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TESTO Commento su Rm 6,4

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Veglia Pasquale nella Notte Santa (Anno A) (26/03/2005)

Brano biblico: Rm 6,4 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 28,1-10

1Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. 2Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. 3Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. 4Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. 5L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. 6Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. 7Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».

8Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. 9Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. 10Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».

Dalla Parola del giorno

Per mezzo del battesimo siamo dunque stati sepolti insieme a lui nella morte, perché come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.

Come vivere questa Parola?

La veglia pasquale del sabato santo esplode in un grande invito alla gioia: "Gioisca la terra inondata da così grande splendore. La luce del Re eterno ha vinto le tenebre del mondo". Subito dopo, la liturgia presenta un itinerario di letture bibliche, il cui filo è la storia della salvezza: da Genesi 1 (il racconto della creazione) a questo passo di S.Paolo dov'è il senso del nostro essere salvati dalla morte e resurrezione di Gesù. Il mistero pasquale che, appunto, celebriamo in questo giorno, è il mistero del trionfo della vita sul male e sulla morte. Proprio questo è il senso del nostro battesimo. Un senso esistenziale di fede tutta da riscoprire, perché la vita non sia (come per troppa gente) una corsa affannosa dietro gli idoli vecchi e falsi dei vari "possessi", ma una realtà continuamente "nuova". Voglio dire: di continuo rifatta dal di dentro dalla potenza di Dio che in Cristo si manifesta. Attenzione all'espressione usata da Paolo. Parla di un venir "sepolti" con Gesù. Com'è sepolto un chicco di grano. Sembra che l'oscurità della terra lo distrugga. In realtà ne fa misteriosamente esplodere la vita. È proprio questo che avviene quando credo sul serio al mio battesimo che, di fatto, consente alla morte di Cristo di afferrarmi perché anch'io muoia alle mie voglie egoiche, ai miei atteggiamenti mondani: nel pensiero, nei sentimenti, nelle scelte. Credo gioiosamente al mio batte-simo, se scatta in me la fiduciosa certezza che la gloria-potenza del Padre non ha operato una sola volta, strappando Gesù alla morte. Sì, anche per me la resurrezione è in atto, se consento a Dio di indicarmi e farmi correre le "vie della vita". Esse sono opposte alla tristezza di abitudini e vecchiume incancrenito da egoismo, orgoglio, chiusura a Dio e al prossimo. Sono la stupenda "vita nuova dell'amore"!

A questo penserò oggi in una mia sosta contemplativa nel "giardino della resurrezione". E pregherò:

Signore, questo giardino è il mio cuore. Tu sei lì e stai balzando anche ora dal sepolcro delle mie amarezze delusioni e paure, da possessi vari. Dammi di essere con te e camminare in quella novità sempre risorgente che è il farsi aiutare da te ad amare.

La voce di un Padre della Chiesa

Chi scende con fede nel lavacro della rigenerazione, si spoglia della sua schiavitù e riveste la filiazione divina. Riemerge dal battesimo vestito di luce come il sole e irradia attorno a sé lo splendore della giustizia. Ma, ciò che più importa, ne risale figlio di Dio e coerede del Cristo. A lui e allo Spirito infinitamente santo, buono e vivificante, gloria e potere ora e sempre, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Pseudo-Ippolito

 

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