PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Vieni giù dalla pianta...

don Alberto Brignoli  

XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (03/11/2013)

Vangelo: Lc 19,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 19,1-10

In quel tempo, Gesù 1entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 5Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 8Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

Mi è già capitato altre volte, commentando la Liturgia della Parola domenicale, che mi venissero alla memoria espressioni della mia cultura dialettale bergamasca. So bene che sono poco bibliche e soprattutto poco teologiche, ma la loro pittoresca espressività mi aiuta a comprendere e a far comprendere alcuni concetti.

Dunque, esiste nel mio vernacolo un'espressione che si addice bene al personaggio del Vangelo di oggi, Zaccheo: "Vieni giù dalla pianta, che la guerra è finita!". Si dice riferita a una persona fuori dalla cognizione del tempo e dello spazio, che si rifugia nel suo mondo in attesa che gli eventi della vita e della storia passino, lasciandolo immune e incolume. Per cui, lo si esorta a considerare che i tempi sono ormai compiuti, ed è giunto il tempo di fare come i frutti maturi, che cadono dalle piante pronti per essere utilizzati.

Il paragone può essere irriverente, ma credo che il Maestro che passa per Gerico ed esorta Zaccheo a scendere dalla pianta per entrare in casa sua, in fondo lo spinga a considerare che è giunto il momento di smettere di fare quello che lui stava facendo, ovvero nascondersi per evitare di guardare in faccia la realtà. E la realtà era che la vita di Zaccheo era un disastro: era senz'altro realizzato da un punto di vista del successo (era il capo dei pubblicani) e del possesso dei beni materiali (era ricco), ma gli mancava qualcosa di fondamentale. Gli mancava di incontrare il senso della propria esistenza: in fondo, gli mancava Dio.

L'ironia di Luca è notevole: un uomo da tutti ritenuto "un grande" perché realizzato, in quanto immanicato con il potere politico ed economico e da tutti ben conosciuto in città (non certo per le opere buone, ma in una città depravata come Gerico questo ci poteva pure stare, se non addirittura essere motivo di onore), in realtà è un uomo piccolo, ed è talmente piccolo che per vedere Gesù deve arrampicarsi su un sicomoro, albero così grande e frondoso che risultava essere l'ideale per nascondere un uomo insignificante.

Eppure Gesù va in cerca dell'insignificanza di quest'uomo (che avrebbe voluto vedere Gesù ma di nascosto, senza esporsi più di tanto) per dirgli che è ora di giocare allo scoperto, perché la guerra è finita, perché il giochetto di fare i propri loschi interessi di potere e di economia e sentirsi a posto con la coscienza religiosa doveva ormai giungere a un punto di non ritorno (molto attuale anche oggi, questa cosa...).

E che le cose nella vita di Zaccheo siano cambiate veramente si vede dal fatto che il pudore, il ritegno e forse la vergogna che lo portavano a nascondersi dagli uomini nel momento stesso in cui voleva andare alla ricerca di Dio, lasciano lo spazio alla gioia e all'entusiasmo di sapere che Dio stava già andando in cerca di lui. Quel Dio che lui voleva cercare per curiosità, già lo aveva individuato e lo cercava per cambiargli la vita, per dirgli di scendere da quella pianta e di tornare in casa sua, nel "bunker" delle sue bieche attività perché era lì, e non altrove, che Dio voleva incontrarlo e cambiargli la vita. Cosa che gli riesce veramente.

Perché in fondo Dio è così. Va nella peggior città del mondo, nella sua periferia più recondita, alla ricerca del peccatore più incallito, di quello che forse verso di lui nutre curiosità, ma che non ha il coraggio di esporla di fronte agli uomini, e lo stana per annunciargli che nonostante tutto gli vuole bene, e vuole davvero che la sua vita sia diversa.

Lo fa scendere dalla pianta per dirgli che la guerra è finita. Ma in realtà lo esorta ad iniziarne un'altra: quella non più a difesa di se stesso, ma a difesa degli altri, dei fratelli. Non fratelli di sangue né d'interesse ma fratelli talmente ostili a lui (perché da lui ingannati) che l'unico modo possibile per ricuperarli è quello di ridare loro tutto ciò che a loro era stato tolto.

Insomma, la guerra era finita. E oltre ad ammettere di averla persa, quando invece era convinto di averla vinta, deve restituire tutto il bottino di guerra sottratto ai nemici.

Con Dio bisogna stare attenti a giocare a nascondino, a stare alla finestra pensando che vederlo passare possa bastare. Pensi di scamparla e di poter anche evitare di metterti in gioco? Attento, perché poi lui ti cambia la vita.
E lo fa sul serio...

 

Ricerca avanzata  (53942 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: