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TESTO Per la tua grande misericordia, salvaci Signore

don Roberto Rossi  

II Domenica di Pasqua (Anno A) (03/04/2005)

Vangelo: Gv 20,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Oggi celebriamo l'ottava di Pasqua e il Vangelo ci propone due grandi apparizioni del Signore. Gesù mostra ai Dodici le sue mani e il suo costato, le ferite della crocifissione e della lancia che gli aprì il costato dal quale sgorga non solo il suo sangue, ma anche la sua misericordia.

Gesù appare, si fa vedere perché abbiano la fede. I discepoli gioirono al vedere il Signore. Tommaso che non era con loro, non riusciva a credere. Gesù lo vuole incontrare, lo invita a mettere la sua mano nel posto dei chiodi e nel suo petto e gli dico: Non essere più incredulo, ma credente. E Tommaso arriva alla grande professione di fede: Mio Signore e mio Dio. Ma la fede è per tutti. E' il dono e la luce che Gesù vuole offrire lungo la storia dell'umanità. "Beati coloro che, pur non avendo visto crederanno".

Gesù risorto, quando appare ai Dodici e agli altri, annuncia e porta la pace. "Pace a voi!" La pace è il segno e il frutto della sua salvezza, della sua morte e resurrezione. La sua pace è vera, profonda, duratura. "Vi do la pace, vi do la mia pace, non come la dà il mondo, io la do a voi", aveva detto.

La pace di Cristo Risorto è la sua grazia, è il perdono dei peccati, è la riconciliazione vera con Dio e con gli uomini, è la grazia santificante che scaturisce dalla potenza della sua resurrezione e dalla tenerezza del suo cuore.

"Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi. Ricevete lo Spirito Santo, a chi rimetterete i peccati saranno rimessi", saranno perdonati.

Sulla croce aveva chiesto e meritato il perdono per tutti: "Padre, perdona loro". Nelle parabole aveva annunciato l'infinita misericordia del cuore del Padre: la pecorella smarrita, il figliol prodigo, o meglio "il Padre misericordioso". Nei suoi incontri con le persone aveva offerto l'esperienza di una vita nuova: Matteo, la peccatrice, Zaccheo, la samaritana, i malati, Pietro, il buon ladrone.

E' per questo che Paolo nelle sue lettere esulta annunciando la riconciliazione, il perdono, la misericordia. "Dio ricco di misericordia. Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo: nella sua grande misericordia ci ha rigenerati per una speranza viva.

E' interessante ricordare come il S. Padre ha voluto fare un'Enciclica propria dal titolo "Dio, ricco di misericordia.", "questi tempi critici e non facili, la parola di Dio mi spinge a scoprire nello stesso Cristo ancora una volta il volto del Padre, che è «misericordioso e Dio di ogni consolazione».. Nell'anno santo del 2000, ha voluto proclamare Santa Suor Faustina Kowalska, che aveva avuto particolari rivelazioni dal Cuore di Cristo ed era diventata l'apostola della Divina Misericordia.

Così parlò allora il Papa: "Celebrate il Signore perché è buono, perché eterna è la sua misericordia" (Sal 118, 1). Così canta la Chiesa nell'Ottava di Pasqua, quasi raccogliendo dalle labbra di Cristo queste parole del Salmo; dalle labbra di Cristo risorto, che nel Cenacolo porta il grande annuncio della misericordia divina e ne affida agli apostoli il ministero: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi... Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi" (Gv 20, 21-23).

Disse Gesù a Suor Faustina: "L'umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla divina misericordia".

E' importante allora che raccogliamo per intero il messaggio che ci viene dalla parola di Dio in questa seconda Domenica di Pasqua, che d'ora innanzi in tutta la Chiesa prenderà il nome di "Domenica della Divina Misericordia". Nelle diverse letture, la liturgia sembra disegnare il cammino della misericordia che, mentre ricostruisce il rapporto di ciascuno con Dio, suscita anche tra gli uomini nuovi rapporti di fraterna solidarietà. Cristo ci ha insegnato che "l'uomo non soltanto riceve e sperimenta la misericordia di Dio, ma è pure chiamato a «usar misericordia» verso gli altri: Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia (Mt 5, 7)". Egli ci ha poi indicato le molteplici vie della misericordia, che non perdona soltanto i peccati, ma viene anche incontro a tutte le necessità degli uomini. Gesù si è chinato su ogni miseria umana, materiale e spirituale.

Nella misura in cui l'umanità saprà apprendere il segreto di questo sguardo misericordioso, si rivela prospettiva realizzabile il quadro ideale proposto nella prima lettura: "La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune" (At 4, 32). Qui la misericordia del cuore è divenuta anche stile di rapporti, progetto di comunità, condivisione di beni. Qui sono fiorite le «opere della misericordia», spirituali e corporali. Qui la misericordia è divenuta concreto farsi «prossimo» verso i fratelli più indigenti.".

Questa è la pace e questa è la vita nuova nell'amore nell'esperienza concreta della comunità cristiana, della vita della parrocchia che siamo chiamati a costruire, per vivere la fede e la carità, per rinnovare la Chiesa, per rinnovare l'umanità.

 

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