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TESTO Interamente Chiesa

Paolo Curtaz  

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (16/11/2003)

Vangelo: Mc 13,24-32 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 13,24-32

24In quei giorni, dopo quella tribolazione,

il sole si oscurerà,

la luna non darà più la sua luce,

25le stelle cadranno dal cielo

e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.

26Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. 27Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.

28Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. 29Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.

30In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

32Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre.

Solo per Valle d'Aosta e Piemonte

Letture varie, a scelta: Gv 15,1-17/ Gv 17,11b - 23

Siamo alla fine dell'anno liturgico e, come tutti gli anni, siamo invitati a celebrare la Solennità della Chiesa locale, almeno in Valle d'Aosta e in Piemonte.

E' una festa che mi sta moltissimo a cuore, sarà per il temperamento autonomista che contraddistingue ogni valdostano! Di che si tratta? Si tratta di una riflessione teologica su cosa è Chiesa, sempre in continuità con la riflessione di domenica scorsa sulla dedicazione della Cattedrale di Roma. Chiesa locale, cioè il gruppo di cristiani radunati intorno ad un vescovo, in comunione con la Chiesa di Roma, ecco di cosa si tratta.

Per un lungo periodo della Chiesa, per complesse ragioni storiche, si era portati a sottolineare l'unitarietà della Chiesa cattolica, quasi l'esclusività della funzione del vescovo di Roma. L'impressione che ne usciva era un centralismo forzato, la Chiesa cattolica dipendeva in fondo da un unico vescovo, successore di Pietro, e tutti gli altri più o meno facenti funzioni. Grazie al cielo l'incontro del Vaticano II che ha radunato tutti i vescovi del mondo attorno al Papa, ha ridonato chiarezza. L'unica chiesa cattolica è formata da comunità con storie e tradizioni diverse (da tutelare) in comunione profonda tra loro, unite dal carisma di carità della chiesa di Roma. Quindi là dove c'è un popolo con un pastore in comunione con le altre chiese e la chiesa di Pietro, là c'è interamente la Chiesa.

Bizantinismi, penserete. Mica tanto, amici! Questa festa ci dice diverse cose essenziali.

Anzitutto: se vuoi fare esperienza di comunità non devi prendere l'aereo e girare il mondo, né andare in un luogo particolarmente mistico, là dove vivi, nella tua chiesa locale, c'è la possibilità di fare una (bella) esperienza di fede. Certo poi fare un pellegrinaggio sulla tomba degli apostoli è un'opera feconda oppure fare una settimana a Taizé ti ricarica le pile, ma la possibilità di fare esperienza di comunità in loco è un'opportunità unica! (Lo so lo so, le nostre comunità suscitano deboli entusiasmi, ma questo è un altro problema!).

Secondariamente: le nostre chiese locali hanno un'esperienza radicale e profonda da conoscere e valorizzare, santità da evidenziare, peculiarità da coltivare. E qui mi rivolgo agli amici turisti che ho la gioia di ospitare nelle mie comunità, e in particolare ai confratelli. I valdostani, da buoni montanari, sono persone difficili, diffidenti, poco inclini alla morbidezza, ma sinceramente schietti. Sapete qual è la cosa che più infastidisce le mie comunità? Vedere altre comunità, parrocchie, oratori, che vengono nelle nostre terre a apparentemente indifferenti a chi li ospita.

Mi spiego: non sarebbe bello organizzare – per chi viene – una serata di presentazione del luogo che vi ospita? Andare in campeggio in Valle d'Aosta o in Sicilia è diverso! Credo che un po' più di cristiana umiltà farebbe bene a tutti, a noi che vi accogliamo per condividere le nostre fatiche e vedere le vostre testimonianze di cristiani in città e per voi turisti, che vedreste la straordinaria storia della nascita di una piccola chiesa antica e fiera del suo passato e della sua autonomia (peraltro sempre difesa dalla Chiesa valdostana).

Certo amici, e concludo, le cose da fare sono molte. Siamo chiamati a costruire noi ora la Chiesa, a trovare linguaggi e metodologie diverse per dire lo stesso Gesù, per costruire comunità vive e vivaci. Siamo in un momento storico cruciale, ad una svolta radicale che può davvero dare molto alle nostre comunità. Oppure affossarle definitivamente. La Chiesa è fatta di pietre vive, di persone, di noi. Pensare che la Chiesa attraversi il solco del tempo per inerzia è ingenuo e fuorviante. Il Maestro non abbandona i suoi discepoli, certo, ma affida loro il compito dell'annuncio là dove vivono. E la Chiesa ha trovato nella sua storia il modo concreto di abitare in mezzo alla gente: attraverso la Parrocchia. Questo è il nostro modo di vivere, qui e adesso, il grande sogno di Dio che è la Chiesa.

Libri di Paolo Curtaz

 

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