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TESTO Pietra, polvere e spazzatura

don Alberto Brignoli  

V Domenica di Quaresima (Anno C) (13/03/2016)

Vangelo: Gv 8,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. 2Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. 3Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e 4gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». 6Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. 7Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». 8E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. 10Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». 11Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

La Quaresima è un cammino, ma soprattutto la vita di fede è un cammino: e come in ogni cammino, anche qui ci sono momenti in cui si fa fatica. Quando poi, però, ci si volta indietro, si vede che la fatica non è stata vana, perché ci ha permesso di superare ostacoli insormontabili e punti insidiosi e pericolosi. Che insidie ha la vita di fede? Quali sono i pericoli per la nostra fede? Spesso, siamo portati a pensare che la nostra fede sia messa in pericolo dalle occasioni di peccato, da tutte quelle situazioni di oggettiva "tentazione" cedendo alle quali ci allontaniamo da Dio. Certo, la nostra fede è continuamente tentata: ma qual è la tentazione più forte? Che cosa può maggiormente mettere a repentaglio il nostro rapporto di fiducia con Dio? Guardiamo attentamente al Vangelo di oggi, e ci accorgeremo quale sia la grande tentazione presente.

Di primo acchito, saremmo tentati di andare a cercare se vi sia descritta una situazione di peccato, e di fatto questa situazione esiste: una donna viene trascinata di fronte a Gesù per essere sottoposta al suo giudizio, in quanto "sorpresa in flagranza di reato", nella fattispecie, di adulterio. Per quanto possa essere grave un errore o un peccato, non può certo essere questo a mettere in pericolo il nostro rapporto con Dio. E in effetti, Gesù non pare affatto turbato da questo: non c'è peccato o peccatore che possa mettere in discussione il suo (e il nostro rapporto con Dio). In effetti, però, in questa situazione è nascosta un'insidia: gli scribi e i farisei trascinano in piazza questa donna sorpresa in flagrante adulterio e vogliono conoscere il parere di Gesù. Non vogliono sapere cosa pensa di lei, bensì sapere cosa pensa della pena che la aspetta secondo il comando ricevuto dalla Legge di Mosè, ovvero del fatto che debba essere lapidata. E oggettivamente, stando alla Legge di Mosè, non c'era ombra sulla certezza della colpa, se non il fatto che - sempre secondo la Legge - pure il complice maschile andava sottoposto alla stessa pena capitale: ma chissà perché, il "tipo" l'ha fatta franca nonostante sia stato pure lui beccato "in flagranza"...bel modo di considerare l'uguaglianza tra uomo e donna!

Se guardiamo bene al brano di Vangelo, l'insidia esiste, e sta proprio nel tranello che vogliono tendere a Gesù: di fronte a una situazione oggettivamente da punire, vogliono sapere cosa farebbe lui, dal momento che sempre si dimostra misericordioso con tutti... Qui, c'è una Legge da far rispettare, e non ci si scappa... Il tranello, alla fine, è finalizzato proprio a incrinare il suo rapporto con Dio e con le sue leggi: da che parte stai, Maestro? Dalla parte di Dio (e quindi della lotta contro il male) oppure dalla parte della tua presunta "umanità", e quindi contro la Legge voluta da Dio? A chi credi di più, a Dio o agli uomini? Che cosa conta, in definitiva, nella vita di fede? La Legge di Dio o l'amore misericordioso verso gli uomini? Questa è l'insidia più forte alla nostra vita di fede: essere uomini e donne legati ai precetti, oppure essere uomini e donne di carità. La cosa più semplice sarebbe quella di dire che le due cose non si escludono, perché la carità è il primo dei precetti di Dio. Certo, questo è il messaggio di Gesù, è la novità più sconvolgente del Vangelo che riecheggia in modo meraviglioso nelle parole della prima lettura: "Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?". Ma la mentalità di fede, pure genuina e autentica, degli scribi e dei farisei stretti osservanti della Legge di Mosè era ben lontana da questa idea: il male andava combattuto in ogni forma, attenendosi strettamente ai precetti della Legge, che indicavano chiaramente la strada della perfezione.

E allora, al diavolo tutta la paziente attesa del vignaiolo che di fronte a una pianta di fico che non da frutti perde ancora un anno di tempo a vangare, zappare, concimare, cambiare il terreno: prendiamo una scure e tagliamolo alla radice! Al diavolo gli abbracci e i baci di un padre paziente e misericordioso che attende il figlio di ritorno da un paese lontano dove ha sperperato i suoi beni vivendo da dissoluto: che torni, se vuole, ma che si metta a lavorare duro e sodo come il figlio maggiore, impeccabile e indefesso servitore del padre! Perché insistere a salvare ciò che forse salvabile non lo è più? Perché stare continuamente dietro a gente che è la feccia della società, a gente che è meglio eliminare come spazzatura? Perché essere indulgenti, se c'è una Legge di Dio che dice chiaramente di eliminare il male?

Perché...? Perché forse la "spazzatura" non sono questi elementi che noi vorremmo eliminare, gettandoli in un cassonetto differenziato. Spazzatura non è un fico sterile, né un ragazzo sbandato, né una donna che sbaglia per amore. "Spazzatura" è, per dirla con le forti parole di Paolo di oggi, "la giustizia derivante dalla Legge", che lui - fariseo giusto e irreprensibile - ha gettato via per abbracciare "la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede nella potenza della risurrezione". E la resurrezione è talmente potente che è capace di risollevare dalla polvere anche il peggiore dei peccatori. Nella polvere, rimangono immersi solo coloro che tramano insidie alla fede opponendo la Legge di Dio alla legge dell'amore. Polvere sono tutti coloro che non hanno il minimo germe di vita e di speranza dentro di loro. Polvere sono tutti coloro che, in nome della Legge di Dio, si sono allontanati da lui, amante e fonte della vita. Il giudizio su di loro, quello sì, è chiaro e inequivocabile, come fece il Maestro, quel mattino, chinato per terra a scrivere col dito per terra, nella polvere; come scrisse Geremia, seicento anni prima di lui: "Quanti si allontanano da te saranno scritti nella polvere, perché hanno abbandonato il Signore, fonte di acqua viva".

Né su tavole di pietra, né in terra, tra la polvere: il Signore scrive la sua legge dell'amore, marcata a fuoco, nel nostro cuore.

 

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