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TESTO Un Gesù sotto esame continuo da parte dei farisei

padre Antonio Rungi

XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (26/10/2014)

Vangelo: Mt 22,34-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 34i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36«Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». 37Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38Questo è il grande e primo comandamento. 39Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. 40Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Anche nel Vangelo di oggi ci troviamo di fronte ad un Gesù che è sotto esame da parte dei farisei.

Nel Vangelo di domenica scorsa Gesù veniva interrogato se era lecito o meno pagare il tributo a Cesare, oggi viene interrogato sulla gerarchia dei comandamenti. Diciamolo con estrema franchezza, come d'altra parte si evince dal testo biblico, si tratta di una messa alla prova per avere di cosa accusarlo ed eliminarlo dalla scena religiosa e sociale del tempo.

Gesù dava fastidio ai potenti perché il suo messaggio d'amore, di giustizia, pace, verità, legalità, fraternità, di opzione preferenziale per i poveri, gli emarginati, era in netto contrasto con chi deteneva il potere religioso e politico. Da qui la necessità di sentire, falsamente, l'opinione del maestro, ritenuto solo apparentemente autorevole da chi questa autorità morale e religiosa non l'aveva affatto riconosciuta.

Quindi è gioco l'importanza dei comandamenti e la loro struttura gerarchica. Potremmo dire che viene prima Dio e poi gli altri. Gesù, tuttavia, è preciso nella risposta e coniuga i due comandamenti nell'unico comandamento dell'amore e della carità.

In sintesi non si ama Dio, senza amare l'uomo, e non si ama l'umanità se non si ama Dio. L'amore di Dio e l'amore del prossimo camminano di pari passo e nessuno può escludere una parte dell'unico comandamento a favore dell'altra. Leggiamo il testo del vangelo con grande attenzione e meditiamo ogni parola ed espressione, mettendoci dalla parte dei provocatori o poi assumendo il ruolo di Gesù Maestro. D'altra parte anche noi, a volte, sfidiamo Dio con le nostre provocazioni, con le nostre contestazioni aperte. Ma Dio, che comprende le nostre ribellioni, ci dice esattamente quello che ha detto attraverso la voce del suo Figlio, Gesù Cristo, quando viene interpellato sul tema della carità e dell'amore.

Come ben sappiamo questo testo biblico è un richiamo esplicito di quanto è già detto e sancito nella Legge e nei Profeti dell'Antico Testamento. Gesù conferma la struttura di rivelazione dell'amore di Dio effettuata nel corso dei secoli per bocca dei profeti e poi codificata nella legge d'Israele. Non propone nessun cambiamento radicale o sostanziale rispetto al passato: sono in gioco la modalità e la misura, ma non l'amore. Siamo, infatti, in perfetta continuità con quanto già si sapeva circa la gerarchia dei comandamenti da osservare. Dio va amato con tutto il cuore, le energie e senza limiti, senza misura e parimenti l'uomo va amato avendo come parametro e unità di misura il "se stesso".

Se da un lato l'amore verso Dio deve caratterizzarsi come totale risposta dell'uomo a questo amore, dall'altro l'amore verso i fratelli deve trovare un riscontro oggettivo nell'amore che normalmente una persona ha di se stesso. Non si tratta di egoismo, ma di avere un criterio per misurare il grado di amore verso gli altri. Amare se stessi, significa prendersi cura della propria persona, curarsi da tutti i punti di vista. Essere in poche parole samaritani di noi stessi e diventare samaritani per gli altri in modo da sanare le ferite anche infette del cuore e dell'anima se ci sono nella nostra vita. Non bisogna aver paura di guardarsi dentro e scoprire le proprie fragilità al fine di ricominciare una vera vita di amore e di vero amore verso se stesso, verso gli altri e soprattutto verso Dio che è amore.

Questo amore verso noi stessi e gli altri come si esplicita, come si concretizza? In poche parole, cosa dobbiamo fare per essere in regola con la legge antica e nuova? Ci viene in aiuto il testo della prima lettura di oggi, tratto dal Libro dell'Esodo, dove sono esplicitate le regole morali e giuridiche che si devono seguire per non danneggiare il prossimo.

In sintesi, possiamo trovare delle norme sull'accoglienza dello straniero. E quanto sia attuale questa norma lo comprendiamo alla luce dei problemi dell'immigrazione presente in modo abnorme in Italia. Il secondo problema è la questione delle vedove e degli orfani. Anche qui siamo su un piano non solo di assistenza sociale, ma soprattutto umana. Chi è senza marito e chi è orfano di uno o di entrambi i genitori deve avere la massica accoglienza nel cuore delle persone e nelle leggi di uno stato civile. L'altro drammatico tema è quello dell'usura, molto ricorrente nel popolo d'Israele e oggi, nel nostro contesto sociale ed economico, di vera e propria piaga sociale ed emergenza sociale. Quante persone sono sotto usura illegalmente e quanto usura si fa anche legalmente chiedendo interessi altissimi quando le banche danno un prestito con i soldi dei risparmiatori. Tassi d'interesse minimi per i risparmiatori, tassi di interesse altissimi quando si fa credito. La crisi economica di oggi è anche questo, il sistema di usura legale ed illegale che spopola dovunque. Ultimo tema è quello della restituzione del debito. Non bisogna tenere per sé le cose degli altri, soprattutto se è un salario frutto di onesto lavoro degli operai. Quante volte si ritardano i pagamenti per averne utili aziendali? Quante volte non si fanno scattare gli aumenti ai lavoratori per interessi dell'azienda o dell'economia di un paese?

Ecco i testi biblici ci pongono di fronte ai tanti problemi morali e sociali, ai quali dobbiamo rispondere con la giustizia, la solidarietà, la carità. Questa è la via maestra per vivere il comandamento dell'amore nell'oggi del mondo.

In conclusione, di fronte ai tanti mali del mondo, è richiesto un atteggiamento amorevole per cambiare le sorti di questa umanità, in perenne emergenza spirituale, umanitaria e sociale. Ci vuole la conversione del cuore, abbattendo gli idoli che ci allontanano dal Dio vero e santo. Ce lo ricorda l'Apostolo Paolo nel brano della seconda lettura di oggi, tratto dalla sua prima lettera ai Tessalonicesi. Convertirsi al Dio dell'amore e della carità, senza finzioni o falsità, senza confondere il Dio vero, dagli idoli e dai falsi che l'uomo si costruisce di volta in volta per dare significato alla sua vita, privata del vero Dio.

Sia, allora, questa la nostra umile preghiera nella domenica dedicata all'amore e alla carità verso Dio e verso il prossimo: "O Padre, che fai ogni cosa per amore e sei la più sicura difesa degli umili e dei poveri, donaci un cuore libero da tutti gli idoli, per servire te solo e amare i fratelli secondo lo Spirito del tuo Figlio, facendo del suo comandamento nuovo l'unica legge della vita". Amen.

 

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