Novena di Natale
(dal 16 al 24 dicembre)
1° GIORNO
VIENI, BAMBINO GESU’
Cristo è venuto: eppure noi l'attendiamo ancora come già gli antichi figli
di Israele. Cristo è in mezzo a noi: eppure noi viviamo l'esperienza
dell'esilio, «sapendo che finché abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal
Signore» (2 Cor 5,6).
Tutto il Nuovo Testamento è permeato di questa attesa dei Cristo che deve
venire e che sembra continuamente imminente. Ma il libro che riassume le attese
di tutte le generazioni cristiane è l'Apocalisse, nei suoi ultimi passi.
Gesù verrà presto
«Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a
ciascuno secondo le sue opere. lo sono l'Alfa e
l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il Principio e la Fine. Beati coloro che lavano
le loro vesti: avranno parte all'albero della vita e potranno entrare per le
porte nella città. Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali, gli omicidi, gli
idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna! lo,
Gesù, ho mandato il mio Angelo per testimoniare a voi queste cose riguardo alle
Chiese. lo sono la radice della stirpe di Davide, la
stella radiosa dei mattino» (Ap 22, 12-16).
Senza distinzioni e condizioni
Il mondo intero è nell'attesa e la nostra stessa preghiera deve essere
protesa verso la venuta dei Signore. in questo
"Vieni, Bambino Gesù", la nostra preghiera dovrebbe far proprie tutte
le attese, le sofferenze fisiche e morali dell'umanità che vive accanto a noi.
La sua venuta è, per ciascuno di noi, una realtà viva: «Ecco, sto alla porta e
busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, verrò da lui, cenerò
con lui ed Egli con me» (Ap 3,20). Se lasciamo entrare il Bambino, ci farà
partecipi dei suoi doni e dei suoi beni; dirà una parola a ciascuno di noi.
Questa parola si rivolge a tutti, senza distinzioni e condizioni. Nonostante i
nostri peccati passati, la nostra mediocrità, l'insensibilità spirituale, basta
credere all'Amore. La grazia di Dio può porre rimedio a tutto. (J. Danielou)
Noi Ti invochiamo |
In mezzo alle angustie dei tempo presente |
2° GIORNO
GIOISCE IL NOSTRO CUORE
Per mezzo del Profeta, Dio annuncia al suo Popolo la futura salvezza.
Questo annuncio è fonte di grande gioia: infatti, per i meriti dei Salvatore,
sarà ristabilita la riconciliazione e la comunione perfetta con Dio.
Non temere
«Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore,
figlia di Gerusatemme! Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il
tuo nemico. Re d'Israele è il Signore in mezzo a Te, tu non vedrai più la
sventura. In quel giorno si dirà a Gerusalemme: "Non temere, Sion, non
lasciarti cadere le braccia! Il Signore tuo Dio in mezzo a Te è un Salvatore
potente.
Esulterà di gioia per te.Ti rinnoverà con il suo amore, si rallegrerà per te
con grida di gioia, come nei giorni di festa"» (Sol 3,14-18).
Desiderato dalle genti
«Mi consumo nell'attesa della tua salvezza» (Sai 119,81), si consuma nel
desiderio e nell'attesa della salvezza donataci da Dio. Buono è questo
"consumarsi": infatti rivela il desiderio
dei bene, certo non ancora raggiunto, ma tanto desiderato. Dall'origine dei
genere umano fino alla fine dei secoli chi pronuncia queste parole se non la
stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione santa che desidera Cristo?
Testimone ne è il Santo vegliando Simeone che, ricevendo il Cristo Bambino tra
le braccia, disse: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada
in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza»
(Lc 2,29-30).
Come il desiderio di questo vegliando, tale si deve credere sia stato quello di
tutti i Santi delle epoche precedenti. Anche il Signore stesso dice ai
discepoli: « Molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete,
e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono» (Mt 13,17)
perché si riconosca anche la voce di tutto l'antico Israele nelle parole:
"L’ anima mia si strugge per la tua
salvezza".Dunque mai nel passato si spense questo desiderio dei Santi, né
al presente si placa nel corpo di Cristo, che è la
Chiesa, fino alla consumazione dei secoli, fin quando verrà "il Desiderato
di tutte le nazioni". (S. Agostino)
Cristo Gesù, ascoltaci |
Perché comprendiamo con tutti i Santi il mistero dei
Regno al quale siamo chiamati |
3° GIORNO
PREPARIAMO LE VIE AL SIGNORE
Al popolo d'Israele, oppresso dalla schiavitù babilonese, il profeta Isaia
dà un lietissimo annuncio: è prossima la liberazione. Il Signore stesso verrà
in mezzo al suo popolo come Pastore buono che ha cura dei
debole, come Padre misericordioso che perdona i peccati, come Dio forte
che sconfigge i nemici. I prescelti da Dio, però, devono impegnarsi a preparare
la strada al Signore e a togliere tutti gli ostacoli dei male
mediante una vera conversione.
Ecco il Signore!
«Una voce grida: "Nel deserto preparate la via al Signore, appianate
nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia colmata, ogni monte e
colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello
scosceso in pianura. Allora si rivelerà la gloria dei Signore
e ogni uomo la vedrà"» (is 40,3-5). Sali su un alto monte, tu che rechi
liete notizie in Sion. Alza la voce, non temere; annunzia alle città di Giuda:
«Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, con il braccio
egli detiene il dominio. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il
suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul seno e conduce pian piano le
pecore madri» (is 40,9-11).
Prepariamo i nostri cuori
Il Signore vuole trovare una via per entrare nei nostri cuori e dimorarvi.
La voce grida nel deserto: Preparate una strada. Questa voce giunge prima
all'orecchio e dopo, o meglio attraverso l'ascolto, la parola penetra
nell'intelletto.Preparate, dice la voce, una strada al Signore. Quale via gli
prepareremo? Una strada materiale? Ma la parola di Dio può richiedere una
simile via? Non occorre piuttosto preparare al Signore una via interiore e
tracciare nel nostro cuore delle strade diritte, piane? Sì, questa è la via per cui la Parola di Dio si introduce per stabilirsi nel
cuore dell'uomo. Prepariamo una via al Signore con una buona coscienza,
rendiamo piana la strada perché il Bambino Gesù possa camminare in noi senza
difficoltà e donarci conoscenza dei suoi misteri e della sua venuta. (Origene:
"Omelie su Luca")
Manda li tuo Spirito, o Signore |
Perché otteniamo il perdono dei nostri peccati e la purificazione da tutte
le nostre colpe |
4° GIORNO
RENDERE TESTIMONIANZA
La missione propria di Giovanni Battista è quella di "rendere
testimonianza" a Cristo. Egli compie questa missione nella verità e
nell'umiltà ("non sono io il Cristo... non sono degno..."), esortando
tutti alla conversione e additando Gesù come Salvatore e "Agnello di
Dio".
Il Figlio di Dio.
"Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. Egli venne
come testimone per rendere testimonianza alla luce, perché tutti credessero per
mezzo di lui. Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce
" (Gv 1,6-8). «Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: "Ecco
l'Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato dei mondo!
Ecco colui dei quale io dissi: dopo di me viene un uomo che mi è passato
avanti, perché era prima di me. lo non lo conoscevo, ma sono venuto a
battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele".
Giovanni rese testimonianza dicendo: "Ho visto lo Spirito scendere come
una colomba dal cielo e posarsi su di lui. lo non lo
conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua, mi aveva detto: L'uomo
sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito
Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di
Dio"» (Gv 1,29-34).
Una missione speciale
Ogni creatura è fatta per rendere testimonianza a Dio, perché ogni creatura
è un segno della sua bontà. La grandiosità della creazione testimonia a modo
suo la forza e l'onnipotenza divina, e la sua bellezza testimonia la sapienza
divina. Alcuni uomini però ricevono da Dio una missione speciale: rendono
testimonianza a Dio non solo dal punto di vista naturale, per il fatto che
esistono, ma ancor più in modo spirituale, per le loro buone opere. Giovanni è
uno di questi testimoni; è venuto per diffondere i doni di Dio e proclamare le
sue lodi. La missione di Giovanni e il suo ruolo di testimone sono di una
grandezza incomparabile, perché nessuno può rendere testimonianza di una realtà
se non nella misura in cui ne è partecipe. Gesù diceva: «Noi parliamo di quel
che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto» (Gv 3,1
1). Rendere testimonianza alla verità divina suppone una conoscenza di
questa verità. Per questo anche Cristo ha avuto questo ruolo di testimone.
