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TESTO Commento su At 1,1-11; Sal 46; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20

CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)  

Ascensione del Signore (Anno B) (13/05/2018)

Vangelo: At 1,1-11; Sal 46; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 16,15-20

15E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. 16Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. 17Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, 18prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

19Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.

20Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.

La liturgia di domenica scorsa era tutta improntata sulla novità derivata dalla Pasqua e dalla risurrezione del Cristo che porta l'amore di Dio al centro della vita di tutti gli uomini e in particolare del cristiano
Dalla Pasqua deriva la gratuità dell'amore che viene da Dio attraverso il suo Figlio Gesù il Cristo risorto.
Nell'ultima cena Gesù spiega ai discepoli che come il Padre ha amato lui così io ho amato voi, rimanete nel mio amore, questo vi comando che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi.

La liturgia di questa domenica si snoda tutta intorno alla figura del Cristo che avvolto da una nube ascende al cielo.
Cristo siede ora alla destra del Padre, ma continua la sua missione nella Chiesa attraverso lo Spirito. Bellissima l'immagine dei discepoli, uomini di Galilea, che alzano lo sguardo al cielo e sono sbalorditi perché non vedono più il Cristo: solo lo Spirito farà loro capire la presenza perenne di Cristo nel mondo. Come lo avete visto salire al cielo così lo rivedrete quando verrà nuovamente.
L'ascensione del Cristo significa la fine della sua missione sulla terra, egli torna al Padre e regna in eterno con lui; dal cielo continua ad esercitare la sua missione salvifica per l'uomo attraverso la Chiesa. Gli apostoli diventano testimoni del Cristo e a tutti gli uomini l'ascensione del Signore porta la speranza della vita futura nella gioia eterna.

Nella prima lettura tratta dagli Atti degli apostoli, Luca specifica come nel suo vangelo abbia descritto tutto quello che Gesù ha fatto e detto durante la sua vita terrena, sino al giorno in cui ascese al cielo.
Dopo la sua risurrezione apparve ai discepoli molte volte durante i quaranta giorni successivi, con molte prove e parlava loro del regno di Dio, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, perché fra pochi giorni avrebbero ricevuto lo Spirito Santo promesso dal Padre.
Gli apostoli chiesero poi se era quello il tempo in cui sarebbe stato ricostruito il regno di Israele, ma Gesù rispose loro che solo il Padre conosceva i tempi, ma che attraverso lo Spirito avrebbero ricevuto la forza per testimoniare a Gerusalemme, in tutta la Giudea, nella Samaria e fino ai confini della terra.
Mentre parlava fu avvolto da una nube ed elevato in alto e loro rimasero a guardare con i volti alzati. Apparvero loro due uomini in bianche vesti che dissero loro di non guardare il cielo perché come lo avete visto andare in cielo, allo stesso modo lo rivedrete quando ritornerà.
L'ascensione al cielo di Gesù segna il passaggio della testimonianza da lui alla Chiesa, a tutti coloro che credono, non solo ai sacerdoti, ma anche a tutti i laici che come i discepoli devono testimoniare il proprio credo con la vita quotidiana. Gesù appare dopo la risurrezione molte volte ai discepoli, proprio per dimostrare che era lui il risorto; anche quando si trova con loro e chiede da mangiare lo fa per dimostrare che è risorto con il suo corpo.
Cristo non è più vivo, in carne e ossa, fra i discepoli, ma resterà con ogni uomo attraverso lo Spirito. Anche la rappresentazione con cui Gesù ascende al cielo è segno della presenza di Dio Padre; infatti, Cristo ascende avvolto nella nube, segno della volontà di Dio.
Ai discepoli non è dato però sapere quando sarà il tempo della ricostruzione del regno, perché quella notizia è riservata solo al Padre, solo Dio lo sa; essi devono vivere nella speranza della risurrezione e nella consapevolezza della testimonianza missionaria.
La missione della Chiesa non inizierà prima della venuta dello Spirito Santo. La nube nella bibbia è segno della presenza di Dio, per questo vedono il Cristo avvolto in una nube salire al cielo, salire verso Dio.

Il salmista con il ritornello del salmo 46/47 “Ascende il Signore fra canti di gioia” vuole ricordare la grande gioia per la risurrezione del Cristo e per il suo ritorno glorioso alla fine dei tempi.
Nei versetti invita tutti i popoli a battere le mani e a cantare inni di gioia per questa grande speranza.

