/maternità, della natura, etc... Dio ci chiama anche a questo, ci dà questa possibilità: fare esperienza di lui.

Infine, amare anche con la mente. È curioso come molti pensino che avere fede sia in contrasto col pensare: più si ha fede, meno si pensa; pensare significa non fidarsi. Evidentemente, sotto c'è l'idea che pensare nasca dall'incredulità e/o conduca ad essa. Non è così. La ragione correttamente usata ci porta a Dio; sia da sola, sia, e soprattutto, quando si lascia guidare dalla Parola di Dio. Dobbiamo usare la nostra mente, riflettere, pensare Dio e la sua Parola, il mondo e le sue dinamiche, confrontare, valutare. Dobbiamo curare la nostra formazione anche intellettuale, ciascuno in base ai talenti che ha. Leggere e riflettere non è un passatempo, ma un dovere per chi, come noi, è chiamato ad amare Dio anche con la mente.

Un'ultima osservazione. I tre aspetti formano un'unità e nessuno di essi deve essere né tralasciato né assolutizzato. Si avrebbe un amore azzoppato: arido, o sentimentalistico, o solo fatto di idee.

Anche qui, e una volta di più, la verità è sin-fonica, risulta cioè dalla concorrenza armoniosa di tutte le voci. Impossibile presso gli uomini, non presso Dio.

All'offertorio:

Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio aumenti il nostro amore per Dio, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:

Chiediamo al Padre di fare la sua volontà, cioè amare lui e il prossimo:

 

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