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TESTO Commento su Giovanni 14,23-29

Omelie.org (bambini)  

VI Domenica di Pasqua (Anno C) (26/05/2019)

Vangelo: Gv 14,23-29 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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23Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. 26Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.

Carissimi bambini, vi ricordate che cosa è l'anno liturgico? E' la celebrazione della vita di Gesù lungo tutto l'arco delle 52 settimane che lo costituiscono.
Oggi celebriamo la sesta domenica di Pasqua.

Il tempo pasquale è il tempo più lungo dei tempi forti (I tempi forti sono quelli che si distinguono dal tempo ordinario perché preparano o seguono gli eventi più importanti della vita di Gesù, la sua nascita, la sua morte, la sua Resurrezione). Dura ben 50 giorni e il motivo è che si vuole sottolineare la preminenza di questo tempo liturgico su tutto il resto dell'anno. Il tempo di Pasqua si caratterizza per la gioia che infonde, ci fa pregustare la salvezza operata da Cristo.

Prima ancora che esistesse la Quaresima la Chiesa da sempre ha celebrato il tempo pasquale; questi 50 giorni formano come un unico giorno di festa, una sola grande domenica. Durante questi giorni non si legge mai alcuna lettura tratta dall' Antico Testamento ma soltanto letture del quarto Vangelo, cioè il Vangelo di Giovanni, gli Atti degli Apostoli e il libro dell'Apocalisse.

Tutta la liturgia ci chiama a fare festa perché la morte è sconfitta per sempre.

Oggi Gesù ci dice che se lo amiamo osserviamo la Sua Parola...quanto è vero! Quando noi vogliamo bene a qualcuno vogliamo farlo contento; Gesù vuole che noi seguiamo il suo insegnamento perché sa che solo così facendo noi possiamo essere felici. Noi oggi siamo allergici alla parola peccato... ma dire che una cosa è peccato non è altro che dire che quella cosa non ci può mai dare la felicità. Se ci ricordessimo questa verità facilmente eviteremo di cadere.

Gesù ci ha dato un modo per ricordarci tutto quello che ci ha detto nel vangelo:

ci ha mandato il Paraclito... e che cosa significa? la parola Paraclito è di origine greca e indica lo Spirito Santo, letteralmente, Colui che sta presso di noi. Pensate se a scuola, soprattutto durante le interrogazioni o i compiti in classe, noi avessimo un suggeritore... come sarebbe facile prendere bei voti...!

Gesù ci ha lasciato per la vita di tutti i giorni lo Spirito Santo che è proprio colui che sta sempre al nostro fianco e ci suggerisce ciò che è meglio in ogni di circostanza... Lo Spirito Santo ci insegna ogni cosa, sì ogni cosa... per esempio, se a tavola stai esagerando nella quantità di cibo che ti sei messo nel piatto, lo Spirito Santo ti suggerisce: per favore riduci la tua porzione...; se durante una competizione con i tuoi amici per poter vincere assecondi la tentazione di imbrogliare, lo Spirito Santo ti bisbiglia...no, non lo fare...non sarai felice...: se per evitare un rimprovero stai già preparando una bella bugia, lo Spirito Santo interviene e ti ricorda che dopo che avrai mentito starai male... quindi evita...

Insomma lo Spirito Santo ci ricorda quello che Gesù ha già insegnato, passo passo, volta per volta... non tutto insieme perché non siamo in grado di recepirlo e assimilarlo.

Ma come possiamo essere sicuri che il messaggio proprio di Gesù di 2000 anni fa sia lo stesso che percepiamo adesso?

Conoscete il gioco del telefono senza fili? Consiste in questo: i partecipanti si mettono in fila indiana uno accanto all'altro: la prima persona della fila bisbiglia nell'orecchio della seconda una frase, a sua volta chi riceve il messaggio lo bisbiglia nell'orecchio del suo vicino e così via... fino ad arrivare all'ultima persona della catena...a questo punto l'ultima persona deve dire ad alta voce il messaggio. Di solito nel passaggio da una persona all'altra vengono aggiunte e tolte frange e fiorellini vari... insomma il messaggio che ne viene fuori è molto diverso dal messaggio iniziale. Gesù ha inventato un sistema divino per far giungere invariato il suo messaggio a tutte le generazioni passando di bocca in bocca: ha inserito lo Spirito Santo medesimo a trasmettere integro il suo messaggio.

Proprio perché è lo stesso Spirito Santo che ci sprona a vivere secondo il Vangelo, noi possiamo sperimentare il dono della pace che Gesù ci ha promesso. Vi lascio la pace, vi do la mia pace... non come il mondo la dà a voi...

La pace che Gesù ci dona non è tanto e solo assenza di guerra... è molto molto di più: è quella serenità interiore che deriva dal sapere che chi sono dove sono, ciò che faccio, ciò che provo è tutto sotto lo sguardo provvidenziale di Dio... che tranquillità, che serenità sapere che siamo nelle Sue mani.

Facciamo allora il proposito di essere attenti agli inputs dello Spirito Santo.

Appena ci svegliamo la mattina invochiamo la Sua presenza su di noi.

Obbedendo ai suoi consigli saremo in grado non solo di vivere in pace ma anche di riversare pace su chiunque incontreremo sul nostro cammino.
Commento a cura di Tiziana Rufo

 

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