L'Apostolo Paolo nella seconda lettura, tratta dalla lettera agli Efesini, esorta i fratelli a comportarsi in maniera degna della chiamata che hanno ricevuto, con umiltà, dolcezza, magnanimità, sopportatevi a vicenda, viva in voi la pace.
Cristo asceso al cielo fa di noi un solo corpo, esiste un solo Padre nei cieli, una sola fede, un solo Spirito, un solo battesimo attraverso cui diventiamo credenti.
Esiste per noi un solo Padre che è padre di tutti allo stesso modo, pur nella diversità dei doni ricevuti dal Cristo asceso al cielo. Egli, infatti, ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri ancora di essere evangelisti, ad altri di essere pastori e maestri, affinché possiamo giungere tutti alla conoscenza del Figlio di Dio, Gesù Cristo.

L'evangelista Marco nel brano di vangelo ricorda come il Signore affidi agli apostoli la missione di portare il vangelo a tutte le genti.
Gesù apparso agli undici disse loro: “Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo ad ogni creatura, chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni: nel mio nome scacceranno i demoni, imporranno le mani ai malati e questi saranno guariti, parleranno lingue nuove”. Detto questo Gesù ascese al cielo e sedette alla destra del Padre. Essi partirono e predicarono in ogni luogo, il Signore era con loro e convalidava la parola con i segni promessi.

La festa dell'ascensione è l'inizio del tempo della Chiesa, che deve vivere nell'impegno di una speranza continua per testimoniarla a tutti i popoli.
Siamo abituati nel nostro cammino di fede a celebrare quaranta giorni dopo la Pasqua la festa dell'ascensione del Signore, ma forse se ci fermassimo a meditare in silenzio su questo avvenimento resteremmo stupiti, increduli e tristi per la scomparsa del Cristo dalla nostra vista.
Ma l'ascensione del Signore deve darci gioia, serenità e certezze perché Egli è tornato al cielo, da dove era disceso, per preparare per ciascuno di noi un posto da occupare alla fine della nostra vita.
Gesù dal cielo, attraverso i sacramenti, ci è vicino ogni giorno, ci accompagna nel cammino della nostra vita, ci aiuta e ci guida nei momenti difficili e dolorosi anche per mezzo della sua Chiesa.
Come gli apostoli, anche noi, a volte, vorremmo conoscere i tempi e il perché delle cose, degli avvenimenti, di ciò che succede nel mondo oggi; solo con la fede in Dio possiamo avere nel cuore la certezza che tutto è grazia, anche se spesso non riusciamo a comprenderlo.
Di fronte all'immensità di un mare calmo e tranquillo o di cielo terso nel quale si stagliano le cime delle vette ancora innevate in montagna, all'anima di chi osserva quel mondo meraviglioso verrebbe la tentazione di non muoversi e di rimanere in contemplazione della bellezza del creato e dell'onnipotenza di Dio, ma un canto liturgico dice: ”...ma il vostro posto è la, è la in mezzo a loro...”; anche a noi Gesù chiede la testimonianza della speranza e della nostra fede in lui.

Per la riflessione di coppia e di famiglia
- Crediamo che Cristo sia asceso al cielo per andare a prepararci un posto dove andremo alla fine della nostra vita terrena?
- Avvolto dalla nube il Cristo ascende al cielo ed i suoi discepoli restano sbalorditi, non comprendono: anche in noi l'ascensione del Signore crea sgomento e perplessità? O piuttosto serenità, perché così abbiamo in cielo un amico perenne e con il quale possiamo condividere tutto ciò che sentiamo nella nostra anima?
- Gesù ha dato agli apostoli ed ai suoi discepoli il mandato di trasmettere a tutti gli uomini la sua Parola. Siamo convinti che attraverso loro ha detto anche a noi di essere suoi testimoni con l'esempio, l'ascolto e l'annuncio a tutti i fratelli?
- Gesù viene issato verso il cielo in una nube, quindi da Dio, lascia il testimone alla sua Chiesa che ha il compito di riportare a Dio tutti gli uomini. Siamo convinti che la Chiesa missionaria possa realizzare questo o pensiamo che la Chiesa non serva, ma che sia sufficiente avere fede in Dio Padre?

Gianna e Aldo - CPM Genova -

 

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