TESTO Commento su Giovanni 10,11-18
Casa di Preghiera San Biagio FMA
IV Domenica di Pasqua (Anno B) (14/05/2000)
Vangelo: Gv 10,11-18
«11Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. 12Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. 16E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. 17Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. 18Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
Dalla Parola del giorno
Il Padre mi ama perché offro la mia vita per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso.
Come vivere questa Parola?
Siamo introdotti in quell'intimità di Gesù col Padre che evidenzia un fatto importante: Gesù ha accettato la morte per amore del Padre, oltre che per nostro amore. Dirà: "Affinché il mondo sappia che io amo il Padre".
La vita che Gesù ci dona è quella stessa del Padre: la offre liberamente per noi dentro ogni suo respiro di uomo, dentro tutto il suo sangue. E questa sostanza d'amore del Padre e di Gesù " dallo Spirito Santo che ci è stato donato" (cfr. Rm.5,5) e immette un respiro trinitario nel nostro vivere.
Questo Gesù, che nell'amore del Padre liberamente dona la vita e la riprende nella resurrezione, è davvero il nostro Grande Fratello a cui si configura il nostro vivere da "conrisorti con Cristo".
Conoscere questo nostro destino nutrito di certezze bibliche, impedisce il rischio di perderci in angustie del pensiero, dei sentimenti, delle scelte.
Oggi l'esercizio spirituale sarà quello di trovare un tempo per la contemplazione. Nel silenzio di tutto il mio essere, entro in questo movimento d'amore trinitario, e chiedo che il Padre e il Figlio effondano in me lo Spirito dell'Amore. Che io possa amare così ogni fratello col cuore di Cristo Risorto, con la gioia della sua resurrezione già in atto nella mia vita.
La voce di un grande teologo
La resurrezione di Cristo è come la prima eruzione di un vulcano. Essa mostra che all'interno del mondo già brucia il fuoco di Dio che ricondurrà ogni cosa nell'ardore della sua luce.
Karl Rahner