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TESTO Invito al ritorno a Dio e persecuzioni

Monaci Benedettini Silvestrini  

Venerdì della XIV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (09/07/2010)

Vangelo: Mt 10,16-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Sembra che Osea voglia entrare nei sentimenti di quanti, anche oggi si presentiamo al confessore, per ottenere il perdono dei propri peccati. E' necessario un esame di coscienza per capire dove e quando abbiamo mancato nelle relazioni con il Signore, con il prossimo e con noi stessi. "Preparate le parole da dire e tornate al Signore". Noi però ben sappiamo che non basta riconoscere il peccato commesso, ma occorre il pentimento che è grande dono di Dio. Per cui il profeta ci fa dire rivolti a Lui: "Togli ogni iniquità: accetta ciò che è bene...". La nostra confessione molte volte è parziale non tanto per volontà quanto per impossibilità. Chi può ricordare tutti i propri peccati dopo settimane, mesi e anni dall'ultima confessione? Allora in questa incapacità di ricordare e confessare tutte le colpe, chiediamo al Signore, Lui che conosce le profondità del nostro cuore, di perdonare tutte le nostre colpe, quelle confessate e quelle dimenticate. I frutti del perdono di Dio sono descritti dal profeta in benefici materiali, in una visione di vita tranquilla con tutto lo splendore della natura che rallegra il cuore dell'uomo. Sono anche i frutti di una confessione fatta bene: Quanta pace diffonde nel cuore la certezza del perdono ottenuto e la riacquistata tranquillità di coscienza! Quando si vive in questo stato di serenità, con Dio nel cuore, si ha anche il coraggio di andare incontro a persecuzioni, a privazioni e perfino alla morte. Il vangelo ci avverte che spesso non sono solo i nemici a condurci dinanzi ai tribunali, ma anche parenti e familiari. Senza dubbio il cuore sanguina... ma dallo Spirito Santo viene una forza che fa superare tutti i sentimenti umani, anche quelli più sacri, per rendere testimonianza alla verità, perché "non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi". Confortati e sostenuti da questo Spirito, giustamente Paolo poteva gridare: "Nulla potrà separarci dall'amore di Dio!".

 

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