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TESTO Pasqua 2011

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Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore (Anno A) (24/04/2011)

Brano biblico: 1Cor 15,14 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 20,1-9

1Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. 2Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». 3Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. 4Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. 6Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, 7e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. 8Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Se Cristo non è risorto vana è la nostra predicazione" annunciava San Paolo nelle sue lettere capisaldi della teologia della fede cristiana.
Tutta la nostra fede, la nostra religione, la nostra chiesa, la nostra cultura cristiana cattolica è condizionata da questa piccola parola "se"...
Eppure quel "se", che all'apparenza può essere un dubitativo, diventa di fatto il punto di partenza e di forza di una verità mai venuta meno dalla risurrezione di Cristo.
Uno dei capisaldi della fede cristiana è che, a differenza di altre fedi o pseudofedi, possiamo affermare con certezza che la "risurrezione" di Cristo è un fatto storico, confermato da persone in carne ed ossa come noi, gli Apostoli, che dichiarano apertamente di aver visto e vissuto con il Cristo risorto.

Quale altra religione o fede può testimoniare un passaggio così "storico" di un Dio che si fa Uomo, vive e muore come Uomo e risorge come Uomo e Dio?

Quale altra religione, fede o filosofia spirituale può vantare di avere un Dio che si è fatto carne umana perché ogni suo credente si cibi della sua stessa carne in memoria di lui fino alla fine dei tempi?


La risurrezione di Cristo, più che la sua nascita, è il vero spartiacque epocale tra il nuovo e l'antico, tra la giustizia umana divinizzata e la giustizia divina misericordiosa.

Ogni epoca ha avuto i suoi passaggi più o meno traumatici, ha avuto personaggi che sono stati chiamati a essere inizio, ponte e fine di un passaggio, per esempio Abramo-Mosè-Giovanni Battista, per aprire un epoca nuova quella del Cristo che partendo dalla Galileia fino alla Giudea ha portato nella Storia il suo messaggio di salvezza.

La Galilea che è stata la terra del ministero ordinario della vita di Cristo, ci viene ora indicata come simbolo di quella vita ordinaria, normale, in cui tutti noi siamo immersi e in cui siamo chiamati a testimoniare il Cristo risorto; come a dire che il Cristo risorto lo dobbiamo riconoscere e far riconoscere non nelle cose straordinarie, sensazionali, ecclatanti che rimangono effimere, ma soprattutto in quelle di ogni giorno, con le nostre piccolezze, i nostri pregi, i nostri difetti, le nostre capacità, con umiltà e coerenza della testimonianza nei diversi ambiti sociali in cui operiamo, nella famiglia, nella comunità socio-politico-religiosa di appartenenza, nel lavoro, nella chiesa.


Quindi per concludere la riflessione sulla Pasqua, ricordiamoci che la Pasqua non un evento una tantum di oltre duemila anni fa, ma un evento che dobbiamo celebrare ogni giorno nella vita quotidiana.

Il limite delle culture, delle religioni, delle grandi realtà sociali è quella di essere condizionati dalle "scadenze" cadenzate della ritualità.

E a questo limite purtroppo non sfugge neppure la nostra religione cristiana e cattolica. Natale, Epifania, Pasqua, Ascensione, Pentecoste, Avvento e Quaresima, per poi continuare con lo scadenzario sacramentale del Battesimo, della Eucarestia (poco si parla della Confessione), della Confermazione o Cresima che dir si voglia, eppoi se va bene Matrimonio e Ordine Sacro...e infine il sacramento della Unzione degli Infermi.

Orbene tutta la nostra vita religiosa cristiana, che si radica anche nella vita laica, è uno scadenzario su cui spesso collochiamo il nostro agire come cristiani, cattolici, persone di una comunità, di una famiglia ecc..La Pasqua non deve essere un pit-stop tipo formula uno a cui ci si ferma solo per necessità o perché la regola impone che bisogna passarci per forza.


Se, e ritorniamo infine al "se", veramente vogliamo celebrare cristianamente la Pasqua questa celebrazione deve comportare un cambiamento, e questo cambiamento deve iniziare dentro di noi, per poi traslarlo nella coppia, nella famiglia, nella comunità laica e nella chiesa intesa come pienezza comunitaria ed istituzionale.

Allora, e solo allora, sarà veramente PASQUA nel nome di Nostro Signore Gesù Cristo.
 
Domande:

- PASQUA, per me come persona quanto incide nel coraggio di modificare il mio essere conforme al mondo?

- PASQUA, per me come coppia, è motivo di confronto nel condividere insieme la propria fede nella logica di una scelta sacramentale del prossimo vivere insieme?

- PASQUA, per me come famiglia, è un semplice spot religioso-commerciale o è la domenica delle domeniche in cui celebrare comunitariamente la sceta cristiana in famiglia, con la famiglia, per la famiglia?

 

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