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TESTO Commento su 1Cor 4,1-5

Monastero Domenicano Matris Domini  

VIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (02/03/2014)

Brano biblico: 1Cor 4,1-5 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 6,24-34

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 24Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.

25Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 28E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? 31Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. 32Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. 33Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena.

Collocazione del brano
Con il tempo ordinario dopo Natale termina anche la nostra lettura della prima lettera ai Corinti. Domenica prossima infatti è la prima domenica di Quaresima e se ci fosse la 9a domenica del tempo ordinario si comincerebbe a leggere la lettera ai Romani.
Il brano che leggiamo oggi segue immediatamente quello di domenica scorsa, in cui si parlava della saggezza e della stoltezza secondo Dio. In questa dimensione devono essere accolti i leaders della comunità. Paolo poi fa la propria autodifesa: egli era stato criticato da quelli che si vantavano di essere cristiani illuminati e maturi.
Lectio
1 Ognuno ci consideri come servi di Cristo e amministratori dei misteri di Dio.
Paolo indica dunque come vadano considerati i predicatori del Vangelo. Essi sono servi di Cristo. Hyperetes deriva dal verbo hypereo, servire, essere di aiuto, e indica appunto il servitore, l'aiutante, colui che presta assistenza. Paolo prende questo termine dal lessico profano. Oikonomos è l'amministratore dei beni di una grande casa, il fiduciario del proprietario. Traslato al discorso di questo versetto, l'amministratore dei misteri di Dio li custodisce e ne rende partecipe coloro che fanno parte della famiglia del proprietario.
2 Ora, ciò che si richiede agli amministratori è che ognuno risulti fedele.
Poiché gli viene affidato un patrimonio, è necessario che l'amministratore sia fedele e onesto. Egli non attira su di sé l'attenzione, ma cerca di realizzare al meglio il suo incarico, accrescendo il valore dei beni che maneggia e distribuendone i frutti a tempo opportuno.
3 A me però importa assai poco di venire giudicato da voi o da un tribunale umano; anzi, io non giudico neppure me stesso,
Paolo arriva qui alla propria difesa. Lui stesso è stato giudicato dai Corinti, forse davanti a un tribunale.
Ci sfuggono le caratteristiche di questa accusa. Paolo non perde tempo a giustificarsi perché nessun uomo può giudicare se stesso.
4 perché, anche se non sono consapevole di alcuna colpa, non per questo sono giustificato. Il mio giudice è il Signore!
Egli ribadisce la sua innocenza, e in tono umile, forse ironico, non esclude di essere colpevole di qualcosa che a lui stesso sfugge. Comunque si appella all'unico Giudice, cioè al Signore.
5 Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, fino a quando il Signore verrà. Egli metterà in luce i segreti delle tenebre e manifesterà le intenzioni dei cuori; allora ciascuno riceverà da Dio la lode.
Termina la sua arringa esortando i Corinti a non ergersi a giudici gli uni degli altri. Chi davvero compie il male verrà smascherato all'arrivo del Signore. Paolo fa riferimento al giudizio finale, quando il Signore metterà in luce i cuori e si vedranno le vere intenzioni e il movente delle azioni di ogni uomo.
Meditiamo
- Sono anche io un "servitore" di Cristo e "amministratore" dei misteri di Dio? In che senso?

- Mi è mai capitato di essere giudicato male senza alcun motivo? Come ho reagito?

- Quanto peso ha il giudizio degli altri (positivo o negativo) nei miei confronti?

 

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