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TESTO Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto

Monaci Benedettini Silvestrini  

Annunciazione del Signore (31/03/2008)

Vangelo: Lc 1,26-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38

26Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Celebrare la festa dell'Annunciazione del Signore nel tempo pasquale potrebbe sembrare a prima vista anacronistico, ma non lo è. Il mistero dell'incarnazione del Verbo è finalizzato al mistero pasquale. "Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Allora ho detto: Ecco io vengo per fare, o Dio, la tua volontà". Nella liturgia odierna l'incarnazione è il grande segno dato all'umanità da parte di Dio. Maria è la prima e l'espressione più alta di questa umanità che si mantiene disponibile al mistero di Dio e concretizza nella sua persona la speranza del nuovo Israele. "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". Allo stesso tempo, Maria è la terra promessa, arricchita da Dio, come fanno intendere le parole dell'angelo, che proclama: "Il Signore è con te, egli ti ha colmata di grazia". Ella così diviene l'arca della nuova alleanza, il segno della presenza di Dio in mezzo ai fratelli. Maria, nella sua disponibilità, accoglie Dio, diviene discepola della sua Parola e strumento della sua opera. Al come potrà realizzare tutto quello che le viene annunciato, l'angelo l'assicura, dicendo: "Lo Spirito Santo verrà su di te, e l'Onnipotente Dio, come una nube, ti avvolgerà". La forza di Dio che trasforma gli uomini da terrestri in celesti, s'impadronisce di Maria e la trasforma in madre di Gesù, uomo Dio. Nell'incarnazione del Verbo eterno nel grembo di Maria e nella sua nascita a Betlemme, Dio sembra che abbia velato la sua grandezza e la sua gloria. Non è vero! Nel farsi piccolo a Betlemme e a Nazaret e nel ridursi nelle condizioni di un malfattore crocifisso, Dio ha rivelato il vero senso della sua gloria e della sua potenza universale. Il Signore lo porrà sul trono di David, ed egli regnerà per sempre sul popolo d'Israele. Questa pienezza benefica, opera di Dio, è già significativa in Maria, immagine della nuova umanità. L'"avvenga di me", fatto anche nostro, cambierà tutta la nostra storia personale.

 

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