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TESTO Per rifiorire nel cuore

don Carlo Occelli  

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Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno A) (24/04/2011)

Vangelo: Gv 20,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 20,1-9

1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Furtiva. Dimessa. Il fiato corto ed il passo pesante. I piedi trascinati, più che sollevati. Un conto è camminare lenti, gustando la freschezza del mattino e i profumi del mondo che si risveglia, un altro conto è trascinarsi nel buio. Me la vedo così Maria di Magdala mentre si reca al sepolcro quando ancora era notte. Attraversa quel giardino poco lontano dal luogo del cranio. Fa paura quella notte, quel silenzio calato su Gerusalemme dopo ore di strepitii ed urla. Chiuso il sipario, fuggito ogni rumore. La natura pare morta in quel giardino fatto d'ombra. I rami asciutti, secchi, senza vita. La terra dura, screpolata e sola.

Eppure...

Eppure due piedi attraversano la notte, verso un sepolcro. Si mischiano i ricordi di una vita, s'intrecciano fragranze differenti d'un passato ormai sepolto. Le risate coi racconti, le tavole imbandite da quel profumo d'amicizia. Betania. Ma poi Gerusalemme traditrice le ha mangiato la speranza. Divorata in un boccone. E la notte tenebrosa s'è rubata pure il giorno e il sole.

Eppure...

Eppure due piedi attraversano la notte, verso un sepolcro. Impercettibili. Ma io li vedo, li scruto.

Tutti noi ci ritroviamo al sepolcro, mentre c'è ancora la tenebra. Tutti attraversiamo momenti, giorni o mesi, nei quali la notte non è solo notte, ma tenebra e buio. Tempo vuoto e pesante.

Vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Un fatto che poteva essere letto in tanti modi diversi. Rubato, trafugato? E da chi? Quando e come?
E le domande la riattivano.
Corse allora e andò da Simone.

Inizia così un movimento di piedi che corrono, avanti e indietro, uno più dell'altro. E si sollevano, non più trascinati. Pietro si precipita fuori con un discepolo di cui non si dice il nome perché possa metterci il mio. E il tuo.

E corrono pure loro. Qui son tutti matti.

Sì, vedo piedi che corrono. Vedo la Pasqua che sopraggiunge inaspettata ed inattesa come la primavera.

I due corrono con un passo diverso. Mi pare una bellissima immagine della chiesa. Di una chiesa che nasce nella Pasqua, sulla soglia di una tomba vuota. Nasce fin dall'inizio diversa nella sua adesione a Cristo. Eppure il discepolo dal passo veloce, arrivato alla tomba, che fa? Aspetta Pietro.

Corriamo amici! Corriamo ed aspettiamoci. Che gentilezza, che gesto fuori dal comune. Ognuno con un passo diverso, eppure insieme. Si aspettano. Vorrei essere un prete che corre con te con la pazienza di aspettarti, e la fiducia di essere aspettato. È una chiesa così quella che nasce verso il sepolcro.

Perché è bellissimo correre verso la vita, ma sapendo che qualcuno ci aspetta. Perché non ci interessa arrivare per primi, ma credere insieme.

Entrano ed inizia l'intelligenza della fede. Che non significa aver studiato o aver fatto chissà quanti corsi di teologia.

No, l'intelligenza della fede è semplicemente iniziare a ‘leggere dentro' i segni della vita la Sorgente della Vita. Guardare dentro le cose, dentro gli avvenimenti, per vedere! Così inizia la fede.

E vide e incominciò a credere, si dice del discepolo corridore. Non ci sono parole, non c'è da convincere nessuno, ancora non hanno capito, è solo un inizio fragile. (ma si potrà mai capire semplicemente la risurrezione?)
Che cosa vide?

Dei teli posati ed un sudario. Ciò che potevano vedere tutti.
Eppure cominciò a credere.

Inizia così la Pasqua, con una tomba vuota ed un'attesa risvegliata. Con delle intuizioni, delle speranze, un sapere guardare dentro e oltre dei segni così normali e così poveri. Pasqua è oltrepassare una soglia. Prima dentro poi fuori. Prima l'inverno poi la primavera.

Forse non s'accorgono, ma quando escono comincia ad albeggiare. La notte sta per finire.

La notte è già finita. (noi già lo sappiamo!!)

Quel giardino, nel cuore della tenebra, è stato attraversato dalla vita. Ora già si vedono i primi germogli.

Misteri della risurrezione, primavera del cuore.

Davanti a noi si apre il tempo della Pasqua, bellissimo. Splendido. Un tempo ancora ci è donato per rifiorire dentro.

Coraggio amici, è Pasqua. Cristo è risorto. Risuoni il nostro alleluia, silenzioso o cantato non importa!

Corriamo al sepolcro, guardiamo, contempliamo, vediamo con gli occhi del cuore. Cristo risorto ci conduce dalle tenebre alla vita, dall'inverno alla primavera, dalla tristezza alla gioia.

Sapremo correre insieme verso il sepolcro? Oseremo il coraggio di un differente passo verso la tomba vuota per poi attenderci gli uni gli altri?

Coraggio amici, è Pasqua.

Vedo piedi che corrono e stelle che cadono.
Vedo pietre rotolate e sorrisi danzanti.
Vedo teli posati e germogli negli occhi.
Vedo te che mi aspetti, amico.
Vedo te, Gesù, oltre la soglia della mia tomba.
E l'attraverso.
È Pasqua. Rifioriscono i cuori.


ocio75@mail.com

 

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