Appigli

L’esperienza del Covid-19 ci ha provati e ci sta ancora mettendo a dura prova.
Un pericolo ignoto che si è presentato sul nostro cammino, costringendoci a provare il senso del vuoto contrapposto alla voglia di vivere a tutti i costi, non solo in senso figurato. Le certezze si sono infrante, la solitudine ha pervaso la nostra vita, costringendoci a sacrificare ciò che di più importante abbiamo sempre avuto e che abbiamo sempre dato per scontato, senza saperlo apprezzare: la prossimità. Prossimità fatta di gesti reali e concreti: un abbraccio, una stretta di mano, tutte cose che abbiamo dovuto imparare a esprimere in altri modi, in modi nuovi.

Un senso di smarrimento grande in cui ogni appiglio di senso può fare la differenza per aiutarci ad affrontare una situazione per tutti nuova e incerta.
Ecco la prospettiva che vorremmo proporvi con questo strumento. Rileggere ciò che abbiamo vissuto della pandemia, e che ancora stiamo vivendo, per scorgere le possibilità nuove che si aprono ai nostri occhi e alla nostra vita.
Abbiamo bisogno di veri e propri appigli, insomma, che ci aiutino a mettere al centro della riflessione vocazionale alcune tematiche che derivano certamente da un evento drammatico, ma che possono aiutarci nel delicato compito di accompagnare i giovani nel loro discernimento con uno sguardo nuovo sulla realtà, lo sguardo del Risorto.

A che cosa ci siamo aggrappati, in questo tempo? Quali sostegni ci hanno fornito una presa sicura per salvarci dalle onde? Sono, alcuni di questi, punti stabili capaci di sostenere la vita in generale, lungo tutto il suo scorrere e non soltanto nel tempo della pandemia?
Nell’arrampicata sportiva la cosa più importante non è la forza ma la capacità di individuare le strutture della roccia che possono essere usate come appoggi e appigli e che permettono di salire.
Qui ne vogliamo suggerire alcuni, che abbiamo voluto cercare in questo tempo: lo abbiamo fatto insieme, perché nella vocazione – come nella vita – l’ascesa non è mai solitaria ma sempre in cordata.