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TESTO Commento su Marco 12,1-12

Paolo Curtaz  

Lunedì della IX settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (04/06/2012)

Vangelo: Mc 12,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 12,1-12

1Si mise a parlare loro con parabole: «Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. 2Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. 3Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. 4Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. 5Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero. 6Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. 7Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra!”. 8Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. 9Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. 10Non avete letto questa Scrittura:

La pietra che i costruttori hanno scartato
è diventata la pietra d’angolo
;
11questo è stato fatto dal Signore
ed è una meraviglia ai nostri occhi
?».

12E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.

La tensione è alle stelle: la scenata fatta al tempio ha definitivamente incrinato i rapporti con i sacerdoti del tempio. Gesù prende consapevolezza che la sua missione è fallita. Cosa può fare, ora? Ha voluto parlare di Dio in maniera completamente nuova, facendo uscire le sue pecore dall'angusto recinto delle regole e delle prescrizioni, dando libertà e sorriso agli uomini, inondandoli di fiducia. Non è servito a nulla: la folla si è presto stancata delle novità del Nazareno, la classe sacerdotale vede come un pericolo la sua interpretazione della Legge, Gesù va fermato. E il Maestro è stranito, allibito, teso: cosa deve fare? Riprende una parabola conosciuta al popolo, quella della vigna, immagine del popolo di Israele. Un'immagine forte, già usata dai profeti e che ora, in quel contesto, dice qualcosa di inaudito: Israele non riconosce il messia. E questo errore porterà molti alla morte interiore. L'uditorio ha capito e i sacerdoti si offendono, invece di convertirsi. Stiamo attenti, discepoli del Signore, ricordiamoci sempre che la vigna della nostra vita ci è affidata, non ne siamo i proprietari.

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