PERFEZIONA LA RICERCA

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO La venuta del Signore

don Walter Magni  

don Walter Magni è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

I domenica T. Avvento (Anno B) (12/11/2017)

Vangelo: Mc 13,1-27 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 13,1-27

1Mentre usciva dal tempio, uno dei suoi discepoli gli disse: «Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!». 2Gesù gli rispose: «Vedi queste grandi costruzioni? Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non venga distrutta».

3Mentre stava sul monte degli Ulivi, seduto di fronte al tempio, Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea lo interrogavano in disparte: 4«Di’ a noi: quando accadranno queste cose e quale sarà il segno quando tutte queste cose staranno per compiersi?».

5Gesù si mise a dire loro: «Badate che nessuno v’inganni! 6Molti verranno nel mio nome, dicendo: “Sono io”, e trarranno molti in inganno. 7E quando sentirete di guerre e di rumori di guerre, non allarmatevi; deve avvenire, ma non è ancora la fine. 8Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno terremoti in diversi luoghi e vi saranno carestie: questo è l’inizio dei dolori.

9Ma voi badate a voi stessi! Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro. 10Ma prima è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. 11E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. 12Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. 13Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato.

14Quando vedrete l’abominio della devastazione presente là dove non è lecito – chi legge, comprenda –, allora quelli che si trovano nella Giudea fuggano sui monti, 15chi si trova sulla terrazza non scenda e non entri a prendere qualcosa nella sua casa, 16e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. 17In quei giorni guai alle donne incinte e a quelle che allattano!

18Pregate che ciò non accada d’inverno; 19perché quelli saranno giorni di tribolazione, quale non vi è mai stata dall’inizio della creazione, fatta da Dio, fino ad ora, e mai più vi sarà. 20E se il Signore non abbreviasse quei giorni, nessuno si salverebbe. Ma, grazie agli eletti che egli si è scelto, ha abbreviato quei giorni.

21Allora, se qualcuno vi dirà: “Ecco, il Cristo è qui; ecco, è là”, voi non credeteci; 22perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e prodigi per ingannare, se possibile, gli eletti. 23Voi, però, fate attenzione! Io vi ho predetto tutto.

24In quei giorni, dopo quella tribolazione,

il sole si oscurerà,

la luna non darà più la sua luce,

25le stelle cadranno dal cielo

e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.

26Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. 27Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.

Inizia l'Avvento e la liturgia ci ripeterà con insistenza: svegliati, alzati! Tieniti pronto, perché il Signore sta per venire. Anzi, per un verso a Natale ci dirà che il Signore è già venuto, per un altro, a cominciare dal Vangelo di oggi, che sicuramente verrà. E quando verrà alla fine dei giorni, Lo vedremo in tutta la Sua gloria e il Suo splendore. Intanto, stando nel mezzo della storia, ci sentiamo pieni di paure, carichi di fatiche e di stanchezze.

Leggere bene il Vangelo
Addirittura il Vangelo di oggi, a una prima lettura un po' superficiale, sembra alimentare lo smarrimento, sino quasi allo sconforto. Gesù comincia rispondendo a un discepolo, tutto estasiato davanti alla bellezza del Tempio: “vedi queste grandi costruzioni? Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non venga distrutta”. E prosegue con una serie di immagini che alludono a “rumori di guerre”, terremoti, carestie e persecuzioni. Che si trasformano poi in lotte fratricide: “Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno”. Dunque, tempi di devastazione e di tribolazione, nei quali “sorgeranno falsi cristi e falsi profeti”. Fino ai giorni nei quali anche “le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte”. Che paura ci fa ancora questo Vangelo? C'è piuttosto il sospetto di un ascolto ingenuo e superficiale di queste parole di Gesù, anche da parte dei credenti. Come se Gesù, che ci ha abituati a tanti registri nel Suo modo di parlare, servendoSi oggi di un linguaggio apocalittico, come dicono gli esegeti, ci dicesse tutt'altro. Quasi fosse alla fine una specie di illusionista. Il buonista di turno. Quel Gesù che, saltando a piè pari la complessità e la drammaticità della storia nella quale viviamo, alla fine perdona tutti e dimentica tutto. No, non procede così il Vangelo! Davanti a tanto male presente nel nostro mondo, siamo tutti chiamati ad una più precisa e maggiore assunzione di responsabilità.

Le paure che ci abitano
Ma ascoltando questo Vangelo una certa paura rimane. Ma più che una paura generata da eventi cosmici che ancora ci illudiamo di dominare, la paura oggi sembra aver traslocato. Si è fatta più furba, passando dalle catastrofi del mondo all'uomo; dentro l'anima dell'uomo, sino a impiantarsi nel cuore. Come un virus maligno, che, combattuto dapprima con un vaccino, poi diventa immune, nascondendosi ancora più profondamente nel nostro organismo. Come diceva Pierre, il protagonista ammalato di un romanzo intitolato Il tempo è un Dio breve (Maria Pia Veladiano, 2012): “La paura è una malattia dello spirito. È il cuore di tutti i dolori: paura di perdere chi si ama, di morire, di soffrire. Non ha bisogno di sventure concrete per alimentarsi, le bastano i fantasmi della nostra immaginazione. Guai a sentirsi davvero soli”. E mentre lo guardi malato, cercando di distinguere inutilmente tra malattia e salute, non osi guardarti dentro. Ti assale la paura di rispondere a domande che da anni premevano alle porte. La paura di vivere e di morire; la paura per l'altro e la paura dell'altro. Soprattutto c'era sfuggito che la paura ha la stessa radice di pavimento (lat: pavére: battere il terreno per livellarlo), mentre il terrore ha il sapore della terra. Come se la radice ultima delle nostre paure stesse anzitutto nel timore d'essere atterrato, calpestato, dimenticato. Ecco: la paura della solitudine: d'essere messo definitivamente da parte. Rottamato, come direbbero oggi purtroppo.

“Non abbiate paura”
Cosa ci dice il Signore della storia a questo punto? Resterà ancora appeso alla croce, sino alla fine dei giorni? Se rileggessimo con più attenzione il Vangelo odierno, ci salterebbero subito all'occhio alcuni verbi, alcune esortazioni che nell'insieme potremmo già chiamare: il Vangelo dell'antipaura. Mentre da una parte, con grande realismo, Gesù ci descrive un mondo attraversato duramente dal male e dalla cattiveria degli uomini, dall'altra ci esorta a non dimenticare “che nessuno vi inganni”; “non allarmatevi”; “non preoccupatevi”. E se mai qualcuno ci volesse prospettare qualche altro Cristo, allora, sia chiaro, “voi non credeteci”. Gesù non ti dà una pacca sulla spalla e non ti vuole illudere con le Sue parole. Gesù, semplicemente, ti sta guardando in faccia, chiedendoti personalmente di fidarti di Lui. Come afferma nel vangelo di Giovanni: “Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!” (16,33). La filigrana di questo Vangelo consiste nella richiesta di un atto di coraggio, di un sussulto di speranza, che ti rende capace di rischiare per Lui, di fidarti di Lui, guardandoLo negli occhi. Cosi conclude Gesù in persona: “allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria”. I nostri occhi nei Suoi, il nostro sguardo specchiato nel Suo, per scoprire orizzonti d'amore e di testimonianza mai visti prima. Come spesso ama ricordarci anche papa Francesco: “vi prego, non lasciatevi rubare la speranza” (Evangelii Gaudium, 86).

 

Ricerca avanzata  (53954 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: