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TESTO Commento su Luca 16, 20-21

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

XXVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (29/09/2013)

Vangelo: Lc 16, 20-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 16,19-31

In quel tempo, Gesù disse ai farisei: 19C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. 20Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. 25Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. 27E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. 29Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. 30E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. 31Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

"Un povero di nome Lazzaro stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco."
Lc 16, 20-21

Come vivere questa Parola?
Probabilmente il ricco nemmeno vedeva Lazzaro morente sulla soglia della sua casa: un mendicante è uno dall'esistenza sprecata, che non ha combinato nulla di buono. E allora come può chiedere qualcosa, come può pretendere di essere preso in considerazione, di essere visto, uno che ha buttato la sua vita? Può meritarsi più delle briciole?
Ad un certo punto però l'uomo ricco ha visto Lazzaro: l'ha visto mentre ora era lui tra i tormenti degli inferi, quasi che le sue sofferenze gli aprissero finalmente gli occhi sul prossimo (e spesso così capita).
E mentre vede comprende: la sua era la vita sprecata, senza orecchie per ascoltare e occhi per vedere chi gli era vicino, chi gli era "usuale", chi stava alla sua porta, sempre!
Ora capisce, davanti al giudizio di Dio che capovolge ogni cosa nella logica dell'amore, che la sua vita e il suo tempo erano in perdita.
Per il ricco è ormai tardi: non può più andare alla "ricerca del tempo perduto" né può strumentalizzare Lazzaro, usarlo per i suoi comodi perché vada ad avvertire i suoi fratelli.
Loro potrebbero ancora cambiare, come noi che leggiamo questa preziosa parabola. Possono, possiamo, tornare a vedere le sofferenze degli altri, tornare a riempire il tempo in modo diverso.
Ma per vedere bisogna prima ascoltare i profeti, coloro che ci parlano di Dio e del senso della vita a modo loro.
A partire da quelli che stanno alla nostra porta, coloro che con la loro debolezza e povertà, con le loro miserie ci chiamano a conversione, a ripulire le nostre idee su ciò che è riuscito e ciò non lo è, su ciò che perduto e ciò che non lo è, sul tempo vissuto bene e sul tempo sprecato. Sui beni che ci servono per essere migliori e quelli che al contrario ci accecano e ci induriscono.
Donaci tu, Signore, la sapienza del cuore, quella che ci porterà a morire nella consapevolezza di non aver sprecato il tempo della vita, di aver saputo ascoltare quanto dovevamo ascoltare e vedere quanto dovevamo vedere. Che non esca mai dalla nostre labbra la frase: "Non me ne sono accorto".
La voce di una "tromba dello Spirito"
Chi ha poca carità vede pochi poveri. Chi ha molta carità vede molti poveri. Chi non ha carità non vede nessuno.
Primo Mazzolari
Commento da Emanuela Giuliani
emanuelagiuliani@gmail.com

 

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