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TESTO Commento su Matteo 4,1-11

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I Domenica di Quaresima (Anno A) (13/02/2005)

Vangelo: Mt 4,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 4,1-11

In quel tempo, 1Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

ed essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:

Il Signore, Dio tuo, adorerai:

a lui solo renderai culto».

11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

A qualcuno non piace l'invocazione del Padre nostro "e non ci indurre in tentazione", che sembra attribuire a Dio la volontà di tentarci al male. La recente traduzione della Bibbia in lingua corrente traduce l'espressione con le parole: "Fa' che non cadiamo nella tentazione". Forse è più accettabile e rende meglio il senso della preghiera. Tuttavia si tratta sempre di una situazione di prova che siamo chiamati ad affrontare più volte nella nostra vita.

GESÙ È TENTATO. Come ogni uomo, anche Gesù è sottoposto alla tentazione. Per questo lo Spirito lo conduce nel deserto "per essere tentato dal diavolo". Secondo la Bibbia, la storia dell'umanità ha origine con una tentazione e una caduta. Adamo, primo uomo biblico, non resiste alla prova e si lascia sedurre dal serpente, nella illusione di "diventare come Dio". Anche i costruttori della torre di Babele cederanno alla stessa suggestione, credendo di potersi elevare sino al cielo. Sono entrambe storie emblematiche che esprimono bene la situazione esistenziale dell'uomo, il quale, essendo libero, è chiamato a scegliere tra il bene e il male. Bene è aderire alla volontà di Dio, male è contrapporvisi preferendo a quella divina la propria volontà. Non possiamo escludere che le prove, cui noi siamo chiamati, siano permesse da Dio. Essendo l'uomo libero, Dio stesso come potrebbe altrimenti conoscere la scelta dell'uomo, se non attraverso una prova? Questo è il senso della tentazione: non un dispetto da parte di Dio, ma una sfida, nella quale ogni uomo è chiamato a dare prova di sé, nei confronti del piano di salvezza.

LA TERRA CONTRO IL CIELO. Così si potrebbe sintetizzare il contenuto delle tre tentazioni, secondo Matteo. Il diavolo propone prima a Gesù di cambiare i sassi in pane. Portandolo poi sul pinnacolo del tempio, lo invita a gettarsi giù per essere soccorso dagli angeli. La terza volta, il diavolo fa vedere a Gesù tutti i beni della terra, che potrà ottenere in sua proprietà se, prostrato, adorerà il tentatore. Alla base delle tre tentazioni si legge l'intenzione del demonio di distogliere Gesù dalla missione affidatagli dal Padre: fare miracoli per acquistarsi un prestigio personale, far intervenire Dio nelle imprese più sciocche o banali, infine preferire i beni della terra a quelli del cielo. In ogni nostra tentazione si possono cogliere alcuni di questi elementi. Quasi sempre, siamo tentati di preferire i beni di questo mondo – denaro, potere, successo, benessere – ai valori spirituali, a tutto ciò che ci fa ricchi davanti a Dio come la giustizia e la misericordia, l'amore verso il prossimo e la generosità verso i bisognosi. Il pensare prima agli altri che a noi stessi.

UN SEGRETO PER VINCERE. Come si atteggia Gesù di fronte al tentatore? Qual è l'arma da lui usata per vincere? È la parola di Dio. Per ben tre volte Gesù risponde con citazioni bibliche, dicendo "sta scritto", intendendo smascherare così l'inganno del diavolo. Questa è la forza che aiuta a vincere ogni tentazione: la parola di Dio che è verità contro menzogna, che ci fa sicuri di agire per il bene. Più si conosce questa "parola" e più si è in condizioni di non cedere agli inganni di colui, che Gesù ha definito "bugiardo sin dal principio". Sappiamo bene che il male ha sempre un suo fascino perverso. Ci si presenta talvolta anche sotto le apparenze del bene, traendoci in inganno. Il che sarà per noi più difficile se avremo una conoscenza, la più adeguata possibile, della parola di Dio e, quindi, della sua volontà. Certo rimarrà sempre in gioco la nostra volontà. Ma, anche per questo, possiamo essere fiduciosi, poiché non siamo mai soli a lottare contro il male. Lo Spirito che ha condotto Gesù nel deserto, assiste anche noi. Spirito che abbiamo ricevuto nel Battesimo e che, con la Cresima, ci ha confermati nella missione di vincere il male con il bene. Sempre e dovunque.

Commento a cura di don Carlo Caviglione

 

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