"Sono venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità" (Gv 1
8,37). (S.Tommaso d'Aquino)
Ascoltaci, o Signore |
Perché comprendiamo con quale amore Dio ci ha amatie ci ha resi suoi figli |
5° GIORNO
UNA MISSIONE ALTISSIMA
Il piano di salvezza di Dio si incontra con la volontà e la collaborazione
umana di due creature: Maria e Giuseppe. Due creature meravigliose,
completamente disponibili al volere dei Signore.
Il brano evangelico ci presenta l'uomo giusto e timorato di Dio, scelto ad una
missione altissima: fare sulla terra le veci del Padre che è nei Cieli. La
figura di Giuseppe ci appare in questo passo alta e
drammatica, scolpita di fede e umiltà. Egli non può
ancora capire il mistero di Dio, ma quando ha la certezza della divina volontà,
crede e obbedisce.
Emmanuele: Dio con noi
«Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo
promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò
incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era
giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però
stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un Angelo del
Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere
con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito
Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli
infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati". Tutto questo
avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo dei profeta: "Ecco, la vergine concepirà e partorirà un
figlio che sarà chiamato Emmanuele", che significa Dio con noi. Destatosi
dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'Angelo dei
Signore e prese con sé la sua sposa» (Mt 1,18-24).
L'obbedienza di Giuseppe
Di fronte al mistero divino, Giuseppe ha saputo mantenere il contegno
giusto. Egli non si lascia prendere da umani senti menti. Non è in grado di
comprendere ciò che vede in Maria e non vuole penetrare a forza il mistero; si
ritira piuttosto in disparte, con timida e rispettosa venerazione,
abbandonandosi al volere di Dio e lasciando a Lui tutto il resto.Giuseppe
dunque obbedisce alla Parola, la mette in pratica, dichiarandosi con le opere
strumento docile nelle mani dell'Altissimo. Egli non vuole nulla per sé, perché
intende essere semplicemente a disposizione di Dio. Prende quindi con sé Maria,
sua sposa, per adempiere la volontà di Dio, perché Ella possa dare alla luce il
suo Figlio. Sarà però lui, Giuseppe, in tutta obbedienza, a dargli il nome.
Quel nome attorno al quale rotea l'universo e per volontà dei quale ogni cosa è
stata creata: Gesù, il Messia, il Salvatore. (R.
Gutzwilier)
Ascoltaci, o Signore |
Perché siamo fedeli agli impegni assunti nel nostro Battesimo e portiamo a
termine la nostra vocazione |
6° GIORNO
L'ANCELLA DEL SIGNORE
Con l'annuncio di Maria, Dio comincia ad attuare le antiche promesse, che
riguardano la venuta dei Messia e la redenzione dei
genere umano. Però, come in tutti gli altri suoi interventi passati nella
storia d'Israele, così anche in questo capitale intervento di salvezza, Dio
chiede la libera cooperazione umana. E’ sua l'iniziativa, ma non vuole portarla
a compimento senza il concorso delle sue creature. Maria che si proclama "l'ancella
del Signore" diventa la vera abitazione di Dio e la Madre dei Signore. In tal modo Ella, figlia e fiore di tutta
l'umanità, per volontà di Dio è lo strumento indispensabile della nostra
salvezza.
Come è possibile?
«Nel sesto mese, l'Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della
Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa
di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da Lei,
disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con Te". A queste
parole Ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.
L'Angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso
Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà
grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di
Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non
avrà fine". Allora Maria disse all'Angelo: "Come è possibile? Non
conosco uomo". Le rispose l'Angelo: "Lo Spirito Santo scenderà su di
te, su te stenderà Ja sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà
sarà dunque Santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche
Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è
il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a
Dio". Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva dei Signore, avvenga di me quello che hai detto". E
l'Angelo parli da lei» (Lc 1,26-38).
Il "fiat" di Maria
Nella sfera umana, Maria è sola. Nessuno sa quello che avviene in lei. Che
cosa dirà? Maria si rende perfettamente conto dell'estrema importanza di ciò
che sta per pronunciare. Come una sposa, Ella sa che questo infinito ha due
aspetti: uno di gioia, di tenerezza, di gloria; ma anche un altro aspetto: una immensità invisibile di pena, di redenzione, di
riparazione. Dire "sì", sarebbe mancare di delicatezza, come se Lei
fosse uguale a Dio. Dirà solamente: che ciò avvenga, che ciò mi sia fatto! Come
se intendesse far comprendere che gettava la sua libertà nel piano divino, oggi
di gioia e domani di sofferenza. Fiat! E la parola dell'accettazione. E, nello
stesso istante, ciò avvenne. Ella lo seppe. Tacque. L'Angelo adorò il divino
mistero e si allontanò in silenzio. (J. Guitton)
Noi Ti ringraziamo, o Gesù |
Per il "sì" libero e generoso pronunciato da Maria nel momento
dell'Annunciazione |
7° GIORNO
SI E’ FATTO CARNE
Con un misterioso vaticinio il profeta Isaia promette un "segno"
di salvezza: la nascita miracolosa deli"'Emmanuele", figlio di una
vergine. L'Evangelista attribuisce esplicitamente la profezia alla nascita di
Gesù: Egli è veramente I"'Emmanuele", cioè Dio con noi. Facendosi
uomo, Egli è venuto ad abitare in mezzo a noi e rimane con noi anche oggi,
nella Chiesa e nell'Eucaristia.
Dio con noi
«"Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi
oppure lassù in alto". Ma Acaz rispose: "Non lo chiederò, non voglio
tentare il Signore". Allora Isaia disse: "Ascoltate, casa di Davide!
Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare
anche quella dei mio Dio? Pertanto il Signore stesso
vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un
figlio, che chiamerà Emmanuele: Dio con noi"» (is 7,10-14).
Dio ha dimorato tra noi
Ti chiederai in che modo la divinità si è incarnata, come il fuoco nel
ferro, non trasferendosi, ma comunicandosi. Il fuoco
infatti, non si slancia verso il ferro al quale si comunica. Non subisce
diminuzione, ma riempie totalmente il ferro al quale si comunica. Allo stesso modo, Dio, il Verbo "che ha dimorato tra noi"
non è uscito da Se stesso; il Verbo che si è fatto carne non fu soggetto a
mutamento; il Cielo non fu privato di Colui che teneva e la terra accolse nel
proprio seno colui che nei cieli.
Lasciati penetrare da questo mistero: Dio è venuto nella carne per uccidere la
morte che vi si nasconde. Come le cure e le medicine vincono gli
elementi nocivi assimilati dal corpo, e come il buio in casa è dissipato dalla
luce che entra, così la morte che teneva in suo potere la natura umana fu
distrutta con la venuta della divinità. Come il ghiaccio prevale sull'acqua mentre è notte e persiste l'oscurità, ma appena sorge
il sole si scioglie al calore dei suoi raggi, così la morte ha regnato fino
alla venuta di Cristo; quando è apparsa la grazia salvatrice di Dio e si è
levato il Sole di giustizia, la morte fu assorbita dalla vittoria, non avendo
potuto resistere alla presenza della vera vita. Noi pure manifestiamo la nostra
gioia, festeggiamo la salvezza del mondo, il giorno della nascita dell'umanità.
Oggi è tolta la condanna di Adamo. Non si dirà più:
"Polvere tu sei e alla polvere tornerai", ma: "Unito a colui che
è nei cieli, sarai elevato al cielo". (S.
Basilio M.)
Onore e gloria a Te, Signo re Gesù. |
Per l'immenso amore che Ti ha spinto a farti nostro
fratelli |
8° GIORNO
L'AMORE CHE SALVA
L'apostolo Paolo pone l'accento sugli effetti deli'amore di Dio
manifestatosi nell'incarnazione. Questo amore è benignità, tenerezza,
misericordia e si manifesta nonostante i peccati e le miserie degli uomini. Il
fine di questo agire di Dio è quello di renderci suoi figli,
rigenerandoci mediante il Battesimo per mezzo dello Spirito Santo, perché
possiamo tendere al totale possesso della salvezza.
