Vangelo per

12 ottobre 2018
VENERDÌ DELLA XXVII SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO II)

Vangelo: Lc 11,15-26

PASSA AL RITO AMBROSIANO

La Bibbia di Qumran2!

 

Letture per venerdì 12 ottobre 2018

Venerdì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno II)
(passa al rito ambrosiano)

Letture festiveLetture feriali

Prima lettura (Gal 3,7-14)

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Galati
Fratelli, sappiate che figli di Abramo sono quelli che vengono dalla fede. E la Scrittura, prevedendo che Dio avrebbe giustificato i pagani per la fede, preannunziò ad Abramo questo lieto annunzio: “In te saranno benedette tutte le genti”. Di conseguenza, quelli che hanno la fede vengono benedetti insieme ad Abramo che credette.
Quelli invece che si richiamano alle opere della legge, stanno sotto la maledizione, poiché sta scritto: “Maledetto chiunque non rimane fedele a tutte le cose scritte nel libro della legge per praticarle”. E che nessuno possa giustificarsi davanti a Dio per la legge risulta dal fatto che il giusto vivrà in virtù della fede.
Ora la legge non si basa sulla fede; al contrario dice che chi praticherà queste cose, vivrà per esse. Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando lui stesso maledizione per noi, come sta scritto: “Maledetto chi pende dal legno”, perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse alle genti e noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante la fede.

Salmo responsoriale (Sal 110)

Il Signore è fedele alla sua alleanza.

Renderò grazie al Signore con tutto il cuore,
nel consesso dei giusti e nell'assemblea.
Grandi sono le opere del Signore,
le contemplino coloro che le amano.

Le sue opere sono splendore di bellezza,
la sua giustizia dura per sempre.
Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi:
pietà e tenerezza è il Signore.

Egli dà il cibo a chi lo teme,
si ricorda sempre della sua alleanza.
Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere,
gli diede l'eredità delle genti.

Vangelo (Lc 11,15-26)

Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, dopo che Gesù ebbe scacciato un demonio, alcuni dissero: “È in nome di Beelzebul, capo dei demoni, che egli scaccia i demoni”. Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo.
Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: “Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demoni in nome di Beelzebul. Ma se io scaccio i demoni in nome di Beelzebul, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. Se invece io scaccio i demoni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio.
Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino.
Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde.
Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. Venuto, la trova spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima”.