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TESTO Dov'è Colui che è nato?

don Giacomo Falco Brini  

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Epifania del Signore (06/01/2017)

Vangelo: Mt 2,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

6E tu, Betlemme, terra di Giuda,

non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda:

da te infatti uscirà un capo

che sarà il pastore del mio popolo, Israele».

7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».

9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. 12Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

Nella notte della nuova creazione Luca evangelista non ci ha parlato di tutti quelli che si recarono presso la sacra mangiatoia. Matteo invece ci dice che a Betlemme, al cospetto di Gesù appena nato, giunsero da lontano, dopo breve sosta a Gerusalemme, anche dei misteriosi personaggi che successivamente la Tradizione ha enumerato e nominato: erano tre e si chiamavano Gaspare, Melchiorre e Baldassare. Essi, guidati da un astro apparso in cielo, credettero giustamente di dover cercare nella capitale d'Israele il neonato regale. Naturalmente, si recarono dal re Erode in persona per rivolgergli la debita domanda: se infatti un re è nato, si deve trovare dalle sue parti, cioè nei palazzi dove vivono tutti i re (Mt 2,2). Rimango sempre molto colpito da ciò che suscitò quella domanda nel cuore di Erode e di tutta Gerusalemme. A parte il turbamento tipico di tutti quelli che vivono come se il mondo girasse intorno a loro, persone che non possono assolutamente sopportare che qualcuno rubi loro la scena, mi pare evidente, dalla diffusione generale di tale turbamento, che tutta la città del popolo eletto non si stesse dando molto da fare per scrutare i segni e i tempi della venuta del Messia.
In ogni caso, il turbamento di Erode (così diverso da quello di Maria!) lo porta a riunire il suo stato maggiore religioso per cercare di capire dove doveva nascere il Messia. E costoro gli offrono una indicazione della Sacra Scrittura con precisione chirurgica (Mt 2,5-6). A questo punto Erode, autentico lupo travestito da agnello, chiede notizie ai Magi circa la stella che li stava guidando, dice loro di andare pure a Betlemme, di raccogliere le dovute informazioni e fargli sapere qualcosa sul neonato, perché anch'io venga ad adorarlo (Mt 2,7-8). Le trame di morte hanno sempre una bella maschera di bontà. Tutti i loro artefici assomigliano al loro maestro: satana, artista unico nel camuffare le proprie intenzioni attraverso progetti di bene!
Comunque sappiamo come finì il viaggio-ricerca dei Magi. La stella riapparve (confermando l'indicazione della Bibbia) proprio su Betlemme, sul luogo preciso dove nacque Gesù (Mt 2,9). Quanto avrei desiderato vedere i volti di quegli uomini venuti da lontano quando scoprirono il luogo così povero e comunissimo dove nacque il Re dei re. Quale stupore, quale silenzio, quale sorpresa dovettero invadere i loro cuori alla vista del bambino in braccio a sua madre! Per questo il testo ci dice che essi si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (Mt 2,11). Questo comportamento si manifesta solo quando si è convinti di essere davanti a qualcuno di meraviglioso che si percepisce in tutta la sua regalità.
Che cosa ha da dire a noi questo racconto della venuta dei Magi a Betlemme? Tantissime cose, ma ne sottolineiamo solo alcune. A parte il fatto che essi rappresentano tutte le genti giunte da lontano per riconoscere nel bimbo che giace nella mangiatoia il Salvatore del mondo, i Magi ci ricordano che non basta sapere dove è nato Dio tra gli uomini. Se lo si vuole davvero incontrare, se lo si vuole riconoscere come tale, se si vuole vedere "dove" si trova Colui che è nato, bisogna accettare la fatica di un cammino fatto di luci e ombre, di ricerca e di riflessione, di gioia e di dolore, di dubbi e domande, di insicurezza e di speranza. Bisogna lasciarsi guidare da una stella. Chi volesse percorrere una scorciatoia, rischierebbe grandi delusioni. O, peggio ancora, rischierebbe di diventare come Erode, egoista fino al punto da voler uccidere un bimbo appena nato che non è venuto sottrargli niente; oppure come i sacerdoti e gli scribi, che mettono il loro minuzioso sapere al servizio del suo progetto di morte, senza avvertire minimamente l'arrivo del tempo del messia tanto atteso e senza dare il minimo credito al segno dei misteriosi uomini venuti da lontano per onorarlo. La fede è un affare da vivere/soffrire in prima persona. Altrimenti rischia di diventare un grande auto-inganno per tutti coloro che pensano di conoscere le cose di Dio.

 

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