PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Quelli che non hanno visto

mons. Roberto Brunelli

II Domenica di Pasqua (Anno A) (30/03/2008)

Vangelo: Gv 20,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 20,19-31

19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

"Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi. Ricevete lo Spirito Santo" dice Gesù agli apostoli, otto giorni dopo essere risorto. Ma ci si chiede: mando dove? A fare che cosa?

La risposta a queste spontanee domande porta a scoprire il senso della Chiesa: Gesù l'ha voluta, per annunciare a tutti gli uomini, di tutti i tempi, la sua morte e risurrezione; vale a dire, la salvezza da lui compiuta, perché gli uomini non rimangano prigionieri della morte spirituale. Di qui le parole subito seguenti: "A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati". Mistero profondo, e tremenda responsabilità! Dio ha voluto aver bisogno di uomini per raggiungere gli altri uomini; di più, ratifica in anticipo le loro decisioni. E' pur vero che assicura loro lo Spirito Santo, cioè la costante assistenza divina: ma il pensiero che l'infinita misericordia di Dio si consegna in fragili e indegne mani umane, fa tremare le vene e i polsi di chi è chiamato ad amministrarla.

Il brano odierno del vangelo dice anche qual è la condizione per fruire della misericordia divina. Concludendo il suo libro, Giovanni dichiara di averlo scritto "perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome". E poco prima, narrando il celebre episodio dell'incredulità di Tommaso cui il Risorto concede di toccare le ferite che l'avevano condotto a morte, del Risorto riferisce le consolanti e insieme inquietanti parole: "Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto". Perché crediate, quelli che hanno creduto... la fede, dunque, è la condizione imprescindibile per essere perdonati e "avere la vita".

Tra "quelli che non hanno visto" e tuttavia sono invitati a credere siamo anche noi. L'episodio di Tommaso ci riguarda, ci coinvolge, porta a interrogarci: credo, io, che Gesù non è soltanto un uomo vissuto duemila anni fa, ma è, oggi e sempre, il Cristo salvatore, il Figlio di Dio che interpella me, personalmente me, e mi dichiara beato se lo riconosco? Io non ho visto, non ho toccato: posso nondimeno fidarmi di quanto è stato scritto e viene continuamente annunciato? Posso dirmi davvero cristiano, malgrado i miei dubbi, le mie oscurità, le mie segrete infedeltà e quelle palesi di tanti che pure sbandierano ai quattro venti di esserlo?

Tali domande, una persona ragionevole se le porta dentro per tutta la vita, perché la fede non è la matematica o la geografia, in cui tutto si può dimostrare in modo inoppugnabile. La fede non è neppure un "pacchetto" di cose acquisite una volta per tutte; oscilla: ora cresce, ora cala; può raggiungere vette sublimi come nei martiri, può sembrare assente come in chi si dichiara ateo; va in crisi di fronte alle ingiustizie, si irrobustisce al pensiero di quanto sarebbe bello il mondo se tutti ne seguissero i dettami; si affievolisce quando la si trascura, si rafforza quando se ne approfondiscono i contenuti. In nessuno la fede è mai del tutto assente, né mai raggiunge il massimo possibile; e allora ciascuno può sempre ricordare quell'uomo interpellato un giorno da Gesù e far propria la sua risposta: "Io credo, Signore, ma tu aumenta la mia fede!"

 

Ricerca avanzata  (53942 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: