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TESTO Commento su Marco 10,13-16

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Sabato della VII settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (01/03/2003)

Vangelo: Mc 10,13-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 10,13-16

13Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. 14Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. 15In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». 16E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Dalla Parola del giorno

Presentavano a Gesù dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù al vedere questo s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il Regno di Dio".

Come vivere questa Parola?

C'è una cosa da notare subito. Questo episodio dei bambini (che con tutta probabilità sono portati a Gesù dalle loro mamme) presenta un verbo che solo a questo proposito incontriamo: sia qui, nella redazione di Marco, che in quella di Luca e Matteo. Si tratta del fortissimo verbo INDIGNARSI. Questa emozione che afferra Gesù nella sua umanità pienamente assunta dal suo essere persona divina, esprime l'importanza di quanto sta a cuore a Gesù. Certo, vi possiamo cogliere l'umanissima simpatia che Egli ha per i bambini: teneri fiori d'umanità non ancora intaccata dal male. Ma la profondità del testo va molto più in là. La cogliamo soprattutto tenendo presente che in questo stesso capitolo due episodi, per contrasto, ne chiarificano il senso. Anzitutto l'episodio del giovane ricco che se ne va via triste perché è attaccato alle sue ricchezze. Poi la scena dei figli di Zebedeo che chiedono a Gesù di avere il primato accanto a lui nel Regno, proprio quando egli svela loro che tipo di cammino tutt'altro che regale è il suo andare a morire a Gerusalemme. In simile contesto che significa dunque diventare bambino? Perché è addirittura la condizione necessaria per entrare nel Regno? Il bambino è semplice. La sua gioia non sta nelle ricchezze, né nell'orgoglio di voler essere potente, né in alcun complicato raggiro per farsi posto nella vita. Gli basta essere amato e abbandonarsi tra le braccia di una madre o di un padre che gli vogliono bene. Gesù questo vuol dirci: diventate semplici.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, riprendo questa metafora del bambino, visualizzando l'indignazione di Gesù per quelli che non ne vogliono sapere. E chiedo al Signore il grande dono di un cuore semplice, di un pieno fiducioso abbandono, d'intenzioni rette in tutto il mio agire.

Dammi, Gesù, un'anima di fanciullo trasparente come acqua di monte che cerca Te, la gloria del Padre e il bene dei fratelli, non altro.

La voce di una santa dottore della Chiesa

Gesù si compiace di mostrarmi l'unico cammino che porta alla fornace Divina dell'Amore. Questo cammino è l'abbandono del bambino che si addormenta senza timore tra le braccia di suo Padre... «Se qualcuno è molto piccolo venga a me», ha detto lo Spirito Santo, e questo medesimo Spirito ha detto anche: «ai piccoli è concessa la misericordia».
S.Teresa di Gesù Bambino

 

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