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TESTO Commento su Luca 7,36-50

don Michele Cerutti

Penultima domenica dopo l'Epifania (Anno B) (07/02/2021)

Vangelo: Lc 7,36-50 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 7,36-50

36Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. 37Ed ecco, una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo; 38stando dietro, presso i piedi di lui, piangendo, cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di profumo. 39Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé: «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi è, e di quale genere è la donna che lo tocca: è una peccatrice!».

40Gesù allora gli disse: «Simone, ho da dirti qualcosa». Ed egli rispose: «Di’ pure, maestro». 41«Un creditore aveva due debitori: uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. 42Non avendo essi di che restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi di loro dunque lo amerà di più?». 43Simone rispose: «Suppongo sia colui al quale ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». 44E, volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. 45Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. 46Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. 47Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco». 48Poi disse a lei: «I tuoi peccati sono perdonati». 49Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui che perdona anche i peccati?». 50Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!».

La tavola è luogo della fraternità e Gesù sa bene che lì è possibile creare relazioni vere e autentiche. Tanti episodi evangelici ci mettono in evidenza come i momenti dei pasti siano occasione per compiere azioni meravigliose. Durante quei momenti di fraternità Gesù non disdegna la compagnia di peccatori e pubblicani e qui riesce a ottenere la conversione ad esempio di Zaccheo, colui che riscuotendo le tasse per Roma teneva tra le mani qualche cosa per sé. Davanti a questa scena Gesù si attira anche critiche, ma è l'occasione lo stesso per evangelizzare: “Non sono venuto per i sani, ma per i malati”, “Misericordia voglio e non sacrifici”. A tavola con gli apostoli, in un contesto di tradimento, viene istituita l'Eucaristia.
Anche questa domenica è la tavola occasione per annunciare il Regno e la conversione. Un uomo Simone che si sente a posto nel pieno rispetto della Legge, ma con un cuore appesantito si mette nella situazione di colui che giudica tutti e tutto. Bersaglio delle sue critiche è prima di tutto Gesù reo di farsi toccare da una donna peccatrice nei confronti di questa i suoi giudizi non vengono meno. Il solito spietato giudizio di chi si sente a posto con la coscienza rispettando norme e tradizioni privando, però questo attenersi alle norme, di ogni significato profondo: l'amore per Dio e per i fratelli. Il rispetto ossequioso delle norme diventa per alcuni l'occasione per emergere agli occhi degli uomini.
La donna che si avvicina a Gesù vive certamente una situazione di peccato di adulterio, ma il suo cuore è ricco e pieno di contrizione che si avvicina a Gesù con questa consapevolezza di aver sbagliato. Sì, ci si può avvicinare a Dio in tanti modi.
Osea ce lo dice nella prima lettura in maniera interessata come Efraim e Giuda in maniera per niente sincera oppure come Davide, il re di Israele che eleva il salmo di cui la liturgia ci offre un pezzo, e l'adultera del brano del Vangelo con un cuore contrito. Davide eleva questo salmo quando capisce che quello che ha fatto davanti agli occhi di Dio è un male. Infatti, il re ha fatto uccidere il marito di Betsabea dopo essersi invaghito della moglie.
L'adultera con alle spalle una storia di adulterio si avvicina a Gesù e compie gesti di vera e propria attenzione nella consapevolezza che solo Dio la può liberare. Simone, si accosta a Dio ritenendosi a posto non bisognoso di essere abbracciato dalla misericordia.
Gesù pur essendo ospite di questo fariseo non perde l'occasione per correggerlo e indica in questa donna un modello di come ci si deve accostare a Dio con un cuore pieno di contrizione e solo allora la clemenza di Dio stesso può agire in pieno. Più difficile invece nel caso in cui il cuore è troppo ripiegato sul proprio orgoglio.
La donna è perdonata per la fede che ha dimostrato.
L'invito che fa Gesù è non peccare più. Non sappiamo il proseguo della storia. Il Vangelo ci fotografa solo il momento della grazia. C'è poi la risposta dell'uomo che deve essere libera e deve essere rafforzata giorno per giorno.
Paolo ci offre uno spunto importante da parte di chi, abbracciato dalla grazia, cerca di viverla giorno per giorno e non smette di ringraziare il Signore per le meraviglie che continua a compiere. Lui bestemmiatore e persecutore si è visto cercato da quello stesso che perseguitava. Lui pio osservante della legge antica, come Simone, comprende che questa vive in pienezza se ha come fondamento l'Amore.
Un insegnamento queste pagine per tutti noi in questa domenica, che la liturgia ambrosiana definisce della divina clemenza. Siamo chiamati a scoprire che siamo stati amati e cercati da Lui e allora esortati anche noi a dire con Gesù: “Siate misericordiosi, come il Padre è misericordioso”.
Questa è l'essenza del vivere cristiano.
Allora invece che sentirsi a posto davanti a Dio e davanti agli uomini dobbiamo vivere nella consapevolezza che prima di tutto siamo dei perdonati e allora siamo in grado di guardare gli altri con più amore e meno giudicanti.

 

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