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TESTO Commento su At 2,42-47; 1 Pt 1, 3-9; Gv 20, 19-31

CPM-ITALIA Centri di Preparazione al Matrimonio (coppie - famiglie)  

II Domenica di Pasqua (Anno A) (01/05/2011)

Vangelo: At 2,42-47; 1 Pt 1, 3-9; Gv 20, 19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 20,19-31

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Oggi il Vangelo torna su temi basilari per la nostra esistenza.

Gesù appare ai discepoli in una situazione di smarrimento e di sconcerto: Gesù è morto, Dio ci ha abbandonati alla nostra povera e difficile esistenza umana.

Invece l'evangelista ci fa notare che esiste sempre una pedagogia di Dio anche in questi momenti: c'è un gioco a "nascondino" che Dio fa con noi.


Nella nostra vita quotidiana a volte sembra di non vederlo più e questo ci spinge a rinchiuderci sempre più a riccio in noi stessi senza voler partecipare alla realtà.

Ma l'amore di Dio si manifesta proprio in questa occasione e cioè quando la fede traballa. Cristo si manifesta in un fatto, un avvenimento per consolare e rincuorare. Per una misura abbondante Dio ci inserisce in un contesto dove poter verificare questo amore e questo "non-abbandono": per i primo cristiani (Atti 2, 42-47) c'era questa comunità che si esercitava nella preghiera, nella memoria di Cristo e nell'amore reciproco.


Oggi possiamo fare tutto questo non solo nelle parrocchie e nelle comunità, ma anche nella famiglia. Dio sa che abbandonati a noi stessi rischiamo di perderci e ci vuole attorniati da fratelli che con la forma del vero amore di Cristo si sorreggono a vicenda in caso di tentennamenti, crisi e quanto altro. Nella famiglia questo si vede in maniera più forte.


Essere inseriti in una famiglia ed (in maniera più estesa) in una comunità ha dei vantaggi:
- non siamo soli (Vangelo)
- possiamo essere una comunità di credenti (Atti)
- possiamo pregare ( Atti- essere assidui nella preghiera)
- possiamo allenarci nell'amore di Cristo (Atti)
- condividere la stessa missione(Vangelo)


Allora in questa domenica la Parola di Dio ci deve far meditare proprio su questi argomenti:
- Vivo la famiglia come una missione?

- Vivo nella famiglia la vera condivisione delle cose materiali e spirituali?

- Vivo nella famiglia momenti di preghiera per ringraziare Dio del dono di Cristo Gesù (1 Pietro)

Angelo De Pasquale - CPM Pisa

 

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