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TESTO Commento su At 28,30-31

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Sabato della VII settimana di Pasqua (22/05/2010)

Brano biblico: At 28,30-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 21,20-25

20Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». 21Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». 22Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». 23Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».

24Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. 25Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.

Dalla Parola del giorno

Paolo trascorse due anni interi nella casa che aveva preso in affitto e accoglieva tutti quelli che venivano da lui, annunciando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento.

Come vivere questa Parola?

Paolo è a Roma agli arresti domiciliari, diremmo oggi, in attesa di essere sottoposto a giudizio. La sua non è certamente tra le posizioni migliori. Continuamente sotto la custodia di un soldato, nell'impossibilità di spostarsi e in una situazione che non costituisce davvero un'ottima presentazione. Ma egli non sembra darsene pensiero. Comincia subito con il convocare i Giudei e poi riprende con il consueto ardore la sua attività evangelizzatrice. E pensare che è in catene proprio a causa di essa!

Un giorno scriverà: il mio sangue sta per essere versato in libagione. Dunque non si tratta di man-canza di consapevolezza della gravità della sua posizione. Non è neppure un inopportuno atteggiamento di sfida. Paolo ha sposato toto corde la causa di Cristo. Non può tacere, non può sottrarre agli altri lo splendore di quella luce che lo ha folgorato sulla via di Damasco ed ora illumina i suoi passi, dà senso e colore alla sua vita. No, non ci sono situazioni favorevoli all'annuncio ed altre in cui è più opportuno tacere. Non sono le circostanze esterne a fare di un cristiano un apostolo, ma è solo l'esperienza viva di Cristo, l'essersi lasciati afferrare, possedere da lui che crea il testimone.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, lascerò che la luce di Cristo pervada il mio essere, fugando eventuali paure e reticenze.

Rendimi, Signore, coraggioso apostolo del tuo amore, pronto ad espormi, se necessario, per di-fendere la causa della verità.

La voce di un testimone

Quando sopraggiungono le prove interiori o le incomprensioni esterne non dimenticare che, nelle stesse ferite dove si riversano le inquietudini, trovano origine le migliori forze creatrici. E s'apre un passaggio che porta dal dubbio alla fiducia, dall'aridità alla creazione.
frere Roger

 

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