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TESTO Commento su At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4; Gv 20,1-9

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Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno A) (12/04/2020)

Vangelo: At 10,34a.37-43; Sal 117; Col 3,1-4; Gv 20,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 20,1-9

1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Mistero dei misteri della cristianità cattolica: la “resurrezione” di Cristo.
Se da una parte abbiamo la storicità della figura di Cristo come personaggio in carne e ossa, così come raccontato nelle cronache degli anni 50 d.C., al tempo di Giuseppe Flavio, Governatore di Samaria, durante la ribellione degli ebrei contro Roma (anni 70 d.C.) nella sua opera più importante “Le antichità giudaiche” in cui scrive: “Ci fu verso quel tempo Gesù, uomo saggio, se pure bisogna chiamarlo saggio: era infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità e attirò a sé molti Giudei, e anche molti Greci. E quando Pilato, per denunzia deli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato. Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo. Ancora oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani.” (18.63), dall'altra abbiamo la testimonianza diretta e teologica data dai Vangeli canonici, in cui si attesta la nascita, vita, morte e resurrezione di Gesù Cristo, figlio di Dio, là ove negli Atti degli Apostoli, 10, 39-41, Pietro afferma: “E noi siamo testimoni di tutte le cose da Lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha resuscitato al terzo giorno, e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua resurrezione dai morti.”

Consideriamo che ciò rende credibile la resurrezione è proprio la sua “in-credibilità”, se pensiamo che, fino all'imperatore Costantino, non esistevano raffigurazione alcuna della crocifissione di Cristo, raffigurazioni che incominceranno ad apparire a seguito del sogno dell'imperatore stesso della Croce come segno di vittoria.

Poi non va sottaciuta l'affermazione paolina che è la base della fede cristiana: “Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati.” (1Cor. 16-17). Quindi l'avvenimento più difficile da accettare è proprio questo: la resurrezione. Affermare la resurrezione va contro ogni logica umana...se pensiamo che gli stessi discepoli inizialmente “dubitano” pur avendo visto, udito, toccato... figurarsi oggi che dobbiamo fidarci solo del “credere”, del fidarci della testimonianza nel tempo dei suoi Apostoli e di coloro che sono seguiti nel tempo, in quella che Cristo ha voluto costituire prima di morire: la Chiesa.

In una società che “se non vede, non crede”, e dove tutto deve essere spiegato, capito, ragionato, controllato, eventi come l'incarnazione di un Dio in uomo e per di più nel grembo di una donna vergine, i miracoli fisici e spirituali, una passione al di là della resistenza umana, una atroce morte in croce, per finire con l'incredibile e inaccettabile resurrezione dopo tre giorni da una tomba chiusa e sigillata, e infine la riapparizione in carne ed ossa ai suoi discepoli, dicevo questi eventi fanno smarrire la ragione razionale dell'uomo con tutte le sue certezze e acuire l'impegno nella scienza e tecnologia per trovare risposte che sappiano, senza successo, dare risposte all'incomprensibile.

E allora forse a noi non rimane che esclamare, come Tommaso Didimo: “Mio Signore e mio Dio”, anche nella difficoltà di credere poiché, non per superstizione, ma per fede, siamo chiamati a credere in Colui che tutto può, che ci indica la strada della conversione che passa dall'amore, dalla carità, dall'attenzione all'ultimo, per il quale Lui stesso ha donato tutto se stesso fino alla morte, alla morte di croce, ma per poi risorgere dai morti per renderci vivi e seguirlo nella sua sequela ogni giorno, fino alla fine dei tempi.

Cristo è risorto e ci precede nella gloria di Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo. Alleluia.

Domanda
- Come singolo, come coppia, come famiglia, come comunità, la resurrezione di Cristo la vivo con fede, speranza e carità in una continua conversione spirituale e umana?

Mariagrazia e Claudio Righi di Pisa

 

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