Pane di vita nuova spezzato e condiviso

La Messa: una mistagogia in atto / 7

Siamo quasi alla fine del percorso della Catechesi mistagogica. L'autore, questo mese in Catechisti Parrocchiali, da cui è tratto l'articolo, affronta il significato dell'Eucarestia come dono di vita nuova, spiegando il Padre Nostro, il segno della pace, la frazione del Pane, la comunione.

L'Eucaristia ci immerge nella vita divina e ci dona la Vita nuova che da Gesù si diffonde alle membra del suo Corpo che siamo noi. La celebrazione liturgica, costituita da parole e gesti, è la modalità offerta a noi per accedere a questa vita «altra» affinché, accolta, diventi nostra vita. Il rito che celebriamo rimanda a un'altra parola e a un altro agire che sono quelli di Dio, che danno senso e vita, e per questo salvano.


Preghiera del Signore e segno di pace

La grande Preghiera eucaristica si conclude con l'Amen finale, detto da tutti a voce alta e forte, come fosse la firma a ciò che il sacerdote ha chiesto al Padre, a nome dell'intera comunità, e l'adesione di ognuno ad accogliere quanto il Padre ci offre. Dio, per il sacrificio del Figlio, ci riconcilia nel suo amore e ci ridona la dignità di figli.
Per questo possiamo rivolgerci a lui con la preghiera che Gesù ci ha consegnato e chiamarlo Padre nostro. Segue il rito della pace, «con il quale la Chiesa implora la pace e l'unità per se stessa, e per l'intera famiglia umana, e i fedeli esprimono la comunione ecclesiale e l'amore vicendevole prima di comunicare al Sacramento» (OGMR, 2014, n. 82). Riconoscersi figli ci fa riscoprire fratelli e sorelle che, con il segno della pace, manifestano la gioia e l'impegno di vivere la fraternità, donataci da Gesù sulla Croce.


Frazione del Pane e agnello di Dio

Subito dopo il sacerdote spezza il Pane eucaristico. Il gesto compiuto da Gesù nell'ultima Cena è diventato, secondo il racconto di Emmaus (Lc 24,30-31) e la prassi delle prime comunità (1Cor 10,17), il gesto originario dell'Eucaristia.
Nel sommario degli Atti è richiamato come uno dei quattro pilastri della comunità delle origini: «Erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere» (At 2,42), facendo della fractio Panis uno dei primi nomi dell'Eucaristia. Esso «significa che i molti fedeli, nella comunione all'unico Pane di vita, che è il Cristo morto e risorto per la salvezza del mondo, costituiscono un solo Corpo» (OGMR, 83).

Alla vigilia della sua passione, Gesù spezzando il pane manifesta, in quel gesto, il mistero della sua vita. I suoi apostoli, dopo la risurrezione, ricorderanno proprio quei gesti compiuti da Gesù nell'ultima Cena: prendere, rendere grazie, spezzare, dare e dire.
I due discepoli di Emmaus racconteranno agli altri «come fu riconosciuto da loro nello spezzare il pane» (Lc 24,35). Il verbo greco impiegato da Luca non è blépo, vedere, ma epiginosko, il verbo della conoscenza.

La fractio Panis del Risorto è la modalità consegnata da lui ai suoi discepoli e a noi, per riconoscerlo e fare esperienza di lui. Nella celebrazione eucaristica il gesto dello spezzare il pane è accompagnato dall'invocazione Agnello di Dio; cantando insieme si riconosce che il Pane spezzato è l'Agnello immolato ed è lo stesso Pane dato a noi per formare in Cristo un solo Corpo.

Questo gesto deve risplendere in tutta la sua semplice ed eloquente bellezza affinché manifesti il gesto stesso di Gesù e sveli il senso profondo del gesto umanissimo della condivisione e della comunione fra le persone: un pane intero rimane nelle mani di uno solo, un pane spezzato arriva lontano e a più persone. Così il nostro amore: si moltiplica, dividendolo e distribuendolo fra tutti. È importante che questo sia guardato senza distrazioni nelle nostre celebrazioni e colto come gesto eucaristico per eccellenza. Quel pane spezzato si vede? È in parte condiviso? Vado a riceverlo, sapendo che ricevo il Corpo di Gesù, che è anche la Chiesa di cui facciamo parte?


Comunione

paoline castellano aiolfi pane vita nuova spezzato p«Beati gli invitati alla cena dell'Agnello» (Ap 19,9) è l'invito che, nella celebrazione, introduce alla Comunione. Il gesto abituale della comunione umana, il pasto, è ora trasfigurato e manifestato in tutta la sua bellezza perché dice che, comunicando all'altare e facendo comunione con Cristo, noi partecipiamo già al banchetto del Regno.

La Vita nuova, che riceviamo dal Figlio, dà forma cristiana alla nostra esistenza perché fa di noi il Corpo di Cristo e ci impegna alla comunione e alla fraternità.
Quando mangiamo quel Pane noi siamo trasformati in Gesù e diventiamo le membra vive del suo Corpo che è la Chiesa. San Giovanni Crisostomo chiedeva: «Che cos'è infatti il pane? È il Corpo di Cristo. Cosa diventano quelli che lo ricevono? Corpo di Cristo, non molti corpi bensì un solo corpo».

In processione ci accostiamo al Sacramento della salvezza e, con fede, tendiamo le mani per prenderlo e mangiarlo, ricevendo e gustando quel cibo che è segno di unità e vincolo di carità. Anche con il canto di comunione «si esprime, mediante l'accordo delle voci, l'unione spirituale di coloro che si comunicano, si manifesta la gioia del cuore e si pone maggiormente in luce il carattere comunitario» (OGMR, 86), mentre l'Amen, che risuona sulle nostre labbra, esprime la verità del cuore.


Dall'articolo: Pane di vita nuova spezzato e condiviso, di Mario Castellano, in Catechisti parrocchiali 7  - aprile 2020.

ATTIVITÀ

 1. Gli occhi di tutti al Pane spezzato per noi

Quando il sacerdote spezza il Pane consacrato, tutti dobbiamo volgere gli occhi all'altare, per cogliere la bellezza di quel gesto compiuto da Gesù e per riconoscere il Corpo di Cristo, crocifisso, morto e risorto per noi. E, con il canto di tutti, acclamiamo all'Agnello di Dio, colui che ha tolto, prendendo su di sé, il peccato del mondo, per dare a noi la vita.

2. In processione cantando per ricevere il Pane della vita

Il movimento della processione ci fa sentire popolo in cammino verso il regno del Padre, in ricerca della vita del Signore, come il cervo cerca la fonte dell'acqua e come il pellegrino cerca il nutrimento per il suo viaggio. Mentre siamo in cammino cantiamo tutti insieme, e continuiamo a farlo anche dopo aver ricevuto il Corpo di Cristo perché, ancora di più, siamo diventati l'unico suo Corpo, la Chiesa.

Catechisti parrocchiali 7 aprile 2020, paoline

Catechisti parrocchiali n. 7
Aprile 2020

Gesù spezza il pane e lo condivide; nella comunione eucaristica egli stesso si dona a noi come Pane di vita e di comunione; e noi siamo spinti, dalla potenza del suo dono, a condividere e a creare comunione. In tale linea di amore si pongono: via lucis, diario del catechista, fede nei bit, Incontro su EG... Dossier è su: #iocicredo.

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