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TESTO Commento su Luca 24,46-53

fr. Massimo Rossi  

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Ascensione del Signore (Anno C) (02/06/2019)

Vangelo: Lc 24,46-53 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 24,46-53

46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni. 49Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».

50Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. 51Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. 52Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia 53e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Il terzo evangelista ci regala ben due descrizioni dell'ascensione di Gesù risorto, sostanzialmente uguali: questo mistero, il secondo che contempliamo recitando la terza parte del Rosario, funge da sutura tra il Vangelo di Luca e i suoi Atti degli Apostoli, ma non solo: l'ascensione di Gesù rappresenta un passaggio di capitale importanza per la nostra fede; notate bene, non riguarda soltanto la persona del Signore, ma pone in questione la nostra stessa umanità, intesa come natura e come potenzialità di vita.

Provo a spiegarmi; in verità, non è la prima volta che ne parliamo: con il ritorno di Cristo al Padre, si è verificata una mutazione sostanziale all'interno della stessa Trinità; vi si è aggiunta la natura umana del Figlio di Dio, la nostra natura. Paradossalmente, l'ascensione non allontana Gesù dal mondo degli uomini, ma lo rende più vicino, più intimo a noi... nel senso che ora l'umanità è una cosa sola con Dio, essendo appunto parte della stessa Trinità.

Qualcuno potrebbe pensare: “Embèh? e a noi che ce ne viene? È forse cambiato qualcosa nella storia degli uomini, rispetto a prima dell'Incarnazione? Con tutto il rispetto per Dio, Gesù Cristo, la Madonna e tutti i Santi, sapere che la nostra natura è in Dio, non ci aiuta granché a vivere in questo mondo e in questo tempo, non alleggerisce di un solo grammo i pesi che ci tocca portare...”

Qualcuno sarebbe persino tentato di arrabbiarsi un po', al pensiero che tutto sto ambaradan chiamato Vangelo, tutte le questioni legate alla fede, venti secoli di Chiesa, etc. etc., più che favorire la pace e la concordia tra i popoli, hanno scatenato guerre, persecuzioni e stragi.

Eppure, nel Vangelo di Giovanni, Gesù dichiara: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi.” (8,31).

Dunque, l'incarnazione del Verbo, avrebbe rivelato al mondo la Verità e, come conseguenza, ci avrebbe reso la libertà.

“Libertà” è una parola importante! La libertà è una cosa grossa! Che cos'è la libertà?

La libertà è diffusamente intesa, in un'accezione piuttosto limitata, come libertà di scelta tra alternative; al giorno d'oggi questa presunta libertà di scelta è esercitata per lo più attraverso lo smartphone - mi piace/non mi piace -, il televoto e altre simili amenità...

Il filosofo Zygmunt Bauman scrive: “Vi è una sgradevole sensazione di impotenza nell'unguento profumato della libertà, cucinato nel calderone dell'individualismo; questa impotenza è sentita tanto più odiosa, scomoda e irritante alla luce della forza che ci si attendeva dalla libertà”.

Siamo come bambini che desiderano una bicicletta ma poi non sanno andarci.

Come sarebbe bello se la gente guardasse alla Chiesa, o meglio, ai cristiani e si chiedesse: “Ma qual è il segreto della loro stupefacente libertà?”.

Ma questo, la gente non lo fa. Anzi, sembra che la gente pensi dei cristiani esattamente il contrario. E ci guardano con commiserazione, con compassione... tanto per citare le disposizioni migliori.

Per dare un contributo liberante ai nostri compagni di strada, noi cristiani per primi dobbiamo essere liberati. San Paolo ha scritto che “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi” (cfr. Gal 5,1). Se guardiamo i cristiani, questo non è sempre scontato.

A proposito di Cristo e dei cristiani, Nietzsche scrive che “i suoi discepoli dovrebbero apparire più redenti”. In quanto Chiesa, dobbiamo trovare i modi per godere di quella libertà che è davvero nostra.

Tornando al delicato tema della verità, non possiamo trascurare il fatto che, in tutto il mondo, la violenza è associata alle controversie sulla verità tra le diverse fedi religiose.

I Cristiani fanno rivendicazioni per Gesù, i Musulmani per Maometto, gli Hindù per Krishna...

Le pretese di verità sono associate all'intolleranza, all'arroganza e all'indottrinamento.

Non appena i leaders religiosi cominciano a parlare di verità, la gente si innervosisce,...e si innervosiscono pure i leaders. Lo stesso Gesù ce ne dà un esempio, proprio al citato capitolo 8, nel quale senza avvertire, cava fuori a sorpresa l'argomento della verità e suscita negli ascoltatori reazioni a dir poco drammatiche, condite con insulti, parolacce, e culminate in un ennesimo tentativo di lapidazione, che Gesù riuscì ad evitare, nascondendosi e fuggendo del tempio...

Beh, già che ci siamo, tanto vale ricordarla questa Verità che il Verbo incarnato è venuto a rivelarci e che il Vangelo di oggi riassume in tre parole: il perdono dei peccati e la conversione.
Delusi?
molti lo sono.... e lo saranno sempre!...

Questa delusione non fa' che sottolineare quanto siamo ancora lontani dal pensiero di Cristo!

Ecco perché non ci importa più di tanto se nella Trinità c'è o non c'è la natura umana... affari dei teologi!

Ciò da cui vorremmo essere liberati riguarda sempre gli altri, oppure qualcosa che comunque non dipende direttamente da noi: le colpe degli altri, gli errori degli altri, la criminalità, le malattie mortali, gli scandali dei politici, le magagne della Chiesa,...

I nostri peccati?...non sappiamo neanche quali sono i nostri peccati! sì sì, di peccati ne abbiamo tanti; questo lo riconosciamo, in confessionale,...salvo poi non saper rispondere quando il prete ci chiede di esprimerli.

Onestamente, non ci sembrano poi così gravi, sti peccati, da motivare Dio a incarnarsi in Gesù di Nazareth e morire per noi... Infatti, il fine dell'incarnazione è un altro, ben più che il perdono dei peccati... ma dubito che il cristiano medio, o cristiano della domenica - chiamatelo come vi pare - ne sia consapevole. Questo sì, è deludente: che si ignori il vero motivo dell'Incarnazione, passione, morte e risurrezione del Figlio di Dio, per il quale (motivo) tutto diventa possibile, anche il perdono dei peccati. Provate a rispondere a casa, e domenica prossima ne riparliamo.

 

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