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TESTO Commento su Luca 2,15-20

Monastero Domenicano Matris Domini  

Natale del Signore - Messa dell'Aurora (25/12/2009)

Vangelo: Lc 2,15-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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15Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». 16Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

Lectio
Contesto
Abbiamo scelto di fermare la nostra attenzione sul vangelo proposto per la Messa dell'aurora in quanto si tratta di un testo di Luca. E' la pericope che segue immediatamente quella proclamata nella Messa della notte (Lc 2,1-14) ed ha quindi con essa un forte legame. I vv. 8-20 si presentano come un ampliamento dell'annuncio della nascita di Gesù (vv. 6-7) con il quale l'evangelista, sotto la forma di una rivelazione divina, ci parla dell'identità del bimbo appena nato e dell'atteggiamento di coloro che gli sono vicini, Maria e i pastori per quanto riguarda la nostra pericope.
15. Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l'un l'altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere».
Il v. 15 rimanda a quanto gli angeli hanno riferito ai pastori (cfr. vv.10-12): l'annuncio degli angeli in cui Dio stesso parla e orienta verso il Messia, indicato con un segno. Una vera e propria rivelazione circa l'evento, avvenimento, che ha avuto luogo a Betlemme.
La reazione dei pastori è positiva, piena di interesse per l'annuncio ricevuto e desiderosa di verificarlo; essi si mettono in movimento.
Notiamo che in questo versetto, come ai vv. 17 e 19, l'evangelista usa il termine rhêma, parola, dal significato ebraico di dabar: parola-evento, parola realizzata (G. Rossé), reso nel nostro testo con avvenimento.
16. Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.
L'evangelista ci avverte che essi si muovono senza indugio, affrettandosi, come Maria nell'episodio della visitazione, anch'essi spinti da un motivo religioso: l'obbedienza alla parola che è stata loro annunciata. Il loro andare si conclude davanti al segno annunciato: il bambino.
Citando per prima Maria, nel nominare le persone che i pastori incontrano, Luca ci mostra ancora una volta la sua stima per la Madre di Gesù.
17. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori.
E' interessante notare gli atteggiamenti attribuiti ai pastori: prima ascoltano (vv. 10-11 e v. 15), poi si muovono e trovano il segno (v. 16); a questo punto lo guardano e diventano a loro volta annunciatori, riferendo quando aveva udito. E' piuttosto evidente che Luca non sta parlando solo dell'esperienza dei pastori di Betlemme, ma del diffondersi del vangelo. Coloro che accogleranno la predicazione degli apostoli e faranno esperienza dell'incontro con Gesù e crederanno, potranno comunicare a loro volta questa buona notizia.
Tutti quelli che udivano (del v. 18) sono quindi i futuri ascoltatori del vangelo e le comunità cristiane stesse che lo accolgono e su di esso riflettono per comprenderlo sempre meglio.
Lo stupore, un sentimento molto presente in questi primi capitoli del vangelo di Luca (vedi anche 1,21.63; 2,33), indica in positivo l'interrogarsi di fronte alle opere di Dio che si fanno storia.
19. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
Interrompendo l'analisi del comportamento dei pastori Luca ci offre un piccolo spiraglio sui sentimenti di Maria e sul suo atteggiamento: custodire (o conservare) e meditare sono le azioni successive allo stupore, che permettono di penetrare il senso degli avvenimenti (tutte queste cose; anche qui il termine rhêma, parola con riferimento all'ebraico dabar).
Il verbo usato dall'evangelista symballein (letteralmente mettere insieme, avvicinare due parti di un intero, da cui il termine simbolo), tradotto con meditare, indica un'operazione di confronto che permette di far venire alla luce il senso profondo di un evento. Vediamo dunque Maria impegnare le sue energie di mente e cuore per capire gli avvenimenti che le accadono e le parole divine udite che la superano, per poterle sempre meglio comprendere.
Il significato del termine greco symballein è appunto interpretare avvenimenti dal significato oscuro, arrivando a coglierne il senso esatto, spesso con l'aiuto di Dio ( R. E. Brown).
Il termine custodire invece si avvicina ad alcuni testi sapienziali (cfr. Sir 39, 1-3; Sal 119,11) che indicano anche il mettere in pratica il messaggio ricevuto. Maria appare quindi come il modello del discepolo che ascolta la parola di Dio e la mette in pratica (Lc 8,21).
Fin dall'inizio il cammino di Maria è quello del credente la cui fede progredisce e cresce con una sempre più piena comprensione del mistero divino rivelato. Ella è tipo della Chiesa stessa che vive della parola che riceve da Dio.
20. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
La pericope si conclude con un ritorno ai pastori, in un versetto riassuntivo, tipico di Luca, che vede l'uscita di scena dei protagonisti. Altro verbo di movimento: tornarono, e altro atteggiamento: glorificando e lodando Dio, collegati nuovamente all'annuncio ricevuto: com'era stato detto loro.
Anche i pastori come gli angeli (v. 14) lodano Dio, unendo cielo e terra nel glorificarlo, un invito al lettore a celebrare la festa della natività di Gesù. Quello della lode è per altro un tema frequente nel vangelo di Luca, come pure nel libro degli Atti (cfr. Lc 7,16; 13,13; 17,15; 18,45; 19,37; At 2,47; 3,8-9; 4,21; 11,18; 21,20) che riflette la sua convinzione dell'importanza di tale preghiera nella vita della comunità cristiana.
I pastori tornano al loro gregge avendo esaurito il compito prefigurativo che Luca a loro assegnato; con un movimento circolare il versetto torna al motivo iniziale, l'annuncio, da cui è scaturito tutto il brano. Ci viene ricordato che i pastori hanno udito e visto, perché il percorso del credente va dall'ascolto della predicazione ad una sua verifica nella vita: Dio compie le sue promesse, le sue parole sono azioni che cambiano la storia.
La nascita di Gesù ne è un esempio luminoso e gioioso che siamo chiamati a celebrare con lo stesso impegno e lo stesso spirito di lode mostrati dai pastori.
Meditiamo
1) L'atteggiamento dei pastori cosa suggerisce alla mia vita di fede, al mio modo di partecipare alla celebrazione del Natale?
2) Il silenzio meditativo di Maria ci indica come leggere la sacra Scrittura e gli eventi della nostra vita: come posso raccogliere questa indicazione e farla diventare parte della mia esperienza?
3) Vivo la mia fede con lo stupore che la pagina evangelica mi suggerisce?
Preghiamo
Salmo Responsoriale (dal Salmo 96)
Oggi la luce risplende su di noi.
Il Signore regna: esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
Annunciano i cieli la sua giustizia
e tutti i popoli vedono la sua gloria.
Una luce è spuntata per il giusto,
una gioia per i retti di cuore.
Gioite, giusti, nel Signore,

della sua santità celebrate il ricordo.
Colletta
Signore, Dio onnipotente, che ci avvolgi della nuova luce del tuo Verbo fatto uomo, fa' che risplenda nelle nostre opere il mistero della fede che rifulge nel nostro Spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

 

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