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TESTO Commento su Colossesi 1,24-28

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XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (21/07/2013)

Brano biblico: Col 1,24-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 10,38-42

In quel tempo, 38mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. 40Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, 42ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Collocazione del brano
Dopo aver proclamato uno dei più begli inni dedicati al mistero di Cristo, Paolo ricorda ai Colossesi che la riconciliazione attuata dal Signore Gesù si è attuata anche nei loro confronti. I colossesi erano "stranieri e nemici, intenti alle opere cattive", ora sono chiamati a presentarsi "santi, immacolati e irreprensibili" al cospetto di Dio. Perciò devono rimanere "fondati e fermi nella fede" e non allontanarsi dal Vangelo che è stato loro proclamato. Ecco perché nel brano che leggiamo oggi Paolo presenta le proprie credenziali. In tono leggermente polemico egli ricorda che sta sostenendo un impegno, una sofferenza affinché i cristiani di Colossi restino fermi nella loro fede e non si lascino sviare da dottrine e da pratiche ascetiche più affascinanti, ma che non hanno l'efficacia della croce di Cristo.
Lectio
24 Ora io sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa.
Paolo soffre a causa del lavoro apostolico, ma è felice di questo perché c'è uno scopo. Con il suo lavoro, le sue fatiche, contribuisce a diffondere e a rafforzare la fede in Cristo. Questo versetto è stato oggetto di approfondite riflessioni poiché a un prima lettura sembrerebbe significare che la morte e la risurrezione di Cristo non siano complete in sé, non abbiano abbastanza valore da realizzare la riconciliazione dell'umanità con Dio. In realtà la parola patimenti non significa la sofferenza salvifica sopportata da Cristo per la nostra salvezza, bensì le sofferenze, le tribolazioni che la Chiesa deve sopportare per la sua testimonianza- E' un termine preso dal linguaggio apocalittico e riguarda le sofferenze della fine dei tempi. Nella Chiesa delle origini è stato utilizzato per indicare le persecuzioni dei primi cristiani. Quindi Paolo partecipando di queste sofferenze aiuta e sostiene la fatica di tutta la Chiesa.
25Di essa sono diventato ministro, secondo la missione affidatami da Dio verso di voi di portare a compimento la parola di Dio,
In forza della sua vocazione Paolo è diventato ministro, cioè servitore della Chiesa. Egli ha un mandato specifico: portare a compimento la parola di Dio. Ciò si realizza in due sensi. In senso estensivo, cioè missionario, egli annuncia il vangelo ai pagani fino ai confini della terra. In senso intensivo, cioè pastorale, conducendo ogni uomo alla perfezione davanti a Dio, attraverso l'esortazione e l'insegnamento.
26il mistero nascosto da secoli e da generazioni, ma ora manifestato ai suoi santi.
La Parola altro non è che il mistero nascosto che è stato rivelato. Il termine mistero ha molta importanza.
E' preso anche questo dalla tradizione apocalittica. Si tratta di un qualcosa che era nascosto e che adesso per volere di Dio è stato rivelato a un gruppo di privilegiati. Il mistero è unico e ha in Cristo il suo punto focale, non riguarda più il futuro, ma adesso viene rivelato e si realizza. E' rivelato ai credenti, nella Chiesa, attraverso l'annuncio del Vangelo.
27A loro Dio volle far conoscere la gloriosa ricchezza di questo mistero in mezzo alle genti: Cristo in voi, speranza della gloria.
C'è dunque un annuncio missionario che Dio vuole si svolga, in mezzo alle genti si deve far conoscere che alcuni, i santi, i credenti hanno aderito a questo mistero. Bisogna far conoscere che Cristo abita in loro e manifesterà pienamente in loro la sua gloria.
28È lui infatti che noi annunciamo, ammonendo ogni uomo e istruendo ciascuno con ogni sapienza, per rendere ogni uomo perfetto in Cristo.
A questo dunque si impegna Paolo, egli annuncia, ammonisce e istruisce i Colossesi impegnando ogni sapienza, perché c'è un itinerario che ogni persona deve percorrere per diventare un uomo perfetto in Cristo. L'annuncio del Vangelo quindi non si ferma alla semplice proclamazione della parola, ma continua con questo impegno didattico.
Meditiamo
- Mi sono mai impegnato per la crescita nella fede di altre persone?

- Ho mai sopportato difficoltà per l'annuncio del Vangelo e visto che questo era di beneficio alla fede di altri fratelli e sorelle?

- In cosa si manifesta secondo me l'uomo/la donna perfetto/a nella fede?

 

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