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TESTO Commento su Fil 4,6-9

Monastero Domenicano Matris Domini  

XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (05/10/2014)

Brano biblico: Fil 4,6-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 21,33-43

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: 33Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. 34Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. 35Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. 36Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. 37Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. 38Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. 39Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. 40Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». 41Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo».

42E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture:

La pietra che i costruttori hanno scartato

è diventata la pietra d’angolo;

questo è stato fatto dal Signore

ed è una meraviglia ai nostri occhi?

43Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti.

Collocazione del brano
La nostra lettura di Filippesi salta i capitoli centrali (2,12 - 3,21) in cui Paolo parla di alcune situazioni pratiche (la missione di Timoteo ed Epafrodito presso i Filippesi) e dei suoi detrattori, di cui peraltro non ci dà molte indicazioni. In questa domenica e in quella seguente leggeremo dunque due brani dell'ultima parte della lettera, dedicata alle esortazioni pratiche e ai saluti.
Lectio
Fratelli, 6non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti.
Nelle sue ultime esortazioni alla cara comunità di Filippi, Paolo inserisce l'invito a non lasciarsi dominare da ansiose inquietudini. Il verbo utilizzato (merimnao) è quello che si trova anche nel discorso della montagna, quando Gesù esorta a non preoccuparsi troppo per il cibo e il vestito (Mt 6,25.31.34). I Filippesi piuttosto devono rivolgersi a Dio. Siamo nelle mani di Dio, che è pronto a esaudirci e a far scaturire così dalle nostre labbra una preghiera di ringraziamento. Non è un atteggiamento infantile, ma affonda le radici in una robusta fede nel progetto di salvezza attuato da Dio.
7E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.
L'effetto di questa fede sarà la protezione da parte di Dio. La comunità è perseguitata e vive ogni giorno la contraddizione tra il messaggio di Dio e la dura realtà. Però il confidare nel Signore gli dà la forza di perseverare e di avere il cuore in pace, nonostante tutte le difficoltà.
8In conclusione, fratelli, quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri.
Al termine della lettera Paolo esorta i Filippesi a cercare e a pensare a ciò che è meglio. Abbiamo qui una prospettiva umanistica e filosofica di grande interesse. La comunità cristiana deve essere aperta a tutti i valori presenti nel mondo facendoli propri. Sembra che abbia preso a prestito questo elenco di valori dalla morale stoica.
9Le cose che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, mettetele in pratica. E il Dio della pace sarà con voi!
Subito dopo però corregge il tiro e ritorna al proprio insegnamento. Non basta cercare e pensare a ciò che è giusto vero e nobile, bisogna mettere in pratica ciò che è giusto, e soprattutto quello che Paolo stesso ha insegnato con le parole e con l'esempio! L'affermazione finale della presenta del Dio della pace è una conseguenza di questo comportamento, ma anche un saluto finale. Vi sono alcuni studiosi infatti che ipotizzano la presenza in Filippesi di almeno due lettere diverse, fuse insieme. Questo augurio sarebbe dunque la finale di una delle due lettere.

Meditiamo
- Mi è capitato di essere angustiato/a per qualsiasi difficoltà e di essermi rivolto al Signore con fiducia nella sua provvidenza? Come è andata?
- Mi sforzo di cercare ciò che è buono, giusto, nobile... e di realizzarlo nella mia vita?
- Cosa significa seguire l'insegnamento di Paolo?

 

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