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TESTO "Mi sarete testimoni..."

Antonio Pinizzotto

Ascensione del Signore (Anno A) (04/05/2008)

Vangelo: Mt 28,16-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 28,16-20

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

La Liturgia odierna ci pone dinanzi ad un grande mistero della nostra fede, il mistero della gloriosa ascensione di Gesù al cielo, avvenuta secondo la tradizione sinottica 40 giorni dopo la risurrezione e, secondo l'evangelista Giovanni, nello stesso giorno della Pasqua.

Oggi siamo invitati a volgere lo sguardo verso il cielo, dove il Signore Gesù viene assunto al termine della sua missione terrena. Lì un giorno lo raggiungeremo e parteciperemo in pienezza alla comunione dei santi.

Ma quale messaggio consegna a noi tale mistero della nostra fede? Quale insegnamento? Quali atteggiamenti assumere perché possiamo conformare sempre più la nostra vita al mistero ineffabile dell'Amore di Dio?

La Prima Lettura, che abbiamo appena ascoltato, si mostra alquanto illuminante perché descrive l'atteggiamento degli undici nel vivere questa tappa della vita di Cristo.

Egli promette loro il "battesimo nello Spirito" (cfr. At 1,5) che da lì a poco avrebbero ricevuto; mentre essi si preoccupano di chiederGli quanto tempo li separa dall'incontro definitivo con Lui.

Non è forse anche la nostra tentazione quella di sapere il tempo in cui finiremo di lottare, di faticare... per vivere per sempre nella gioia della Pasqua?

Gesù promette loro il dono dello Spirito che darà la forza di rendergli testimonianza (At 1,8). Cari fratelli e sorelle, è questo il modo per vivere per sempre con il Signore: accogliere la forza che viene dallo Spirito per essere nel mondo coraggiosi dispensatori dell'Amore di Dio.

Il nostro vivere la fedeltà a Cristo e alla sua Parola, nella docilità allo Spirito ricevuto nel Battesimo e nella Confermazione, annulla il "tempo" e le "distanze"che ci separano da Cristo, dalla piena comunione con il Padre.

Con la sua ascensione al cielo, Cristo non abbandona noi, così deboli e fragili creature, alle forze di questo mondo, ma continua a camminare con noi, ad esserci compagno di viaggio lungo le nostre strade, nella ferialità, dove siamo chiamati, pur nelle prove e nelle tribolazioni, – come ci ricordava Domenica scorsa san Pietro nella sua Prima Lettera – a rendere ragione della speranza che è in noi (cfr. 1 Pt 3,15).

Cristo, dunque, continua ad essere presente nella storia e nell'esistenza di ogni uomo in una maniera nuova, diversa da quella conosciuta dai discepoli di duemila anni fa'. A noi è dato, infatti, di incontrarLo e di riconoscerLo non più nel Gesù di Nazareth "storico", bensì in ogni uomo, nel fratello, così come nella Parola, nell'Eucaristia e negl'altri Sacramenti.

E' il dono dello Spirito, che abita in noi, l'Amore per eccellenza, a rendere i nostri occhi capaci di vedere il Cristo nel nostro mondo, un mondo tanto sofferente, dove ritorna certamente alla nostra memoria l'immagine del Samaritano che si china sull'uomo ferito (cfr. Lc 10,25-37): noi vediamo Gesù in ogni fratello che soffre e, facendoci "prossimo", ci rendiamo capaci di ascendere anche noi al cielo come Gesù, perché tocchiamo il suo corpo, ferito ma glorioso, impregnato di Amore.

Gesù sale al cielo e offre anche noi la possibilità di raggiungerlo, di vivere per sempre con Lui, in quella felicità che bramiamo e ricerchiamo con tutte le nostre forze nel corso di ogni giornata. La sua Parola incoraggia e sostiene il nostro cammino: quel "Teofilo" (= amico di Dio) a cui l'evangelista Luca consegna la sua testimonianza è ciascuno di noi; è colui che sa farsi "amico di Dio", testimone responsabile, entusiasta e generoso della Parola di salvezza.

«Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?» (At 1,11). Il cielo è sceso e si è unito alla terra nel giorno in cui Dio ha abitato il nostro mondo con la nascita di Cristo, l'Emmanuele.

Oggi Gesù ci ricorda che Egli è l'Emmanuele, il "Dio-con-noi"... questa la conclusione del Vangelo secondo Matteo, che abbiamo poc'anzi ascoltato: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Non possiamo sfuggire a questa grande verità: noi non siamo soli! Noi non siamo stati abbandonati al destino tragico di questo mondo ed al male che vi alberga! Gesù, il Signore, è con noi sempre, risorto e vivo!

Questa è e deve essere la consolazione del cristiano, non la "rassegnazione" di chi crede che la morte ha l'ultima parola e che con questo mondo tutto si esaurisce.

Questo è e deve essere l'annuncio pasquale che dobbiamo portare alla nostra gente "facendo discepoli tutti i popoli della terra" (cfr. Mt 20,19). – Rende bene la nuova traduzione della Bibbia che sostituisce al verbo "ammaestrate", quasi che il nostro compito fosse solo quello di "indottrinare", l'espressione "fate discepoli"... cioè, con la vostra testimonianza fate conoscere chi Io-Sono, perché tutti possano seguirmi, camminare nella via della vera felicità! –

La Liturgia di questa solennità ci aiuti a camminare lungo le strade della vita con lo sguardo rivolto verso il cielo, dove Cristo è stato assunto alla destra del Padre.

Il tempo pasquale volge al termine: la promessa di Gesù si compirà Domenica prossima quando Egli rinnoverà per noi e per il mondo l'effusione dello Spirito che nella Pentecoste "fece" i discepoli della Sua Pasqua.

Lo stesso Spirito, che anima la nostra fede, la nostra speranza e la nostra carità, sostenga il nostro essere discepoli del Risorto, che rendono viva testimonianza dell'Amore ad ogni creatura.

Viviamo questi giorni di fervida preparazione alla Pentecoste, in unione con la Vergine Madre e gli apostoli, alimentando la nostra preghiera con l'invocazione unanime della Chiesa: Emitte, Spiritum tuum, Domine et renovabis faciem terrae! – Manda il tuo Spirito, Signore, e rinnova la faccia della terra!

Amen.

Sia lodato Gesù Cristo!

Buona solennità dell'Ascensione.

 

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