San Paolo apostolo a Tito
«Carissimo, anche noi un tempo eravamo insensati, disubbidienti, traviati,
schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella malvagità e
nell'invidia, degni di odio e odiandoci a vicenda. Quando però si sono
manifestati la bontà di Dio, Salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per
sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello
Spirito Santo, effuso da lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù
Cristo, Salvatore nostro, perché giustificati dalla sua grazia diventassimo
eredi, secondo la speranza, della vita eterna» (Tt 3,3-7).
Tutto abbiamo ricevuto in Cristo
Tutto abbiamo ricevuto in Cristo: Iddio si è comunicato all'uomo come
restauratore della sua natura, come perdono e null'altro che perdono. In qua]
modo la misericordia di Dio ci concede il perdono dei peccato,
per unire l'uomo a sé come figlio? Risponde San Paolo: «Mediante un lavacro di
rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo» (Tt 3,5). Il Battesimo è
il suggello della fede: chi si è affidato a Cristo non assume con lui un
rapporto isolato, ma entra a far parte della comunità di Cristo, la sua Chiesa:
giunge a ciò perché ha avuto in dono lo Spirito stesso di Cristo e dallo
Spirito viene inserito nel corpo di Cristo, ne fa
parte come membro vivente. Lo Spirito è Dio che in Cristo opera in noi: aiuta,
ispira, illumina, santifica non per realizzare una vita solitaria, una
comunione individualistica con Dio, ma per collegarci nella comunione c on i
fratelli in un'autentica carità vissuta. (F.
Salvestrin)
Mostraci, Signore, la tua Misericordia |
Padre Santo, che per mezzo dei Figlio tuo ci hai
liberati dal peccato e dalla morte, togli ogni ansia e ogni tristezza dai
nostri cuori. |
9° GIORNO
CAMMINAVAMO NELLE TENEBRE (Vigilia della natività del Signore Gesù Cristo.)
Il Profeta Isaia prospetta il tenipo della salvezza rnessianica come il
tempo della luce, della gioia e della liberazione. Nel
Bambino che ci sarà donato sono raccolte tutte le virtù e tutta e dei Santi
d'Israele: Egli sa la grandezza degli eroi rà potente, saggio, pacifico; sarà
il vero "Ernmanuele" cioè Dio in mezzo a noi.
Videro una grande luce
«Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che
abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la
gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a Te come si gioisce quando si miete e come si gioisce quando si
spartisce la preda. Poiché il giogo che gli pesava e la sbarra sulle sue
spalle, il bastone dei suo aguzzino tu hai spezzato
come al tempo di Madìan. Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un
figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato- Consigliere
ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace. Grande sarà il
suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli
viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre»
(is 9,1-6).
Entra nel tempo e nello spazio
O fusione inaudita, o compenetrazione paradossale! Colui che è, viene nel
tempo; l'increato si fa oggetto di creazione. Colui che non ha dimensioni,
entra nel tempo e nello spazio, e un'anima spirituale si fa mediatrice tra la
divinità e la pesantezza della carne. Colui che arricchisce, si fa povero e
mendica la mia carne, perché io venga arricchito della
sua divinità. Lui, che è la pienezza si svuota, si spoglia per un poco della
sua gloria, perché io possa partecipare della sua pienezza. Quale ricchezza di
bontà! Quale immenso mistero mi avvolge! Sono stato fatto partecipe
dell'immagine di Dio e non ho saputo custodirla: ora Dio si rende partecipe
della mia carne, sia per salvare l'immagine che mi aveva data, sia per rendere
immortale la mia carne. Entra in comunione con noi, in un modo nuovo ancora più
profondo dei primo: con chi un tempo condivise il
bene, ora condivide il male; quest'ultima comunione è ancora più degna di Dio
e, per chi ha intelligenza, ancora più sublime. (S.
Gregorio Nazianzeno)
Ascoltaci, o Gesù |
Perché accogliamo con cuore semplice e puro il tuo mistero di salvezza |