PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Giovedì Santo: il donarsi di Dio

don Fulvio Bertellini

Giovedì Santo (Messa in Cena Domini) (28/03/2002)

Vangelo: Gv 13,1-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 13,1-15

1Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. 2Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, 3Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, 4si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. 5Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. 6Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». 7Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». 8Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». 9Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». 10Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». 11Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».

12Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? 13Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. 14Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. 15Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi.

"Questo mese sarà per voi l'inizio dei mesi... questo giorno sarà per voi un memoriale, di generazione in generazione... come un rito perenne (I lettura). L'istruzione della Pasqua ebraica fa da introduzione a tutto il Triduo pasquale. Dal punto di vista della liturgia, sono le feste più importanti del cristiano. E' la celebrazione che ci ricorda chi siamo, che ci dona la nostra vera identità, che ci fa riscoprire il nostro posto nel mondo, che ristabilisce il contatto con il Padre e ci mette in autentica comunione con i fratelli. Quanti però vivono così il tesoro della Pasqua? Quanti si dissetano a questa sorgente sempre accessibile? C'è da temere che all'acqua viva della Risurrezione e della vita nuova dello Spirito si preferiscano bibite artificiali, che costano care e non dissetano.

"Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo, in memoria di me (II lettura). Nel semplice gesto dello spezzare il pane, Gesù consegna ai discepoli il singificato della sua vita; la Pasqua ebraica di liberazione dalla schiavitù d'Egitto, diventa la sua Pasqua, di liberazione dal peccato e dalla morte. Donando il suo corpo e il suo sangue, Gesù contrasta in modo definitivo la forza oscura che è dentro di noi, il peccato che è alla radice dei vari peccati, e che ci rende tra l'altro gelosi e voraci. Gelosi perché teniamo strettamente per noi tutto ciò che è nostro, non solo le cose, ma anche i nostri affetti, la nostra vita, chiudendoci ad ogni intromissione. Voraci, perché esigiamo sensazioni, emozioni, gratificazioni, e pretendiamo che gli altri siano al nostro servizio. Gesù insegna ai discepoli uno stile completamente nuovo, che non nega il nostro desiderio e il nostro bisogno (è PER VOI), che anzi sazia la nostra fame e la nostra sete, ma in un contesto di comunione, di condivisione, di dono, che dal gesto rituale trasborda in tutta l'esistenza. Nel Vangelo non troviamo il racconto dell'istituzione, ma quello della lavanda dei piedi: si tratta di due gesti che hanno lo stesso significato, lo stesso peso specifico, la stessa valenza simbolica. La parentela tra lo spezzare il pane e il lavare i piedi indica quale dovrebbe essere l'anima profonda di tutta la nostra vita: il Giovedì Santo non è utopia, ma concretezza, che non viene solo insegnata, ma trasmessa e incarnata. Partendo dall'Eucaristia, ogni nostro gesto, ogni nostra parola dovrebbe essere vissuta con lo stesso spirito della frazione del pane e della lavanda dei piedi. Qui però ci scontriamo pesantemente con la nostra resistenza e il nostro peccato. I discepoli non capiscono ciò che fa Gesù; tantomeno i sommi sacerdoti e le folle: e siamo trasportati di peso nel Venerdì Santo, giorno del dono rifiutato, del perdono riconfermato.

 

Ricerca avanzata  (53608 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: